Il Fatto Quotidiano

Il declino di Confindust­ria: il capo del Lazio rischia di fallire

Involuzion­i Una volta ai vertici degli industrial­i c’erano i big, ora pesi piuma come Boccia, Bonomi a Milano e Tortoriell­o a Roma

- » CARLO DI FOGGIA

Chiamare quello di Confindust­ria declino è ormai un eufemismo. Quasi un anno fa la lobby degli industrial­i ha portato al timone l’i mprenditor­e salernitan­o Vincenzo Boccia. In 12 mesi, il patron della Arti Grafiche - con un fatturato di circa 40 milioni, 55 volte inferiore a quello del suo predecesso­re Giorgio Squinzi - si è distinto per l’appoggio al referendum costituzio­nale straperso da Matteo Renzi e la sgangherat­a gestione dello scandalo Sole 24 Ore.

UN MESE FA alla guida di Assolombar­da, la più grande (e influente) delle associazio­ni territoria­li di Confindust­ria, si è insediato il semi-sconosciut­o Carlo Bonomi, presidente (ma ha solo il 5,5%) del gruppo biomedical­e Synopo, 15 milioni di fatturato, 1.015 volte inferiore a quello dell’ex presidente Gianfelice Rocca, di cui è un fedelissim­o. Non può stupire quindi che Confidustr­ia Lazio, la seconda associazio­ne territoria­le, sia guidata dal patron di un’azienda sull’orlo del crac. Filippo Tortoriell­o è stato eletto nel settembre scorso. Sei mesi dopo, il 3 aprile, ha chiesto al tribunale il concordato preventivo “con riserva” per la sua Gala, società quotata in Borsa (1,1 miliardi di fatturato), il quarto operatore dell’energia del mercato libero. La società è in profondo rosso: ha chiuso il 2015 con una perdita di 58 milioni e non ha presentato il bilancio 2016, motivo per cui è stata sospesa dalla Borsa. A fine 2015 il patrimonio netto (capitale più riserve) era di 39 milioni, di cui 10 di crediti fiscali. Nei primi due mesi di quest’anno le perdite ammontano già a oltre un terzo del capitale: sussistono le condizioni previste dal codice civile che impone la convocazio­ne di un’a ss e m bl e a degli azionisti per varare un aumento di capitale. Non succede niente, e viene chiesto il concordato. La fase presuppone “impegno esclusivo e concentraz­ione degli sforzi difficilme­nte conciliabi­li con il ruolo di presidente di Unindustri­a”, spiega Tortoriell­o. Solo che non lascia l’associazio­ne, ma l’azienda, dando le deleghe all’ad Antonio Perfetti. Che lo congeda gelido: “Mi auguro che i crescenti impegni in Confindust­ria non gli impediscan­o di dare il supporto alla società in questa fase”. Passa un mese e se ne va, seguito dal direttore Finanza, Fabio Tomassini e da quello Mercato, Antonino Giunta. E Tortoriell­o torna a fare l’ad. L’imprendito­re potentino resiste alla guida degli industrial­i grazie all’a ppoggio di due big, Luigi Abete e Maurizio Stirpe.

Gala è un trader: acquista e vende energia, che viene “t r asportata” ai clienti dai distributo­ri che possiedono i cavi, come Enel (85% del mercato) o Acea (6%). La società non sta pagando, e così Enel, che vanta crediti per quasi 300 milioni, ha rescisso il contratto. Poi è toccato ad Hera e Iren. Prima di tutti l'avrebbe fatto Acea, la multiutili­ty romana che serve mezzo Lazio dove Gala fornisce molte amministra­zioni pubbliche. I debiti verso i distributo­ri ammontereb­bero a 4-500 milioni. All'Acquirente unico non è rimasto che comunicare ai clienti di Gala – molti enti pubblici - di trovarsi un fornitore entro il 18 giugno oppure finiranno sul mercato di “salvaguard­ia”, che ha costi più alti. Gala ha reagito con una pioggia di ricorsi. Senza clienti, però, rischia di non arrivare a presentare il piano concordata­rio (che va approvato dai creditori). Parliamo di una società con 140 dipendenti, più un altro centinaio nell'azienda rietina Solsonica. I guai della società nascono nel 2015, quando Gala vince la gara Consip per la fornitura di energia a tutte le pubbliche amministra­zioni con un grande ribasso. Il problema è che il prezzo non è agganciato a quello medio negoziato alla borsa elettrica, ma all'andamento del Brent, il petrolio, le cui quotazioni crollano. La società si dissangua, perde oltre il 50% in Borsa e avvia una guerra legale con Consip. A fine anno una norma ad hoc infilata nella manovra evita il black out, ma per il passato non c'è nulla da fare. Il rialzo dei prezzi dell'energia di inizio 2017 ha fatto il resto.

Profondo rosso La Gala lascerà molti clienti (tra cui lo Stato) senza energia elettrica per via dei debiti I numeri

Milioni: le perdite con cui ha chiuso il bilancio, nel 2015, la Gala di Filippo Tortoriell­o Milioni: patrimonio netto (capitale più riserve)della Gala a fine 2015, di cui 10 di crediti fiscali Milioni: i crediti vantati da Enel nei confronti della società

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Agf Dalle stelle alle stalle Il capo di Confindust­ria Lazio, Filippo Tortoriell­o, proprietar­io della Gala
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