Il superpotere di Visco? Solo col mini istituto
Dal 2015 il governatore può cacciare i banchieri. Zonin? No, i vertici del Credito di Romagna
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Bankitalia anche con le regole certe si rischia l'arbitrio. A luglio 2015 il governatore Ignazio Visco ha ricevuto il potere di cacciare i banchieri che sono di “pregiudizio per la sana e prudente gestione della banca”. Si chiama Removal ed è previsto da una direttiva Ue. Visco lo invocava da anni. “Non avevo poteri”, ha replicato ogni volta che gli contestavano la vigilanza distratta. Poi quando li ha avuti ha lasciato Gianni Zonin alla guida di Popolare di Vicenza (BpVi): se n'è andato solo per l'avviso di garanzia, sei mesi dopo. In due anni di crisi bancaria su chi è stato usato allora il superpotere? Solo sul microscopico Credito di Romagna, che vale un cinquantesimo di BpVi.
Il caso è emblematico della vigilanza bancaria. Il removal viene inflitto il 28 giugno 2016 per “gravi violazioni e gravi ir- regolarità nell'amministrazione e il deterioramento significativo della situazione aziendale”: decade il cda e il collegio sindacale, e viene rimosso il fondatore e dg dimissionario, Giovanni Mercadini, che Bankitalia vuole fuori dall'istituto. Con le nuove norme Palazzo Koch ha perfino l'ultima parola sui nuovi vertici (e gli “alti di r i g e nt i ”) nominati dall'assemblea dei soci.
Il removal impone anche tre limitazioni: scomputo dal capitale di 6 milioni di euro, sospettati di essere frutto di fidi “baciati” (acquisto di azioni in cambio di prestiti); chiusura della filiale di Roma; e blocco del credito fino a quando la banca non si conse- gnerà a un partner "di elevato standing". Da un anno, il Credito di Romagna ( Cdr) non può prestare un euro, né rifinanziare i suoi clienti. Ovviamente sono crollati depositi (-13%) e impieghi (-9%). Vendere una banca così è impossibile, ma se non lo si fa il blocco resta: sono i dilemmi comma 22 che piacciono a Via Nazionale. Dopo il removal è partita una guerra di ricorsi dei soci storici. Il 20 luglio il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla ric hi e s t a d i s ospensiva delle tre limitazioni, bocciata dal Tar.
Mercadini, che oggi ne ha il 16%, fonda il Cdr nel 2003. A fine 2015 (chiuso in perdita) aveva 640 milioni di impieghi e crediti deteriorati pari al 20,5% dei prestiti - contro una media delle banche della zona del 28% - coperti al 42% (37,8%).
I GUAI nascono nel 2007, quando la Procura di Forlì avvia una spettacolare inchiesta sui rapporti delle banche della zona con quelle della Repubblica di San Marino, col sospetto di riciclaggio. In assenza di una normativa chiara, le prime operavano con gli istituti del Titano senza qualificarli come “extra Ue”. La norma verrà definita chiaramente solo nel 2007. Molti istituti vengono commissariati, compreso il Cdr, a cui i pm contestano 12 bonifici non registrati nell’archivio unico informatico e 7 operazioni di finanziamento in pool con l’Istituto bancario sammarinese, di cui Mercadini è presidente (lascerà nel 2009). Il manager patteggia per tornare in banca, il resto degli imputati (consiglieri del cda) va a processo e finisce assolto a inizio 2016 per i capi di imputazione più gravi (“il fatto non sussiste” o “non costituisce reato”). Il Cdr viene commissariato a luglio 2010 per i legami con San Marino, noti ai vigilantes fin dal 2003. Nel 2011 Bankitalia restituisce la banca ai soci, che si impegnano a far entrare un nuovo “partner”: curiosamente viene caldeggiata Veneto Banca (Vb), l’altra bestia nera della vigilanza. Viene siglato un patto parasociale che prevede l’acquisto reciproco di azioni per 5,8 milioni. Nei piani avallati da via Nazionale l’iter doveva chiudersi con l’acquisto del Cdr, ma a marzo 2015 la fusione viene bloccata dalla vigilanza europea perché l’istituto di Montebelluna è messo male. Bankitalia non se n’era accorta. Nel 2014-2016 il Cdr subisce due ispezioni con esito negativo. Il patto con Vb viene sciolto il 20 giugno dopo che la banca ha perso tutti i soldi investiti. Sette giorni dopo Bankitalia applica il removal. Sul suo sito non ce n’è traccia, come se non si dovesse sapere.
Sempre gli stessi Da 1 anno l’istituto ha il blocco del credito. Lo doveva salvare Veneto Banca, che invece ha aperto un buco