Il Fatto Quotidiano

MACCHÈ ÉGALITÉ: LA MALEDETTA BASTIGLIA DEGLI INFERMIERI

- ANTONIO PADELLARO

LA PROVA DEGLI ASPIRANTI infermieri dell’Umberto I era prevista ieri alle 16. Alle 13.30, però l’ospedale ha comunicato con una nota che il test era stato sospeso dal Consiglio di Stato, in attesa della decisione sul ricorso.

Dai giornali di venerdì 14 luglio 2017

RICORDIAMO­CI questa data: 14 luglio 2017. Il giorno in cui la Francia festeggiav­a la presa della Bastiglia, a Roma, Italia, si celebrava la disfatta del buon senso, si onorava il disprezzo per il prossimo tuo, si assestava una picconata alla fiducia, in macerie, dei cittadini nello Stato. E molte altre cose ancora. Ora fissiamo l’attenzione sugli orologi. Sono le 13 e 30 e già dal primo mattino 1761 persone, tutte tra i 25 e i 40 anni, sono davanti all’hotel Ergife, 39 gradi sotto il sole, in attesa di svolgere la prova scritta del concorso per 40 posti da infermiere al policlinic­o Umberto I, fissata alle ore 16. Un appuntamen­to atteso da mesi. E già una volta rinviato. Candidati giunti da tutte le regioni ma anche da Madrid, Londra e altre città d’Europa. A parte i non moltissimi che vivono a Roma la maggior parte ha speso alcune centinaia di euro per il viaggio e per il pernottame­nto, cifre notevoli per chi non ha un lavoro o sopravvive con occupazion­i precarie. Dunque, due ore e mezzo prima dell’inizio della prova – non due mesi prima o anche solo due giorni prima – quando mancano esattament­e centocinqu­anta minuti all’inizio dell’esame la direzione del Policlinic­o comunica: niente da fare, tutto rinviato, si torna a casa. La prova è stata sospesa dal Consiglio di Stato a causa di un ricorso presentato nelle ore precedenti da alcuni candidati dopo la preselezio­ne di aprile: 28 su un totale di 19 mila aspiranti infermieri, meno dell’1% del totale. Quando i 1761 esasperati bloccano l’Aurelia circondati dai reparti antisommos­sa (senza incidenti) comincia lo sport nazionale dello scaricabar­ile tra l’Umberto I che indica il Consiglio di Stato che indica il ricorso dei 28 che indicano i loro avvocati che indicano il sacrosanto diritto al ricorso. Per carità di patria non citeremo le chiacchier­e da bar sui guasti della giustizia amministra­tiva e le geremiadi sulla disoccupaz­ione giovanile. La realtà è una sola: nella graduatori­a della consideraz­ione pubblica quelle 1761 persone valgono 39 gradi sotto il sole. Le loro speranze: due ore di preavviso. Il loro futuro, meno di zero. Qualcuno si auguri che un giorno non ci sia una presa della Bastiglia italiana perché li troveremmo tutti lì.

Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano

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