Selvaggia Lucarelli assolta: “Non rubò le foto dei Vip”
Il giudice derubrica l’accesso abusivo informatico, peraltro improcedibile per assenza di querela. Per gli altri due capi la blogger, Neri e Soncini del tutto innocenti: “Il fatto non sussiste”
Molto rumore per nulla. Ieri il giudice Stefano Corbetta, della XI sezione del Tribunale di Milano, ha assolto i blogger Gianluca Neri ( fondatore di Macchianera), Selvaggia Lucarelli (firma del Fatto quot id ia no) e Guia Soncini ( di Repubblica ), imputati accusati di aver “rubato” foto ed e- mail alle showgirl Elisabetta Canalis, Mara Venier, Federica Fontana e al marito di quest’ultima, Felice Rusconi, con presunti hackeraggi nella loro posta elettronica. L’inchiesta era partita 7 anni fa dalla denuncia di Rusconi sulla circolazione di 191 foto da lui scattate nel 2010 nella villa comasca “Oleandra” di George Clooney nel 32° compleanno della sua fidanzata, la Canalis, e poi inviate dal “fotografo” via mail ad alcune partecipanti alla festa.
FOTO DI PERSONEin abito da sera, nulla di pruriginoso. Ma scattate in una residenza privata e protette dalla privacy. Qualcuno – non si sa come – vi era entrato in possesso; Neri le trovò e le passò alla Lucarelli, che le mostrò al giornalista di ChiGabriele Parpiglia e al direttore della rivista con cui aveva collaborato, Alfonso Signorini. Il quale, prima ingolosito dallo scoop sulla segretissima dimora di Clooney, rinunciò poi a pubblicarlo per questioni di privacy. Fontana e Canalis si erano costituite parte civile, ma non avevano sporto querela in aggiunta a quella di Rusconi (che però non aveva subito danni). La Procura di Milano si era convinta che l’hacker fosse Neri; che Lucarelli e Soncini sapessero che i suoi materiali provenivano da spionaggi informatici; e che Selvaggia avesse tentato di vendere le foto a Chi. Poi, al processo, Signorini dichiarò che non gli aveva chiesto un euro e si scoprì che Parpiglia possedeva già le foto prima che lei gliele mostrasse. Ora il Tribunale rade al suolo le accuse più gravi, e cioè la violazione della privacy e il tentativo di vendere le foto, con la formula più ampia possibile: “il fatto non sussiste e comma 1 dell’art. 530 Cpp, che esclude anche l’insufficienza di prove. Quanto al l’accusa di hackeraggio dell’account di Fontana & C., il giudice non si pronuncia perché nessuna delle parti interessate hanno sporto querela: per questa imputazione il processo non doveva neppure cominciare. Sulla ri- costruzione dei fatti, si saprà di più dalle motivazioni. Ma già il dispositivo qualcosa dice.
1) Non fu Neri ad hackerare le e-mail della Canalis: il giudice ha derubricato il reato di accesso abusivo a sistema informatico in rivelazione di corrispondenza segreta abusivamente posseduta. E anche qui ha assolto, forse perché il possesso non era abusivo o perché la corrispondenza non era segreta. Probabile che Neri si approvvigionasse di materiali top secret da siti internazionali di hacker, simili alla galassia Wikileaks. Ma, man- cando la querela delle vittime, né le indagini né la sentenza potranno dire chi abbia “succhiato” foto e messaggi dalle caselle di posta.
2) La Lucarelli disse la verità, quando raccontò di aver ricevuto lecitamente da Neri le foto della festa (e mai una sola e-mail) e le mostrò a Parpiglia e Signorini, senz’alcun fine di lucro. Infatti non violò né il segreto sulla corrispondenza altrui (“il fatto non sussiste”: forse perché ormai le foto scaricate da altri non erano più segrete); né la privacy delle persone immortalate nelle foto (“il fatto non sussiste”: forse perché i protagonisti delle foto, mai pubblicate, non subirono alcun danno). Se qualcuno – com’è evidente – si è introdotto nella corrispondenza privata di Canalis, Fontana & C., è rimasto fuori dal processo, che ha portato alla sbarra gli imputati sbagliati. Resta la curiosità dei tre per quelle foto del tutto innocue, ma non è reato. “Dopo 7 anni di processo e articoli infamanti (fino a ieri), sono stata assolta perché il fatto non sussiste”, ha commentato la Lucarelli, linciata per quel processetto da tv e giornali berlusconiani e non solo, soprattutto dopo il suo arrivo al Fatto: “sono felice e ringrazio i miei avvocati Isabella Corlaita e Caterina Malavenda”. E il linciaggio continua.
Festa a casa Clooney Nessun hackeraggio né tentata vendita degli scatti dell’attore con Elisabetta Canalis