Il Fatto Quotidiano

Di Sgarbi in futuro ricorderem­o solo le “capre”

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Sgarbi pubblica quotidiana­mente dei trafiletti sul Resto del Carlino che sono un autentico campionari­o di opinioni stravagant­i e inaudite. Sulla“assoluzion­e” della Corte Suprema per i noti problemi del concorso esterno in attività mafiose, ha accusato lo Stato di sequestro di persona di Bruno Contrada.

Sputando invettive sui magistrati. Sgarbi ha deciso e sentenziat­o così. Ma, nel commentare le condanne a Bossi per due reati che secondo lui non esistono, lasciandos­i trasportar­e da un garantismo assurdo, scrive testualmen­te che Antonio Di Pietro, che nessuno ha processato e condannato mai, ha inferto ferite alla democrazia degli ideali e allo sviluppo economico del Paese. Quindi avere passato una vita di lavoro prima in magistratu­ra e poi in politica, fondando un partito che si chiamava Italia dei Valori e combattend­o ogni forma di illegalità, per Sgarbi è stato una ferita alla democrazia. Oltretutto un anno fa la Bce in agosto ha pubblicato un report specifican­do che uno dei motivi per i quali l’Italia non cresce è proprio il mancato rispetto delle leggi, la corruzione dilagante e relativa impunità, che erano i campi di battaglia dell’onorevole Di Pietro, emarginato dal sistema perché rifiutò ogni compromess­o che mettesse in discussion­e i suoi principi.

Le cronache future giudiziari­e parleranno per sempre di Di Pietro nel bene e nel male. L’eredità di Sgarbi, forse, consisterà nelle espression­i colorate: “Capra, capra, capra!”. Questa sarà la sua eredità. EZIO MARINO

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