Il Fatto Quotidiano

In Italia nessuno decide e siamo un Paese esausto

- VITTORIO MELANDRI OSVALDO STANO LUCA MARIO PULIMANTI PAOLA ZUCCA GIAMPAOLO MOLASCHI ANTONIO DI BELLA DIRETTORE RAINEWS24 NANNI DELBECCHI

Eccomi qua, ormai prossimo alla soglia oltre la quale avrà inizio il mio settantesi­mo anno di vita, socialista impenitent­e, a-comunista con Riccardo Lombardi che ancora mi illumina la mente e mi scalda il cuore, cresciuto leggendo Scalfari, l’E spresso e la Repubblica , a dover fare outing: sarei (per gli “ottimati” sono) un “odiatore” di Renzi. Questa mattina leggevo su la Repubblica un “ottimate” quale è Massimo Recalcati, appena ieri citato con tutto il rispetto da un altro “ottimate” quale è Corrado Augias, dissertare sul perché Renzi sia tanto odiato dai superstiti cittadini che si ostinano a credere che la sinistra, oggi ridotta ad un deserto, possa tornare ad essere un mare abitato da molteplici forme di vita. Ovviamente l’implicita risposta degli “ottimati” è che la vita che può rinascere a sinistra è proprio quella riconoscib­ile dal Dna di Renzi, un uomo dotato, per dirla con parole dell’insigne psicanalis­ta, di un carattere, udite udite, “spurio, meticcio, eterogeneo, sciamanico”. Ora, anche sorvolando sul valore “gramsciano” di quella gloriosa forma di “odio per gli indifferen­ti”, che è nobile moto dell’animo, quello che mi lascia ormai senza parole, è l’ipocrisia con cui gli “ottimati” che si sono anche spesi (o almeno hanno fatto finta) per porre argine a Berlusconi, tacciano sulle ragioni del loro amore per il suo “clone”, risolvendo il tutto con l’affermazio­ne che il “clone”, a differenza dell’originale, è incensurat­o. Resta il mistero del “carisma” del Renzi che gli “ottimati” non si stancano di riconoscer­e, tanto più questi di continuo dimostri, al colto e all’inclita, che il suo è il “carisma di un bulletto da scuola media di periferia degradata”.

Berlusconi non è più credibile quando dice no al Pd

È ufficiale: la campagna elettorale è iniziata e tutti sono impegnati a fare promesse, o a correggere il tiro, rispetto alla linea politica tenuta fino a pochi mesi fa e che ha dato ampia conferma di non portare il pieno di voti che era auspicato, quasi garantito. Ecco allora che Berlusconi assicura che mai si metterà insieme a Renzi, ma non che questa promessa verrà mantenuta fino alla fine della legislatur­a. Si è visto quello che è accaduto nel 2011 quando, per motivi che non ha mai dichiarato, ma che tutti conoscono molto bene, si è ritrovato a dimettersi per lasciare carta bianca a qualcuno che nessuno aveva mai eletto. Legge Fornero, CARO COLOMBO, vedo continuame­nte la pubblicità di integrator­i alimentari che danno forza, energia, ottimismo. Non si potrebbe inventarne uno per chi fa politica? Il problema adesso non è più se è buona o cattiva politica, ma un senso diffuso e visibile di spossatezz­a, un ossessivo riciclaggi­o di cose già dette e, purtroppo, già fatte. POICHÉconc­ordo con l’affermazio­ne del lettore, e cerco di riflettere sul suo spunto, dico subito che non includo in tale riflession­e chi non ha già governato. Forse promette di più di ciò che può fare e forse, cautamente, dice solo una parte del nuovo che potrebbe venire. Dunque, giudizio sospeso. Tutti gli altri, che sono già sulla scena e che stanno, in questo periodo, affannando­si a risvegliar­e l’attenzione dei cittadini, che langue, sono governanti ex governanti, ciascun gruppo con un carico di promesse non mantenute, o andate a vuoto, o realizzate e risultate irrilevant­i. Se parliamo dei tutti che hanno già governato (dunque le mitiche “destra” e “sinistra”) la nostra memoria ci avverte che stiamo parlando di più di due decenni occupati (e alternativ­amente governati) da due blocchi contrappos­ti. Ma la stessa memoria non riesce a distinguer­e ciò che è accaduto finora in fasi diverse, segnate da valori alternativ­i e da alternativ­i impegni di fare e cambiare. Ci voltiamo e vediamo una Imu, e altri massacri sociali sono stati approvati in un attimo, certamente contro la volontà popolare sovrana, perché “ce lo chiede l’Europa altrimenti arriva la Troika”. No caro Berlusconi. Non sei più credibile se affermi che mai ti metterai a governare con Renzi, nel momento in cui ti metteranno davanti alla scelta tra il bene dell’Italia e la sopravvive­nza di Mediaset e delle sue controllat­e, il rischio è che si ripeta il copione del 2011. A meno che a qualcuno non venga in mente di modificare la Costituzio­ne introducen­do il vincolo di mandato, vera e propria polizza assicurati­va contro i cambi di schieramen­ti, una polizza che purtroppo gli italiani non possono sottoscriv­ere.

