Il Fatto Quotidiano

A colpi di acido in faccia, piccoli criminali crescono

Londra, agguati ripetuti: vendette fra i membri delle 200 gang o tentativi di rapina

- » SABRINA PROVENZANI

La scia di attacchi inizia ad Hackney alle 22,25 di giovedì e finisce a nord Islington 72 minuti dopo. La dinamica è sempre la stessa: due ragazzi in motorino affiancano una moto, gettano acido corrosivo sul guidatore e quando questi fugge in preda allo shock e al dolore scappano con entrambi i mezzi. Cinque attacchi simili in poco più di un’ora, in zone trafficate al confine fra due quartieri ‘gentrifica­ti’ a nord-est di Londra: ci sono testimoni e telecamere, bastano poche ore alla polizia per fare i primi due arresti. Uno ha 16 anni, l’altro 15; manovalanz­a di una delle tante gang giovanili di questa parte di Londra. Solo ragazzini per il senso comune, veterani in un mondo in cui si entra a 9, 10 anni,

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con riti di iniziazion­e brutali, agguati a membri di gang rivali, spaccio in strada, furti. Ma anche omicidi: a volte per rapine finite male, altre al temine di spedizioni punitive. Come a Battersea, sud-ovest di Londra, lo scorso aprile, quando un gruppo di minorenni ha isolato un membro di una gang rivale in bicicletta e lo ha finito a colpi di machete. Ogni gang giovanile - sarebbero almeno 200 in tutta Londra - può contare, in media, su un centinaio di affiliati: bianchi, neri, asiatici ma tutti giovanissi­mi, poveri, con poche prospettiv­e.

LA MAPPA dei territori “controllat­i” è un patchwork: ruota di solito per pochi isolati attorno a un estate council da cui prende il nome, un complesso di edilizia popolare dove la piccola criminalit­à convive con la dignità di residenti che con le gang non vogliono avere a che fare, e combattono una lotta quotidiana per proteggere i loro figli dalla tentazione della violenza. Ma la storia di queste gang, cronaca di una città parallela, è anche insanguina­ta dalle tante vittime per caso: ragazzini finiti per sfortuna in un regolament­o di conti, scambiati per qualcun altro, puniti per aver soccorso un amico. E un’emergenza costante, sotto-traccia, poco più di un trafiletto finché le vittime sono membri di altre gang.

Da qualche anno, gli attacchi con armi da taglio sono stati sostituiti da quelli con l’acido: già 208 nel 2017 a Londra, in aumento rispetto al 2016, prevalente­mente portati a termine proprio in scontri fra gang. Armi letali, che possono causare danni e sofferenze permanenti e sono economiche da ottenere: 3 pounds per un po’ di ammoniaca. È più difficile essere incriminat­i per possesso di acido muriatico che per detenzione di machete. E il capo di imputazion­e per un attacco con un coltello è tentato omicidio, con acido è lesioni aggravate. La scia di attacchi della scorsa sera è un salto di qualità: perché le vittime sono passanti, residenti senza legami criminali, e, in un caso recente, sempre a Islington, una coppia con un bambino nel passeggino. Il capo della polizia di Hackney Ben Clark ha chiesto a negozianti e genitori di denunciare chiunque compri o venga in possesso di acidi corrosivi. Ma le risorse della polizia non sono sufficient­i. E in certe zone i poliziotti evitano di entrare.

casi nel 2017: e il codice prevede solo l’accusa di lesioni aggravate

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Ansa Forze insufficie­nti La polizia di Londra a corto di organico

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