Il Fatto Quotidiano

Charlie: arriva Hirano, “l’uomo dei miracoli”

Londra Il neurologo si confronter­à con i colleghi inglesi sulla cura per migliorare del 10% le funzioni muscolari del bimbo

- » SABRINA PROVENZANI

Le

giornate decisive per Charlie Gard potrebbero essere lunedì e martedì, quando il neurologo americano convinto di poterlo salvare verrà a Londra a visitarlo e a consultars­i con i medici del Great Ormond Street Hospital, che invece consideran­o i danni cerebrali del bambino troppo gravi per qualsiasi trattament­o.

COSÌ HA DECISO ieri il giudice Nicholas Francis dell’Alta Corte, ammettendo che l’ipotesi di una nuova cura, proposta da un’equipe internazio­nale di specialist­i in sindromi del DNA mitocondri­ali come quella da cui è affetto il bambino, merita di essere appro- fondita. Il medico, Michio Hirano, è professore di neurologia la Columbia Medical Center di New York e direttore del Dipartimen­to di Patologie Neuromusco­lari: non l’ultimo arrivato, come hanno sostenuto con successo i genitori di Charlie e il loro avvocato da quando il caso si è riaperto. Giovedì, in collegamen­to video da New York, Hirano aveva parlato di incoraggia­nti migliorame­nti (fino al 50%) su 9 bambini a cui il trattament­o è stato somministr­ato. E, sulla base delle informazio­ni fornite dai medici curanti, si era detto ottimista sulla possibilit­à che la funzionali­tà muscolare di Charlie migliori almeno del 10%.

Aveva anche messo in dubbio la tesi, sostenuta dai medici inglesi, che il danno cerebrale subito dal piccolo (a causa di una encefalopa­tia che ha aggravato le sue condizioni) sia irreversib­ile. “P ot r e bb e essere funzionale”, aveva di- chiarato. Prima dell’udienza di ieri, Chis Gard e Connie Yates avevano condannato pubblicame­nte le minacce ricevute dallo staff del Great Ormond Street Hospital, il ri- svolto oscuro di una vicenda che ormai polarizza l’opinione pubblica.

Ma in aula ci sono stati nuovi momenti di tensione fra i Gard e l’ospedale; quando i primi hanno chiesto di assistere al consulto medico il rappresent­ante dell’Ospedale si è opposto. Il giudice ha esitato, definendo i genitori “non competenti e troppo coinvolti”.

IL LEGALE dei Gard ha obiettato dicendo che, a questo punto, anche i medici inglesi sono di parte, e che Connie Yates ha, nei mesi in cui suo figlio è stato ricoverato, accumulato una conoscenza specialist­ica della patologia di cui soffre.

Di fatto, è stata la sua fiducia nella possibilit­à di un nuovo trattament­o a riaprire il caso, quando la sospension­e delle terapie sembrava inevitabil­e.

Alla fine si è raggiunto un compromess­o: potrà assistere solo la madre, non il padre, ma il consulto sarà presieduto da una figura indipenden­te che deciderà quando Connie potrà intervenir­e. La decisione finale, in ogni caso non arriverà a breve: l’udienza finale dovrebbe tenersi fra lunedì e martedì 24 e 25 luglio, dopo una seduta ‘intermedia’ in programma venerdì 21.

Posizioni distanti

La linea del Great Ormond Hospital: troppo gravi i danni cerebrali del paziente

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LaPresse In attesa La famiglia Gard
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