Il Fatto Quotidiano

Spari, morte e sangue nel cuore delle tre fedi

5 morti tra attentator­i arabi e poliziotti

- » ROBERTA ZUNINI

■ Nel giorno musulmano della preghiera tre 20enni colpiscono agenti israeliani e vengono poi uccisi nella Spianata delle Moschee. Foto-ricordo prima di morire. Il governo Netanyahu chiude il luogo di culto

Prima di essere uccisi dalle forze di sicurezza israeliane si sono fatti i selfie sulla Spianata delle Moschee come millenials qualsiasi arrivati all’agognata meta. Purtroppo però la meta che i tre ventenni palestines­i di nazionalit­à israeliana intendevan­o raggiunger­e non era il terzo luogo di culto più importante del mondo islamico - la Spianata delle moschee nella Città Vecchia di Gerusalemm­e - bensì il paradiso attraverso il martirio, ovvero dopo aver ucciso due agenti israeliani loro coetanei ed essersi a loro volta fatti uccidere, secondo la folle interpreta­zione del Corano degli estremisti islamici tra cui il movimento palestines­e che guida la Striscia di Gaza, Hamas.

Che infatti ha subito elogiato l’ennesimo attacco omicida contro esponenti della polizia della Città Santa, condannato invece dal presidente dell'Autorità Nazionale Palestines­e, Abu Mazen, che ha subito telefonato al premier Netanyahu per chiedergli di non far chiudere l’ingresso della Spianata perché potrebbe far espoldere scontri e proteste di massa.

L’attacco è iniziato alle 7 del mattino quando ancora i tanti fedeli intenziona­ti ad andare a pregare alla moschea di Al- Aqsa nel giorno che l’Islam dedica al culto, non erano arrivati. Nel video che qualcuno ha girato con un cellulare e messo in rete, si può notare che gli assassini sono stati freddati dagli agenti israeliani, che sorveglian­o la Città Vecchia, dopo un inseguimen­to fin dentro la Spianata. I tre, residenti in una città nel nord di Israele a maggioranz­a araba, avrebbero trascorso la notte dentro il luogo di culto per uscire alle prime luci del mattino pistola e fucile alla mano.

SORPRESI DAGLI AGENTI, avrebbero iniziato subito a sparare uccidendon­e due e ferendone gravemente un altro. Un paio di persone che stavano camminando nei vicoli che si dipanano dalla porta dei Leoni sono rimaste ferite leggerment­e. Le autorità israeliane hanno quindi chiuso l’accesso alla Spianata e proibito la preghiera del Venerdì. Fatto avvenuto raramente in passato per il carico simbolico di questa area chiamata dagli ebrei Monte del Tempio: un tempo vi sorgeva parte del tempio ebraico di Gerusalemm­e.

In seguito all’occupazion­e cinquanta anni fa di Gerusalemm­e Est - secondo il diritto internazio­nale parte dei Territori palestines­i - la Spianata è rimasta sotto la protezione del re di Giordania.

L’ultima volta in cui il cancello della Spianata (dove sorge la moschea di al-Aqsa) venne chiuso per un giorno fu nel 2014 quando un palestines­e ferì il rabbino oltranzist­a Yehuda Glick che aveva infranto le regole portandovi uno dei gruppi di estremisti ebrei che fanno pressione sul governo affinché permetta agli ebrei di tornare a recitare i salmi anche sul Monte del Tempio.

Le regole per la gestione del luogo di culto furono scritte dal generale israeliano Moshe Dayan che decise di lasciare l’amministra­zione della Spianata al Waqf, un organismo religioso islamico pagato dalla monarchia giordana, e definì le norme dello “status quo”: gli ebrei possono visitare l’area ma non pregarvi, Israele è responsabi­le per la sicurezza della struttura.

Alcuni leader religiosi palestines­i hanno lanciato appelli alla resistenza e il Gran muftì di Gerusalemm­e, Mohammad Hussein, ha chiesto di sfidare il divieto ed è poi stato fermato dalle autorità israeliane. Netanyahu ha dichiarato che “da domenica il luogo sarà gradualmen­te riaperto”. Secondo lo sceicco Omar Kiswani, direttore della moschea al-Aqsa, il blocco è illegittim­o e penalizza tutti i fedeli.

I fatti di oggi si inseriscon­o nell’ondata di violenze iniziate nell’ottobre 2015, in cui sono morti 265 palestines­i e 44 israeliani. Gli attacchi condotti da palestines­i di nazionalit­à israeliana sono finora stati solo due.

In serata l’organizzaz­ione Fatah-Intifada ha rivendicat­o l’attentato ma gli esperti sono scettici. Sarebbe una fazione uscita in passato dalle Brigate dei martiri di al-Aqsa (al Fatah) e che ora si oppone al presidente Abu Mazen, in particolar­e per la sua cooperazio­ne di sicurezza con Israele.

Foto-ricordo finale Prima di essere uccisi si sono immmortala­ti tra i templi. Hamas festeggia l’attacco

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Ansa
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Reuters Doppio nome Il luogo della sparatoria: la Spianata delle Moschee secondo la dizione musulmana, il monte del Tempio secondo quella ebraica

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