Bonucci è del Milan, la notte di Cardiff non è ancora finita
Insanabile la frattura con Allegri e con il club bianconero
Itifosi della Juventus sono sotto shock. A 42 giorni dalla disastrosa finale di Champions, coi bianconeri spazzati via dal Real Madrid di CR7 e Modric, il popolo bianconero, che al gol dell’1-4 di Asensio pensava di aver toccato il fondo, si sta accorgendo che quella partita in realtà non si è mai conclusa e che i gol di CR7, Casemiro e Asensio sono stati forse il minore dei mali. È una Cardiff continua l’estate juventina: perché Cardiff si è trasformata in Little Big Horn con mister Allegri nei panni del generale Custer.
Ricapitolando. Un mese e mezzo dopo, alla perdita della Champions (la 7ª su 9 finali giocate) la Juventus aggiunge oggi la perdita di due giocatori di prima grandezza, Bonucci e Dani Alves, ceduti non per questioni tecniche o di bilancio, ma per un motivo assai più preoccupante: l’impossibile coesistenza con l’allenatore Allegri.
SUBITO DOPO il tracollo-Champions, Agnelli e Marotta hanno annunciato il prolungamento del contratto con l’allenatore premiato addirittura col raddoppio dell’ingaggio. Un vero e proprio messaggio in codice (la società è con Allegri) che i giocatori di maggiore personalità, quelli che più si erano scontrati durante la stagione col tecnico, hanno mostrato di non gradire. Dani Alves, uno che di top club se ne intende (8 stagioni al Barcellona con 3 Champions e 3 mondiali vinti), se n’è andato insalutato ospite mettendo in discussione filosofia e modo di gestione del gruppo; e in quanto a Bonucci, nemico dichiarato di Allegri, il suo passaggio al Milan, ufficializzato ieri, ha avuto sull’intero mondo-Juve un effetto ancor più lacerante e destabilizzante.
Detto che anche Alex Sandro, il vero gioiello della sta- gione scorsa, freme per volare al Chelsea alla corte di Conte, la verità è che la Juventus perde in un colpo due leader naturali come Leo (per personalità) e Dani (per palmares) e ricomincia dai fantasmi visti in campo a Cardiff: da mister nascondino Higuain, non pervenuto come in tutte le sue dimenticabili finali, al coccolato e sopravvalutato bambolotto Dybala (che durante il discorso motivazionale di Dani Alves, a 10 minuti da Juve-Real, si sarebbe tra- stullato con lo smartphone: Alves gliel’avrebbe preso e sbattuto contro il muro, alla faccia di chi accusa lui, oggi, di scarsa professionalità), per finire all’ex granitica difesa composta, anche, da Buffon, Barzagli e Chiellini, che alla ripresa della stagione assommeranno 108 in tre e i cui cigolii sinistri si sono avvertiti, in tutta la loro evidenza, proprio nella notte di Cardiff.
Il tuffo al ralenti di Buffon su Casemiro e l’appello a togliere Barzagli per Cuadrado, avanzato da Bonucci e all’origine delle liti nello spogliatoio, parlano da soli.
Mentre l’estate della Juventus procede nel più totale sconcerto dei suoi tifosi, abi- tuati a un club che i campioni alla concorrenza li toglieva (da Boninsegna a Capello, da Pirlo a Higuain) e non li svendeva, o regalava, com’è stato invece per Bonucci al Milan e Dani Alves al PSG, è diventata una EuroDisney l’estate del Milan; che sembrava finito nelle mani di cinesi con le pezze al culo, come l’interminabile vicenda del closing aveva fatto intendere, e invece al pronti- via è diventato il club ammazza-mercato (e i cinesi con le pezze al culo quelli di Suning, sponda Inter).
DOPO IL COLPO da 90 di Bonucci e l’ingaggio di Biglia, i milioni spesi finora ammontano a 214, con i tifosi che non credono ai loro occhi e voci insistenti che parlano, addirittura, di un assalto in corso per Belotti del Torino, uno con una clausola di 100 milioni per club stranieri che Cairo, in Italia, potrebbe cedere per 70. Detto che nel calcio conta solo il campo, e che Montella dovrà assemblare una squadra nuova per 9/11, con tutte le difficoltà del caso; al Milan che torna a studiare da grande, con Donnarumma in porta, Bonucci e Romagnoli dietro, Biglia in mezzo e (chissà) Belotti e Andrè Silva davanti, non sarà certo la personalità a fare difetto; e nemmeno l’entusiasmo e la giovinezza. Ma alla fine del mercato mancano 45 giorni: come si dice, chi vivrà vedrà.
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