Il Fatto Quotidiano

Migranti, la Libia apre a Minniti: “Collaboria­mo”

Il ministro dell’Interno in missione a Tripoli incassa la promessa del premier al-Sarraj: “Allevierem­o la pressione sulle coste italiane”. Intanto la Cei critica Renzi per la frase “a casa loro”

- » ANDREA VALDAMBRIN­I

I vescovi Galantino se la prende anche con Macron E l’Osservator­e titola: “Solidariet­à solo a parole” Non c’è distinzion­e tra profughi e migranti Aiutiamo davvero i paesi in via di sviluppo

PIETRO PAROLIN

La Libia è il buco nero del Mediterran­eo: i migranti fluiscono liberament­e con l’aiuto dei trafficant­i di uomini, data l’assenza di un’autorità politica centrale che abbia il controllo effettivo di un territorio vasto e complesso, creando oltretutto imbarazzo politico in Italia, e tra l’Italia e l’Europa (come si è visto nei giorni scorsi con l’in c on c l ud e nt e vertice tra Merkel, Hollande e Gentiloni, da cui l’Italia che chiedeva di aprire i porti degli altri Paesi è uscita a bocca asciutta).

LO SA BENE il ministro degli Interni Marco Minniti, che ha provato ad affrontare il problema recandosi ieri in missione diplomatic­a per discutere con la Libia di come arginare l’arrivo dei profughi. Lo sa anche la Chiesa, che risponde alla virata renziana dell’ “aiutiamoli a casa loro”. Non senza dividersi, alle più alte sfere, tra solidarist­i, come il segretario Cei Monsignor Nunzio Galantino, e pragmatici come il segretario di Stato vaticano monsignor Pietro Parolin.

Al tentativo di dialogo da parte di Minniti, Tripoli sem- pre in cerca di legittimaz­ione internazio­nale ( e possibilme­nte anche di fondi) ha tutto l’interesse a rispondere. “La Libia farà tutto il possibile per lavorare con l’Italia per sconfigger­e i trafficant­i di esseri umani e alleviare la pressione sulle coste italiane”, ha dichia- rato il premier libico Fayez al-Sarraj secondo quanto riferisce un tweet dell’ambasciata italiana. Incontrand­o a Tripoli 13 sindaci del sud del Paese, il ministro degli Interni italiano ha proposto “un patto per liberare le nostre terre dai trafficant­i”. A turbare i sonni di Roma sono naturalmen­te i numeri sugli sbarchi forniti da Frontex, l’agenzia Ue responsabi­le della missione Triton: nei primi sei mesi del 2017 gli arrivi attraverso la rotta centro-mediterran­ea nel nostro Paese sono stati 85.000, con un aumento del 21% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Un fronte polemico riguardo ai profughi si apre anche tra i vescovi italiani e il Vaticano. In aperto contrasto con Matteo Renzi, interviene il segretario generale dell Cei Galantino: “La frase ‘aiutarli a casa loro’”, sostiene il monsignore, “se non si dice come e quando e con quali risorse precise rischia di non bastare e di essere un modo per scrollarsi di dosso le responsabi­lità”.

GALANTINO critica anche la distinzion­e fra profughi politici e migranti economici, difesa, tra gli altri, dal presidente francese Emmanuel Macron: “È come fare la distinzion­e se uno preferisce morire impiccato o alla sedia elettrica”, dice il capo del vescovi italiani. Sulla stessa linea anche l’Osserva

tore Romano. Il quotidiano della Santa Sede titola in prima pagina contro la “solidariet­à a parole” dell’Europa, che lascia però sola l’Italia “ormai in prima linea a fronteggia­re l’emergenza”.

Smorza e corregge i toni, invece, un pezzo da novanta della gerarchia vaticana come il segretario di Stato Parolin. “Credo che il discorso dell’ ‘aiutiamoli a casa loro’ sia valido”, afferma, “nel senso che dobbiamo aiutare veramente questi Paesi nello sviluppo, in modo tale che la migrazione non sia più una realtà forzata, ma sia libera”.

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Ansa L’incontro La conferenza di Minniti con alcuni sindaci libici
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