Spari, morte e sangue nel cuore delle tre fedi
5 morti tra attentatori arabi e poliziotti
■ Nel giorno musulmano della preghiera tre 20enni colpiscono agenti israeliani e vengono poi uccisi nella Spianata delle Moschee. Foto-ricordo prima di morire. Il governo Netanyahu chiude il luogo di culto
Prima di essere uccisi dalle forze di sicurezza israeliane si sono fatti i selfie sulla Spianata delle Moschee come millenials qualsiasi arrivati all’agognata meta. Purtroppo però la meta che i tre ventenni palestinesi di nazionalità israeliana intendevano raggiungere non era il terzo luogo di culto più importante del mondo islamico - la Spianata delle moschee nella Città Vecchia di Gerusalemme - bensì il paradiso attraverso il martirio, ovvero dopo aver ucciso due agenti israeliani loro coetanei ed essersi a loro volta fatti uccidere, secondo la folle interpretazione del Corano degli estremisti islamici tra cui il movimento palestinese che guida la Striscia di Gaza, Hamas.
Che infatti ha subito elogiato l’ennesimo attacco omicida contro esponenti della polizia della Città Santa, condannato invece dal presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, che ha subito telefonato al premier Netanyahu per chiedergli di non far chiudere l’ingresso della Spianata perché potrebbe far espoldere scontri e proteste di massa.
L’attacco è iniziato alle 7 del mattino quando ancora i tanti fedeli intenzionati ad andare a pregare alla moschea di Al- Aqsa nel giorno che l’Islam dedica al culto, non erano arrivati. Nel video che qualcuno ha girato con un cellulare e messo in rete, si può notare che gli assassini sono stati freddati dagli agenti israeliani, che sorvegliano la Città Vecchia, dopo un inseguimento fin dentro la Spianata. I tre, residenti in una città nel nord di Israele a maggioranza araba, avrebbero trascorso la notte dentro il luogo di culto per uscire alle prime luci del mattino pistola e fucile alla mano.
SORPRESI DAGLI AGENTI, avrebbero iniziato subito a sparare uccidendone due e ferendone gravemente un altro. Un paio di persone che stavano camminando nei vicoli che si dipanano dalla porta dei Leoni sono rimaste ferite leggermente. Le autorità israeliane hanno quindi chiuso l’accesso alla Spianata e proibito la preghiera del Venerdì. Fatto avvenuto raramente in passato per il carico simbolico di questa area chiamata dagli ebrei Monte del Tempio: un tempo vi sorgeva parte del tempio ebraico di Gerusalemme.
In seguito all’occupazione cinquanta anni fa di Gerusalemme Est - secondo il diritto internazionale parte dei Territori palestinesi - la Spianata è rimasta sotto la protezione del re di Giordania.
L’ultima volta in cui il cancello della Spianata (dove sorge la moschea di al-Aqsa) venne chiuso per un giorno fu nel 2014 quando un palestinese ferì il rabbino oltranzista Yehuda Glick che aveva infranto le regole portandovi uno dei gruppi di estremisti ebrei che fanno pressione sul governo affinché permetta agli ebrei di tornare a recitare i salmi anche sul Monte del Tempio.
Le regole per la gestione del luogo di culto furono scritte dal generale israeliano Moshe Dayan che decise di lasciare l’amministrazione della Spianata al Waqf, un organismo religioso islamico pagato dalla monarchia giordana, e definì le norme dello “status quo”: gli ebrei possono visitare l’area ma non pregarvi, Israele è responsabile per la sicurezza della struttura.
Alcuni leader religiosi palestinesi hanno lanciato appelli alla resistenza e il Gran muftì di Gerusalemme, Mohammad Hussein, ha chiesto di sfidare il divieto ed è poi stato fermato dalle autorità israeliane. Netanyahu ha dichiarato che “da domenica il luogo sarà gradualmente riaperto”. Secondo lo sceicco Omar Kiswani, direttore della moschea al-Aqsa, il blocco è illegittimo e penalizza tutti i fedeli.
I fatti di oggi si inseriscono nell’ondata di violenze iniziate nell’ottobre 2015, in cui sono morti 265 palestinesi e 44 israeliani. Gli attacchi condotti da palestinesi di nazionalità israeliana sono finora stati solo due.
In serata l’organizzazione Fatah-Intifada ha rivendicato l’attentato ma gli esperti sono scettici. Sarebbe una fazione uscita in passato dalle Brigate dei martiri di al-Aqsa (al Fatah) e che ora si oppone al presidente Abu Mazen, in particolare per la sua cooperazione di sicurezza con Israele.
Foto-ricordo finale Prima di essere uccisi si sono immmortalati tra i templi. Hamas festeggia l’attacco