MACCHÈ ÉGALITÉ: LA MALEDETTA BASTIGLIA DEGLI INFERMIERI
LA PROVA DEGLI ASPIRANTI infermieri dell’Umberto I era prevista ieri alle 16. Alle 13.30, però l’ospedale ha comunicato con una nota che il test era stato sospeso dal Consiglio di Stato, in attesa della decisione sul ricorso.
Dai giornali di venerdì 14 luglio 2017
RICORDIAMOCI questa data: 14 luglio 2017. Il giorno in cui la Francia festeggiava la presa della Bastiglia, a Roma, Italia, si celebrava la disfatta del buon senso, si onorava il disprezzo per il prossimo tuo, si assestava una picconata alla fiducia, in macerie, dei cittadini nello Stato. E molte altre cose ancora. Ora fissiamo l’attenzione sugli orologi. Sono le 13 e 30 e già dal primo mattino 1761 persone, tutte tra i 25 e i 40 anni, sono davanti all’hotel Ergife, 39 gradi sotto il sole, in attesa di svolgere la prova scritta del concorso per 40 posti da infermiere al policlinico Umberto I, fissata alle ore 16. Un appuntamento atteso da mesi. E già una volta rinviato. Candidati giunti da tutte le regioni ma anche da Madrid, Londra e altre città d’Europa. A parte i non moltissimi che vivono a Roma la maggior parte ha speso alcune centinaia di euro per il viaggio e per il pernottamento, cifre notevoli per chi non ha un lavoro o sopravvive con occupazioni precarie. Dunque, due ore e mezzo prima dell’inizio della prova – non due mesi prima o anche solo due giorni prima – quando mancano esattamente centocinquanta minuti all’inizio dell’esame la direzione del Policlinico comunica: niente da fare, tutto rinviato, si torna a casa. La prova è stata sospesa dal Consiglio di Stato a causa di un ricorso presentato nelle ore precedenti da alcuni candidati dopo la preselezione di aprile: 28 su un totale di 19 mila aspiranti infermieri, meno dell’1% del totale. Quando i 1761 esasperati bloccano l’Aurelia circondati dai reparti antisommossa (senza incidenti) comincia lo sport nazionale dello scaricabarile tra l’Umberto I che indica il Consiglio di Stato che indica il ricorso dei 28 che indicano i loro avvocati che indicano il sacrosanto diritto al ricorso. Per carità di patria non citeremo le chiacchiere da bar sui guasti della giustizia amministrativa e le geremiadi sulla disoccupazione giovanile. La realtà è una sola: nella graduatoria della considerazione pubblica quelle 1761 persone valgono 39 gradi sotto il sole. Le loro speranze: due ore di preavviso. Il loro futuro, meno di zero. Qualcuno si auguri che un giorno non ci sia una presa della Bastiglia italiana perché li troveremmo tutti lì.
Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano
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