“Falsi alla mostra di Modigliani” Indagato il curatore, sigilli a 21 tele
Palazzo Ducale chiude in anticipo l’esposizione. “Noi parte lesa”
Mostra
chiusa per falsi. Con tanto di irruzione dei carabinieri e sequestro di 21 quadri. I visitatori della mostra di Amedeo Modigliani, a Genova, ieri sono rimasti a becco asciutto: il cancello dell’esposizione è stato chiuso all’improvviso. Ma una piccola consolazione qualcuno l’ha trovata: “Tutti possono raccontare di aver visto dei quadri. A nessuno capita di aver visto una mostra chiusa dopo l’arrivo delle forze dell’ordine”, cerca di consolarsi Luciana Lovisolo, appena sbarcata da Milano.
DAVVERO la mostra di Modigliani ha chiuso con il botto. Certo, non è la pubblicità che gli organizzatori si auguravano. Ma ormai è il destino di Modigliani, il pittore livornese “perseguitato” dalle sue opere false. O presunte tali ( sulla questione genovese si attende il responso definitivo).
La mostra di Palazzo Ducale inaugurata a marzo (doveva chiudere domani) era stata salutata come un evento. In fondo, in un certo senso, lo è stata eccome. I guai erano cominciati pochi giorni dopo l’inau- gurazione: erano esposte una sessantina di opere (dipinti e disegni).
Il noto collezionista Carlo Pepi, uno dei massimi esperti del pittore livornese, aveva presentato un esposto: due quadri, si diceva, non sono autentici. Si parlava del “Nudo disteso” e del ritratto di Chaim Soutine. Immediata era arrivata la sdegnata replica del curatore Rudy Chiappini: “Il primo è stato esposto in grandi occasioni, fra le quali una mostra a Bonn; il secondo a Pisa nel 2014 e a Torino nel 2015, in due appuntamenti curati dal Centre Pompidou”.
Ma le ombre si erano allungate su tutta la mostra. I carabinieri avevano chiesto una prima perizia a Mariastella Margozzi della Galleria d’arte Moderna di Roma. Poi i pm avevano interpellato l’esperta Isabella Quattrocchi. Entrambe avevano espresso dubbi sull’autenticità di diverse opere. Così ieri mattina la Procura di Genova ha deciso il blitz. Finora ci sono tre indagati, tra cui Chiappini che giura: “Io sono parte lesa”. I reati contestati sono falso di opere d’arte, truffa e ricettazione. E poi c’è il sequestro, compiuto per permettere agli esperti di compiere i rilievi scientifici. Verranno prelevati campioni delle opere per analizzare i pigmenti e stabilire una datazione certa. Più che un appuntamento culturale ormai è un giallo.
PALAZZO DUCALE, uno dei centri culturali più apprezzati del Nord Italia, non l’ha comprensibilmente presa bene: “Abbiamo subito consistenti danni d’immagine e materiali e rischiamo di subirne ulterio- ri. Siamo parte lesa... La mostra comunque non è stata realizzata da noi, ma abbiamo commissionato la realizzazione e la selezione delle opere a un partner di prestigio nazionale e internazionale come MondoMostre Skira. Che ha scelto un curatore, Rudy Chiappini, per oltre 20 anni direttore del Museo d’Arte di Lugano”.
Nessuno aveva sollevato dubbi fino all’esposto di Pepi. Lo stesso esperto che nel 1984 contribuì subito a smascherare il clamoroso falso delle teste di Modigliani che fece parlare il mondo: tre statue emersero dragando un canale a Livorno. Gli esperti si divisero. Finché venne fuori che erano opera di un gruppo di universitari e di un pittore livornese. Un capolavoro, sì, ma di goliardia.