Il Fatto Quotidiano

I sindaci: “Difendiamo solo la nostra gente”

Continuano le tensioni nel messinese dopo l’arrivo non previsto di 50 africani

- » MARCO FRANCHI

Scarsa conoscenza del territorio. Inesistent­e dialogo con i sindaci e le popolazion­i interessat­e. Volontà di alcuni politici locali di cavalcare l’onda anti-immigrati: sono questi gli ingredient­i di quella che chiamano la rivolta dei sindaci contro migranti e rifugiati. Nel Messinese questa miscela è diventata esplosiva. Continua il presidio davanti all’hotel Il Canguro di Sinagra che ospita 50 migranti africani.

IN TESTA A TUTTI non il sindaco del paese interessat­o, ma quello del comune confinante, Castell’Umberto, Vincenzo Lionetto. Un passato nell’Azione cattolica, la gioventù in Lotta Continua e la maturità sotto le bandiere di Berlusconi, Lionetto cavalca l’onda, ma tiene a precisare che “il problema non sono i migranti, ma il fatto che sono arrivati qui senza che nessuno ci abbia coinvolti nelle decisioni. Devo difendere la mia gente”. Accanto a lui, nell’assemblea di 34 sindaci di Nebrodi tenuta nella mattinata di ieri, molti cittadini della zona. Durante la riunione è stato letto il documento consegnato dieci giorni fa al prefetto col quale si chiedeva un incontro sui problemi dell’accoglienz­a. “Ma non siamo stati accolti – sostiene il sindaco di Castel l’ Umberto–Abbiamo quindi deciso di rimandare lo stesso documento e chiedere di nuovo di essere ricevuti perché i problemi sono sempre gli stessi”. Dieci giorni, quindi, e nessun ascolto da parte della Prefettura. Solo quando la tensione è salita alle stelle, con il blocco e il presidio de ll ’ albergo, il prefetto di Messina, Francesca Ferrandino, si è deciso a convocare i 45 sindaci dell’area dei Nebrodi. L’incontro avverrà il 20 luglio prossimo, alle 12. “La verità – dice un cittadino presente al presidio – è che il governo vuole procedere per imposizion­i. Vogliono decidere tutto: il numero di migranti da ospitare sul territorio, le strutture di accoglienz­a, le cooperativ­e che dovranno gestire”.

I SINDACI non ci stanno a passare per razzisti. Parla il primo cittadino di Sinagra, Nino Musca: “Nel corso dell’assemblea dei sindaci si è ribadita l’assenza di qualunque animo razzista nei confronti dei migranti e l’intenzione di chiedere nuovamente un incontro con il Prefetto di Messina, che ancora attendiamo di vedere, per concertare insieme le migliori pratiche da mettere in atto per dare dignità all’accoglienz­a e sicurezza al territorio.” Lidia Gaudio, presidente del Consiglio comunale di Sinagra è riuscita ad entrare nella struttura, abbandonat­a da un anno e senza elettricit­à: “Nell’albergo ci sono 50 migranti, quasi tutti del Sudan e del Ghana. L’edificio è in condizioni accettabil­i, ma il gruppo elettrogen­o è una soluzione temporanea. Faremo il possibile, il sindaco, io, i consiglier­i e gli assessori ci stiamo impegnando per su tutti i fronti per garantire sicurezza ai nostri cittadini e dignità ai migranti”.

Insomma, non è la “rivolta” contro gli immigrati, quella in atto nel Messinese. Solo Matteo Salvini (che è tornato ad inondare agenzie, tv, siti e social dopo giorni di silenzio) non lo ha capito: “I sindaci fanno bene, quando la Lega sarà al governo difenderà i confini”. Sindaci e cittadini vogliono solo chiarezza sulle scelte del governo. Salvatore Castrovi- ci, sindaco di Torrenova: “Lo abbiamo detto mille volte e ribadito anche nel corso dell’assemblea, c’è la nostra totale volontà ad aderire allo Sprar (il sistema di distribuzi­one dei migranti sul territorio, ndr), e ad organizzar­e un’accoglienz­a seria e responsabi­le attraverso il controllo dell’ente locale, ma siamo contrari nettamente a questo modo di inviare i migranti in strutture fatiscenti”.

INTERVIENE anche il parroco di Castell’Umberto, Nino Mastrolemb­o. “Voglio ricordare che i siciliani di oggi sono figli e nipoti di emigranti, quasi in ogni famiglia c’è stata una storia segnata spesso da rifiuti e da umiliazion­i. Non possiamo fare oggi come è stato fatto con i nostri nonni e con i nostri genitori, non possiamo essere noi a farlo. I cinquanta migranti quando lasceranno il nostro paese dovranno portarsi un ricordo d’amore . Subito nella comunità ci siamo chiesti: hanno acqua, hanno di che mangiare”.

IL PARROCO MASTROLEMB­O

Voglio ricordare che i siciliani di oggi sono figli e nipoti di emigranti, quasi in ogni famiglia c’è stata una storia segnata da rifiuti e da umiliazion­i

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Da sinistra il sindaco di Torrenova Salvatore Castrovinc­i, il sindaco di Castell'Umberto Vincenzo Lionetto Civa e il sindaco di Sinatra Nino Musca
Ansa Primi cittadini Da sinistra il sindaco di Torrenova Salvatore Castrovinc­i, il sindaco di Castell'Umberto Vincenzo Lionetto Civa e il sindaco di Sinatra Nino Musca
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