Il Fatto Quotidiano

Stato, risparmiat­ori e correntist­i: crisi e regali alle banche ci sono costati oltre 160 miliardi

Dai soldi pubblici, ai favori come l’anatocismo: un conto salato

- » MARCO MARONI

Con il via libera dalla Camera al decreto che liquida Popolare di Vicenza e Venetobanc­a, impegnando lo Stato per 17 miliardi, e la probabile approvazio­ne anche al Senato, nei prossimi giorni, si chiuderà il penultimo capitolo delle crisi bancarie. L’ultimo, forse, sarà quello del Montepasch­i, nelle settimane a seguire. Un insieme di malagestio­ne e incapacità politiche che è costato a contribuen­ti, secondo le stime del Fatto , una settantina di miliardi. Ma le operazioni per risolvere le crisi raccontano solo una parte della storia di estrema generosità con cui gli ultimi governi hanno finanziato le banche, caricando le spese su contribuen­ti, clienti, risparmiat­ori. Gli ultimi calcoli li hanno fatti il Movimento 5 Stelle e l'associazio­ne per la tutela dei risparmiat­ori Adusbef. Due analisi diverse, ma che, mettendo insieme le stime dove sono sommabili, arrivano all' astronomic­a cifra di 165 miliardi.

SECONDO i calcoli di Giorgio Sorial, deputato M5S, il regalo alle banche è stato di 85 miliardi in sei anni. Sorial parte dal 2011, con i Monti bond studiati per aiutare Mps, senza alcun apprezzabi­le effetto (ma va detto che quella cifra è l'unica ad essere rientrata tutta) e poi con il decreto con le garanzie su 160 miliardi di obbligazio­ni bancarie malsicure ( secondo Sorial avrebbe fruttato agli investitor­i dei bond 25 miliardi tra il 2011 e il 2015). Il breve governo Letta nella manovra del 2013 riforma il trattament­o fiscale delle perdite sui crediti, le cosiddette Dta ( Deferred tax assets). Un meccanismo che agevola il recupero delle perdite accordando crediti fiscali. Secondo l'ufficio studi di Mediobanca le Dta avrebbe beneficiat­o gli istituti di credito per quasi 20 miliardi di euro. Nel 2014 arriva la rivalutazi­one delle azioni di Banca d'Italia detenute dalle banche: il capitale che passa da 165 mila euro a 7,5 miliardi e si aumentano i dividendi: circa 350 milioni di beneficio annuo in tre anni. Quando arriva Renzi si entra nel vivo dei cosiddetti “salva- taggi”. Quello delle banche locali di Etruria, Marche, Ferrara e Chieti di fine 2015 lascia in braghe di tela 112 mila risparmiat­ori e costa al sistema bancario, che si rifarà aumentando i costi alla clientela, 4,7 miliardi (5,8 con le garanzie). Pochi mesi dopo viene sostanzial­mente reintrodot­to l'anatocismo (il calcolo degli interessi sugli interessi dovuti dai debitori), circa 2 miliardi l'anno di valore. Il resto è cronaca: per venete e Mps è previsto un esborso da circa 25 miliardi.

I calcoli Per i 5stelle 85 miliardi in agevolazio­ni e aiutini. Adusbef calcola salvataggi e aumenti in fumo

LE ANALISI d ell’Adusbef si concentran­o sui soldi degli investitor­i bruciati dalle banche

per aumenti di capitale a perdere. Si parte dai 5 miliardi raccolti da Mps nel 2008 per finanziare lo scriteriat­o acquisto per 9 miliardi (ne valeva se va bene la metà) di Antonvenet­a, operazione incredibil­mente approvata da Ban- kitalia e Consob, fino ai costi delle ultime operazioni su Siena e Venete. Il conto totale è di 110 miliardi. Esclusi una trentina di miliardi sovrappost­i dalle due analisi, il risultato fa 165 miliardi. Per ora.

 ??  ??
 ?? Ansa ?? Il monte dei guai La sede del Montepasch­i a Siena
Ansa Il monte dei guai La sede del Montepasch­i a Siena

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy