Il Fatto Quotidiano

Basaksehir, club vincente: il Sultano è il suo sponsor

Politica e sport Cenziz Under, neo acquisto della Roma, arriva dalla squadra preferita da Erdogan, nata solo tre anni fa

- » ROBERTA ZUNINI

Che il ventenne Cenziz Under, appena arrivato nella capitale dopo essere stato acquistato per 13 milioni di euro dalla Roma, sia un talento del calcio non c'è alcun dubbio.

Numerose squadre italiane e inglesi di serie A lo avevano messo nel radar da tempo grazie ai suoi tanti goal da fuoriclass­e segnati durante lo scorso campionato turco. I dubbi invece riguardano l'improvvisa ascesa al vertice del calcio turco del Basaksehir, la squadra di Istanbul per cui Under ha giocato come esterno mancino nell'ultima stagione.

Con una carriera fulminea, questo club ricco di finanziame­nti, ma povero di storia e fama, è riuscito a competere e anche a sconfigger­e in pochi anni le più blasonate e note rivali della megalopoli turca. Il Basaksehir è nato di fatto solo tre anni fa.

FINO AL 2014 il club si chiamava BB Istanbul ed era gestito dall'amministra­zione comunale targata Akp, ovvero il Partito della Giustizia e Sviluppo fondato dall'attuale presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan, un appassiona­to di calcio, come del resto la maggior parte dei turchi. Il calcio e la politica, soprattutt­o nell'era Erdogan (iniziata nel 2002) si sono sempre sostenuti reciprocam­ente: il primo per ottenere sponsor, la seconda per ottenere più consenso e quindi elettori. La storia di questa squadra locale, a cui era permesso di giocare nel gigantesco stadio Ataturk nonostante annoverass­e qualche migliaio di tifosi, permette di comprende ancora di più il legame che il Sultano - calciatore mancato perché il padre non gli permise di giocare per un club importante intenziona­to a crescerlo - ha stabilito con il mondo del calcio.

Nel 2013, quando la squadra venne promossa nel massimo campionato, Erdogan decise che il BB sarebbe diventato la squadra del quartiere Basaksehir: un'area residenzia­le costruita recentemen­te e abitata dalla classe benestante-religiosa che ha trovato in Erdogan, a quel tempo primo ministro, un protettore magnanimo. Da allora il club rifondato è diventato un vero e proprio strumento di propaganda nelle mani di Erdogan.

NON È UN CASO che il patron del club sia Goksel Gumusdag, uomo d'affari assai ricco, nonché nipote acquisito di Erdogan avendo sposato Muge Gulbaran, figlia di un fratello di Emine Gulbaran, la First Lady turca, consorte del presidente dagli anni '70 quando era una studentess­a militante nei partiti di ispirazion­e islamica . Emine ha fin dall'inizio condiviso le aspirazion­i, le idee e anche i metodi del marito diventato il dominus della Turchia contempora­nea. Anni fa, in occasione di una rara intervista, Emine Erdogan aveva speso parole di apprezzame­nto per gli harem in quanto sarebbero, dal suo punto di vista, una palestra di vita per le donne.

Una dichiarazi­one che aveva scatenato un'ondata di critiche da parte delle femministe di tutto il mondo. Anche Muge Gulbaran Gumusdag, la nipote, ha lavorato a lungo per lo zio che l'aveva fatta nominare sua assistente esecutiva presso l'ufficio di Istanbul del primo ministro, nel palazzo di Dolmabahce. Intanto il marito è diventato oltre che presidente del Basaksehir anche il capo dell'associazio­ne dei club calcistici turchi. Ma si intravede già per lui una nuova carriera in politica, ca va sans dire. Secondo numerose fonti, Goksel Gumusdag si candiderà per diventare sindaco di Istanbul alle prossime elezioni. Ovviamente per il partito dello zio acquisito. Anche perché non sarà facile trovare un altro talento per sostituire Cengiz Under, che prima di volare a Roma, ha ricevuto una telefonata dal Sultano. Lo ha rivelato lui stesso: “Poco fa mi ha chiamato il nostro presidente Erdogan, mi ha detto che tutto il paese è con me”.

Per una volta una bugia a fin di bene. Perché una metà del paese, ossia quella che votato contro la riforma della Costituzio­ne nel referendum dello scorso aprile e che non è scesa in piazza ieri per commemorar­e il fallito golpe del 15 luglio 2016, non ama la squadra del regime e forse di conseguenz­a, anche se ingiustame­nte, il talento che l'ha portata a imporsi nel mondo del calcio internazio­nale.

Affare di famiglia

Il patron della società è Goksel Gumusdag, uomo d'affari e nipote acquisito del presidente

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LaPresse Con le migliori intenzioni Il neo acquisto Cenziz Under

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