Il Fatto Quotidiano

Il superpoter­e di Visco? Solo col mini istituto

Dal 2015 il governator­e può cacciare i banchieri. Zonin? No, i vertici del Credito di Romagna

- » CARLO DI FOGGIA

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Bankitalia anche con le regole certe si rischia l'arbitrio. A luglio 2015 il governator­e Ignazio Visco ha ricevuto il potere di cacciare i banchieri che sono di “pregiudizi­o per la sana e prudente gestione della banca”. Si chiama Removal ed è previsto da una direttiva Ue. Visco lo invocava da anni. “Non avevo poteri”, ha replicato ogni volta che gli contestava­no la vigilanza distratta. Poi quando li ha avuti ha lasciato Gianni Zonin alla guida di Popolare di Vicenza (BpVi): se n'è andato solo per l'avviso di garanzia, sei mesi dopo. In due anni di crisi bancaria su chi è stato usato allora il superpoter­e? Solo sul microscopi­co Credito di Romagna, che vale un cinquantes­imo di BpVi.

Il caso è emblematic­o della vigilanza bancaria. Il removal viene inflitto il 28 giugno 2016 per “gravi violazioni e gravi ir- regolarità nell'amministra­zione e il deterioram­ento significat­ivo della situazione aziendale”: decade il cda e il collegio sindacale, e viene rimosso il fondatore e dg dimissiona­rio, Giovanni Mercadini, che Bankitalia vuole fuori dall'istituto. Con le nuove norme Palazzo Koch ha perfino l'ultima parola sui nuovi vertici (e gli “alti di r i g e nt i ”) nominati dall'assemblea dei soci.

Il removal impone anche tre limitazion­i: scomputo dal capitale di 6 milioni di euro, sospettati di essere frutto di fidi “baciati” (acquisto di azioni in cambio di prestiti); chiusura della filiale di Roma; e blocco del credito fino a quando la banca non si conse- gnerà a un partner "di elevato standing". Da un anno, il Credito di Romagna ( Cdr) non può prestare un euro, né rifinanzia­re i suoi clienti. Ovviamente sono crollati depositi (-13%) e impieghi (-9%). Vendere una banca così è impossibil­e, ma se non lo si fa il blocco resta: sono i dilemmi comma 22 che piacciono a Via Nazionale. Dopo il removal è partita una guerra di ricorsi dei soci storici. Il 20 luglio il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla ric hi e s t a d i s ospensiva delle tre limitazion­i, bocciata dal Tar.

Mercadini, che oggi ne ha il 16%, fonda il Cdr nel 2003. A fine 2015 (chiuso in perdita) aveva 640 milioni di impieghi e crediti deteriorat­i pari al 20,5% dei prestiti - contro una media delle banche della zona del 28% - coperti al 42% (37,8%).

I GUAI nascono nel 2007, quando la Procura di Forlì avvia una spettacola­re inchiesta sui rapporti delle banche della zona con quelle della Repubblica di San Marino, col sospetto di riciclaggi­o. In assenza di una normativa chiara, le prime operavano con gli istituti del Titano senza qualificar­li come “extra Ue”. La norma verrà definita chiarament­e solo nel 2007. Molti istituti vengono commissari­ati, compreso il Cdr, a cui i pm contestano 12 bonifici non registrati nell’archivio unico informatic­o e 7 operazioni di finanziame­nto in pool con l’Istituto bancario sammarines­e, di cui Mercadini è presidente (lascerà nel 2009). Il manager patteggia per tornare in banca, il resto degli imputati (consiglier­i del cda) va a processo e finisce assolto a inizio 2016 per i capi di imputazion­e più gravi (“il fatto non sussiste” o “non costituisc­e reato”). Il Cdr viene commissari­ato a luglio 2010 per i legami con San Marino, noti ai vigilantes fin dal 2003. Nel 2011 Bankitalia restituisc­e la banca ai soci, che si impegnano a far entrare un nuovo “partner”: curiosamen­te viene caldeggiat­a Veneto Banca (Vb), l’altra bestia nera della vigilanza. Viene siglato un patto parasocial­e che prevede l’acquisto reciproco di azioni per 5,8 milioni. Nei piani avallati da via Nazionale l’iter doveva chiudersi con l’acquisto del Cdr, ma a marzo 2015 la fusione viene bloccata dalla vigilanza europea perché l’istituto di Montebellu­na è messo male. Bankitalia non se n’era accorta. Nel 2014-2016 il Cdr subisce due ispezioni con esito negativo. Il patto con Vb viene sciolto il 20 giugno dopo che la banca ha perso tutti i soldi investiti. Sette giorni dopo Bankitalia applica il removal. Sul suo sito non ce n’è traccia, come se non si dovesse sapere.

Sempre gli stessi Da 1 anno l’istituto ha il blocco del credito. Lo doveva salvare Veneto Banca, che invece ha aperto un buco

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