Boschi scappa dai guai e si tuffa su Mani Pulite
La sottosegretaria a un convegno sulla corruzione con il presidente dell’Anac
Imperturbabile
Maria Elena Boschi. La sottosegretaria alla presidenza del consiglio sembra attraversare indenne le tempeste politiche in atto. Mentre gli altri litigano, ululano, s'insultano, lei è sempre in perfetta forma, calata a meraviglia nel ruolo istituzionale, precisa e compassata.
IERI, PER ESEMPIO, mentre i deputati a Montecitorio erano spossati da oltre 14 ore di ostruzionismo grillino sul decreto banche venete, lei presenziava l’ennesimo convegno (ne colleziona a pioggia). Un incontro sulla corruzione in Italia “da Mani Pulite a Cantone”, la cui guest star era appunto il presidente dell’Anac. Proprio colui col quale ad aprile Boschi ha rischiato ben più di un incidente diplomatico. La storia è nota: il 13 aprile in un pre-consiglio dei mini- stri una manina fa scomparire una norma che consente a Cantone di intervenire preventivamente sui casi sospetti, senza attendere l’intervento della magistratura ordinaria, fatto assai curioso per un organismo che dovrebbe agire preventivamente contro la corruzione. Un depotenziamento dell’Anac bello e buono. I sospetti si addensano sui tecnici di Palazzo Chigi, specie quelli vicini a
Maria Elena. Arrabbiatura notevole di Paolo Gentiloni, polemiche a non finire e norma reintrodotta. Da quel dì, però, Cantone e governo si guardano con sospetto.
Ieri, però, tra i due tutto sembra filare a meraviglia. Anche se sono seduti ai lati opposti del tavolo, divisi dagli altri relatori (il presidente della Cei Nunzio Galantino e l’ex parlamentare ora al Csm Paola Balducci): niente chiacchiere sussurrate tra un intervento e l’altro, dunque. Anche se il saluto ne ll’an tic ame ra della Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani viene raccontato “assai cordiale”. Ma in questi casi si usa dire sempre così. All’inizio parla il presidente del Senato Pietro Grasso, mentre Gianni Letta, previsto, ha dato buca.
Boschi, dicevamo, è in gran forma. Un velo di abbronzatura fatto risaltare dal tailleur bianco, sguardi luminosi, intervento politico, ma nel me- rito. In prima fila il fido Paolo Aquilanti, segretario generale di Palazzo Chigi, che non la molla mai.
Nemmeno le polemiche sul libro di Matteo Renzi sembrano infastidirla: sul caso Etruria in quelle pagine lui la difende ancora una volta, spiegando che in quei giorni tutti parlavano con tutti (come ha raccontato ieri il Fatto). Da lei, invece, silenzio assoluto. Silenziata pure l’annunciata quere- la a De Bortoli, rimasta lettera morta. “Sul codice degli appalti era previsto un tagliando entro un anno, credo però sia necessario anche far sedimentare il sistema delle regole”, dice Boschi. Ammonendo poi sul fatto che “il diritto e le regole non devono bloccare le opere: le amministrazioni abbiano più coraggio”. Parole che suonano una critica alla Raggi per le Olimpiadi. Cantone, invece, punta il dito contro la PA. “C’è stato un boicottaggio nei confronti del codice appalti da parte di pezzi dell’amministrazione. Abbiamo visto, ad esempio, una riduzione degli appalti pubblici”, afferma il presidente dell’Anac.
IN PARLAMENTO, intanto, si va verso il voto finale sulle banche venete. Più tardi sul profilo Twitter di Meb verranno caricate le foto del convegno, precedute da quelle di ieri mattina con Vincenzo De Luca all’inaugurazione della Giffoni Multimedia Valley. Boschi ha da poco aperto anche un profilo Instagram. I follower sono già 6 mila. In una delle prime foto si vede lei, malinconica, seduta sola su un autobus (sta tornando a casa?). Che fa tanto tazza di caffelatte la sera, sempre sola, davanti alla tv (come da lei raccontato in memorabile intervista). Infaticabile Meb.
Vecchie ruggini A palazzo Chigi sparì la norma che consente a Cantone di intervenire sui casi sospetti