F35, il “gioiello” che mette nei guai le casse inglesi
Software vulnerabile, casco dei piloti difettoso e Londra non ha soldi per rimediare
Britain spends billions on flawed fighter jets”, titolava ieri il Times.“La Gran Bretagna spende miliardi per dei cacciabombardieri difettosi”. Al centro di una lunga e approfondita inchiesta del quotidiano londinese c’è l’ordine, da parte dello stato britannico, di 138 F35, gli aeroplani da combattimento prodotti dalla statunitense Lockheed Martin e al centro di controversie, anche in Italia, su costi eccessivi e presunti aspetti di inaffidabilità.
IL MODELLOordinato dai britannici è l’F35 Lightning II, o F35 B, il più costoso della sua classe ma anche, secondo il ministro della Difesa Michael Fallon, “il più potente e completo” della storia. Un gioiello tecnologico accolto da molti addetti ai lavori come un vero game-changer, capace di avere un impatto decisivo sulle prestazioni di tutti gli altri.
“Ma solo in teoria”, scrivono gli autori dell’inchiesta citando esperti indipendenti di aviazione militare. La realtà sarebbe molto diversa: “A 20 anni dal primo progetto, l’F35 Lightning II è molto più costoso del previsto, inaffidabile, pieno di errori di software e potenzialmente non si curo ”. I principali punti critici? Il software utilizzato, costato 12 miliardi, sarebbe vulnerabile ad attacchi informatici e la Gran Bretagna non ha le risorse per testarne la sicurezza in modo indi- pendente. Il sistema di comunicazione dati, punta di diamante del progetto, non sarebbe armonizzato con quello delle portaerei con cui dovrebbe “parlare”, che hanno in dotazione una banda per la trasmissione dati molto inferiore. Una disparità che renderebbe inutile il vantaggio tecnologico del caccia: perfino in modalità stealth, invisibile, per comunicare i dati rilevati dai loro sofisticatissimi sensori i piloti dovrebbero ricorrere ad un canale insicuro, che li metterebbe a rischio di essere intercettati.
Il casco dei piloti, un prodigio tecnologico da 309 mila pound che consente di selezionare l’obiettivo semplicemente guardandolo, emette però un alone verde che rende la visione “difficile, se non impossibile”. In un test, il visore notturno non avrebbe funzionato, lasciando il pilota al buio. E in una prima versione sarebbe risultato troppo pesante, tanto da mettere a rischio, in caso di espulsione, la sicurezza dei piloti più esili. Infine, uno dei punti di forza del modello B, il più costoso e sofisticato, è la capacità di atterrare e decollare in verticale: ma secondo documenti Usa citati nell’inchiesta, quattro dei 10 caccia già comprati sarebbero troppo pesanti per farlo in sicurezza. E poi c’è la questione dei costi. Ufficialmente, fra i 77 e i 100 milioni di pound per jet. Il Times però ha analizzato 44 contratti e cita “costi aggiuntivi nascosti” (indispensabili aggiornamenti del software o pezzi di ricambio) che porterebbero il conto finale, per i contribuenti, a circa 150 milioni l’uno. Sono stime, che in passato la Lockheed ha smentito.
IN OGNI CASO finora la spesa approvata per lo sviluppo, l’acquisto e il supporto iniziale per i primi 48 F35 supera i 9 miliardi di sterline. Troppo per aerei che, sostiene il Times, potrebbero non essere mai in grado di operare al meglio anche a causa dei pesanti tagli alla Difesa: il dipartimento responsabile dell’infrastruttura informatica indispensabile per farli funzionare ha, solo quest’anno, un buco di budget di 400 milioni.
Briciole rispetto alla voragine nel bilancio della Difesa: il ministero starebbe lavorando ad una ‘riorganizzazione” interna per trovare 10 miliardi entro i prossimi 10 anni, scriveva il Telegraphad aprile. Non si salva nemmeno il corpo d’elite dei Royal Marines, che di recente ha subito una prima riduzione di 200 uomini su un taglio previsto di 2000. Da ministro e governo finora nessun commento.
Chi ci guadagna
Il Times ha analizzato 44 contratti: da 100 milioni di sterline per jet si è arrivati a 150