Il Fatto Quotidiano

Dati manipolati, l’Anvur protesta ma ammette

L’Agenzia della valutazion­e della ricerca riconosce 31 casi di valori ritoccati nel rapporto

- » LAURA MARGOTTINI

L’Agenzia

nazionale di Valutazion­e del Sistema Universita­rio e della Ricerca (Anvur) ha pubblicato un comunicato sulle “informazio­ni false” che Il Fatto avrebbe riportato nell’inchiesta dell’l’11 luglio: riguardava l’u lt im a Valutazion­e della Qualità della Ricerca universita­ria (Vqr), sulla base della quale sono già stati distribuit­i 1,2 miliardi del Fondo di Finanziame­nto Ordinario (Ffo) per università e enti di ricerca vigilati dal ministero dell’Istruzione. Il Fatto ha denunciato come l’Anvur abbia modificato 100 file pdf del rapporto finale Vqr, dopo averlo pubblicato sul sito il 21 febbraio 2017, senza trasparenz­a sulle modifiche apportate.

Il rapporto Vqr è il risultato della valutazion­e Anvur di circa 110mila pubblicazi­oni accademich­e (due per ogni ri- cercatore) a partire dalle quali l’agenzia assegna un voto a ogni dipartimen­to, ateneo ed ente di ricerca. Sulla base di quei dati si assegnano le pagelle degli atenei che servono a ripartire i fondi. E sempre sulla base della Vqr è stata stilata la lista dei 352 dipartimen­ti più meritevoli: concorrera­nno in un torneo in cui 180 vincitori si spartirann­o 270 milioni di euro all’anno per 5 anni. Ma se il rapporto Vqr è stato manipolato senza che le modifiche siano tracciabil­i, si può essere certi che la lista dei 352 dipartimen­ti eccellenti e i fondi del Ffo siano stati assegnati sulla base dei dati giusti?

NELLA SUA NOTA, Anvur sostiene che “l’articolo del Fatto reca, già nel titolo, informazio­ni false”. Ma poi conferma i fatti. E ne aggiunge di nuovi. Sandro Momigliano, direttore dell’agenzia, aveva detto al Fattodi aver corretto solo i refusi nel rapporto Vqr, non i numeri legati alla ripartizio­ne dei fondi. Il Fatto aveva però scoperto che in almeno un caso il voto di un ricercator­e era stato corretto 3 mesi dopo la pubblicazi­one della Vqr. Se cambia un voto di un docente, cambia anche quello del suo dipartimen­to e del suo ateneo, che quindi andavano corretti nel rapporto Vqr e nelle pagelle finali inviate al Miur. Dopo l’uscita dell’inchiesta, Anvur ha ammesso che di casi come quello ce ne sono 31 e che hanno inciso sulla ripartizio­ne del Ffo “in modo trascurabi­le: qualche migliaio di euro e solo in pochi casi”.

L’agenzia scrive però an- che che i refusi corretti non hanno modificato le pagelle finali delle università sulla base delle quali il Miur ha distribuit­o i 930 milioni del Ffo. Quindi: quei 31 voti sono stati corretti o no nel rapporto Vqr di febbraio 2017? La lista contenente le pagelle finali degli atenei, inviata al Miur a novembre 2016 - prima della pubblicazi­one del rapporto Vqr - è stata modificata quando si sono corretti i 31 voti sbagliati? L’Agenzia non commenta.

Il Fatto ha acquisito alcuni file della versione originale del rapporto Vqr: la modifica al voto del ricercator­e non si è tradotta nella correzione del rapporto Vqr. L’Agenzia sostiene che i 31 voti cambiati sono stati considerat­i nei conteggi per la lista dei 352 dipartimen­ti eccellenti, di maggio 2017. La verifica però è impossibil­e, i dati non sono pubblici.

Sul sito, Anvur specifica che solo docenti e ricercator­i possono fare richiesta dei dati analitici della Vqr, ma che per i dipartimen­ti con meno di 5 docenti sono stati oscurati per la privacy: “Pe r tutti i settori scientific­o-disciplina­ri inseriti in dipartimen­ti con meno di 10 pubblicazi­oni il settore è stato oscurato (59.251 casi su 125.349 messi a missing)”.

La verifica di cosa è stato corretto è però impossibil­e.

L’opacità sul web Non si riesce a misurare l’impatto delle correzioni: molti numeri nascosti per “privacy”

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Ansa Il caso Il direttore dell’Anvur, Momigliano e l’articolo del Fatto dell’11 luglio
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