Milan, comunque vada è un affare
Ese i cretini fossimo noi e chi ha capito tutto fosse Yonghong Li, il cinese che ha comprato il Milan dopo indicibili stenti ricorrendo, alla fine, a un prestito di180 milioni del fondo Elliott? La domanda sorge spontanea visto che il Milan è oggi il club che ha più speso al mondo (214 milioni contro i 154 del Manchester City) e ancora non ha finito. “Faremo altri acquisti”, ha detto ieri Yonghong Li alla presentazione di “Milan China”; dopodiché Fassone ha promesso ai tifosi un bomber tra Aubameyang, Belotti e Morata, spesa minima 70 milioni. Mentre chi regge il nostro calcio parla di aprire gli stadi alla lap dance, visto che ai botteghini ci sono 4 gatti, c’è questo Yonghong Li che sembra avere scoperto il segreto dell’acqua calda. Che poi sarebbe il ritorno del Milan in Champions. Non ci credete? Seguiteci.
SPESA REALE. Al momento del closing, Fassone e Mirabelli si sono visti mettere a disposizione per il mercato un bond di 55 milioni. Direte: ma il Milan di milioni ne ha spesi 214. No, in realtà ha speso ad oggi (i conti sono di Calcio & Finanza) 40,9 milioni perché il costo dei cartellini, a bilancio, vale per l’ammortamento annuale e per quanto paghi nell’immediato, visto che i pagamenti sono scaglionati su più anni. NESSUN DEBITO. Detto che tutti i club hanno un’esposizione debitoria più o meno consistente, il Milan è oggi l’unica società senza debiti visto che col closing le banche sono state saldate.
SALDO NETTO: 150 MILIONI. Come detto, il Milan ha speso 214 milioni e altri ne spenderà per uno o due attaccanti. Ma considerando le cessioni (entro la fine di agosto, dopo Kucka, Lapadula e Bertolacci se ne andranno Bacca, De Sciglio, Niang e altri) Fassone conta di chiudere la sessione con un disavanzo di 150 milioni: da pagare in 3 rate annuali da 50.
E mentre per la prima c’è il bond, le rate 2018-19 e 2019-20 Yonghong Li conta di pagarle con i proventi della Champions, dove il Milan deve arrivare, e che potrebbero anche superare i 50 milioni annui. L’AFFARE DONNARUMMA. C’è di più. La riconferma di Donnarumma, a dispetto dell’alto ingaggio corrispostogli, vale anche da salvagente economico: perché se Gigio, come molti pensano, fra un anno o due dovesse andarsene al Real o alla Juve, i 75 milioni della clausola rescissoria sarebbero plusvalenza pura da mettere a bilancio.
ELLIOTT GARANTITO. Tutti si chiedono: ma il fondo Elliott, che ha prestato a Yonghong Li 180 milioni, di fronte alle spese pazze del Milan non dice nulla? No, e fa bene. Perché se domani Yonghong Li dovesse rivelarsi insolvente, Elliott si ritroverebbe proprietario di un Milan con un parco giocatori di assoluto valore e andrebbe in cerca di compratori avendo nel portafoglio un club di altissimo livello, oltre che di grande notorietà internazionale.
COME IL MANCHESTER. Concludendo: Yonghong Li sta semplicemente facendo quel che da sempre fa il Manchester United: acquisti senza badare a spese con la certezza (lo United) e la speranza (il Milan) di attivare una redditività che ti permetta ogni anno, a scadenza, di cancellare i debiti. Come dire: m’indebito per comprare campioni costosi che mi permetteranno, poi, di saldare i debiti (e si pagheranno da soli). Se il Milan arriva quarto, il capolavoro è servito.