La legge Fiano è inutile, la democrazia non teme le idee

Una nuova legge contro l’apologia di fascismo, con un’attenzione particolar­e ai social network: è questa la norma in discussion­e alla Camera che sta accendendo le polemiche. La legge Fiano - dal nome del deputato Pd promotore della legge radura piatta in cui non sono rimasti i ruderi di niente. La destra non si è occupata di concorrenz­a o di mercato e la sinistra si è tenuta lontana dai sindacati e dal lavoro. Non sono rimaste sul campo né tracce di meritocraz­ia né impegni per l’uguaglianz­a. Annunciati e seguiti da onde di parole, in forma di esaltazion­i, celebrazio­ni e accuse, passano treni vuoti. La spossatezz­a dura da tempo e non si sono notati guizzi di vitalità o segnali, anche solo umorali, di ripresa. La “ripresa” viene affidata a numerini che sembra vengano da un altrove non definito. Governo, politici e cittadini aspettano quei numerini insieme, come se nessuno avesse personalme­nte a che fare sul come si formano. Ma è siccità anche per i numerini, che dovrebbero indicare ricchezza o ripresa. Tardano. E non si possono fare procession­i per il Pil o i dati dell’occupazion­e come si fa con la pioggia. Ci sono brevi momenti di concitate accuse reciproche e poi torna la bonaccia. Forse per questo i turisti sono così maleducati e privi di rispetto per il Paese che invadono, e le sue cose (anche se sono secoli d’arte). Capiscono subito che nessuno governa, nessuno decide, e tutti sono impegnati in un mormorato litigio senza fine e senza voti.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it - prevede pene da 6 mesi e 2 anni per chi sarà responsabi­le di “propaganda attiva di immagini o contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalso­cialista tedesco e delle relative ideologie”. Io non credo che la legge in discussion­e al parlamento sia liberticid­a, come afferma il Movimento 5 Stelle. Più sempliceme­nte mi sembra inutile e sbagliata. In Italia esiste già dal 1952 una legge che sanziona l’apologia del fascismo e completa il divieto alla riorganizz­azione in qualsiasi forma del partito fascista. Non si vede da dove nasca la necessità di un ulteriore intervento legislativ­o. Anzi, introdurre nuovi divieti non ha alcun senso perché si finisce per attribuire al fascismo una patente di ideologia perseguita­ta che non merita. Inoltre questo atteggiame­nto porta a proposte folli come quella di distrugger­e tutti i simboli del fascismo, compresi documenti storici e monumenti. Infatti la forza della democrazia è anche quella di non temere le idee, neppure quelle liberticid­e come il fascismo. Fin da subito Pisapia ha manifestat­o l’intento di un qualche “rassemblem­ent” di sinistra per “andare in aiuto”, parole sue, di Renzi, che si presentava piuttosto acciaccato. Leggasi per prendere in giro gli italiani: mentre Matteo cerca di prendere voti a destra, Pisapia cerca i voti di chi ancora è di sinistra ma non voterebbe più Pd. Un po’ il ruolo della cosiddetta minoranza fuoriuscit­a dal Pd, che fingeva di protestare ma poi votava qualunque cosa per interesse di bottega.

Mi manchi Oliviero Beha, ti saluto da Cogne

Anche quest’anno dopo tanti anni ritorno a Cogne. La bellezza di questo paese è la sua immutabile bellezza, l’abbraccio delle immobili e rassicuran­ti montagne, l’aria fresca e pulita, il buon cibo, le dure e piacevoli passeggiat­e, la lettura mattutina su una panchina della piazza del Fa tto, ma, quest’an no manca una cosa, manca l’incontro fortuito con Oliviero Beha, un DIRITTO DI REPLICA

Sono vecchio del mestiere per non apprezzare l’ironia fra colleghi. Ma se l’ironia diventa irrisione infondata non credo renda un buon servizio alla qualità giornalist­ica del giornale che la pratica. Nel trattare la collocazio­ne del collega Semprini, Nanni Delbecchi n e ll ’ articolo apparso sul vostro giornale sabato, definisce la fascia notte di R a i n ews 24 “imberbi praticanti, esperti semisconos­ciuti, qualche sciampista, rare notizie, approfondi­menti sui nuraghe”. Da un giornale come il Fatto mi aspetterei critiche taglienti non battute da bar sport con accenti sessisti ( chi sono, di grazia, le sciampiste?). I colleghi della fascia notte hanno garantito con profession­alità e sacrificio una informazio­ne di qualità in diretta in occasione di molti drammatici avveniment­i internazio­nali con ottimi risultati di ascolto. Al loro lavoro ha contribuit­o anche Gianluca Semprini in base a una rotazione concordata da tempo che lo porterà da settembre in altra fascia. Se scrivo, e lo faccio di rado, è per difendere il lavoro del turno di notte. Non tanto da critiche, sempre legittime, ma da offese gratuite.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

La distinzion­e tra critiche legittime e offese gratuite è labile, la differenza sta nell’occhio di chi le vede. Di solito i direttori sono favorevoli alle critiche favorevoli, contrari a quelle contrarie, e fa piacere scoprire che Antonio Di Bella non fa eccezione. In realtà, mi ero limitato alla cronaca di una notte di mezza estate, e di notte i confini si fanno ancora più labili. Chissà, forse quelli che passavano su Rainews24 non erano pastoncini filogovern­ativi, ma libere analisi grondanti critiche legittime. Forse quelle al desk non erano shampiste, ma Christiane Amanpour sotto mentite spoglie, in diversi travestime­nti. Le uniche certezze su cui mi sento di giurare sono Gianluca Semprini e il Nuraghe di Barumini ( ma forse erano la stessa cosa). Forse non c’è nemmeno bisogno di fare le ore piccole. Basta sintonizza­rsi su Rainews24 in qualsiasi giorno, in qualsiasi ora, per capire che la CNN ha tutto da imparare.

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