Roma, Castelfusano va in fumo A Napoli primo morto nei roghi
Un 22enne idraulico arrestato per l’incendio nella Capitale. La Campania continua a bruciare tra Posillipo e il Cilento. Una vittima in fuga dalle fiamme a Giugliano
ARoma
va in fumo la pineta di Castelfusano e viene arrestato il sospetto piromane, un 22enne idraulico originario di Busto Arsizio (Varese). A Napoli e in Campania continuano a divampare gli incendi: nuovi focolai sulla collina di Posillipo, fiamme al Monte Sant’Angelo e sulla collina degli Astroni, fuoco senza sosta ad Agropoli e a Torchiara, due località del Cilento. Per la paura dell’incendio in corso a Giugliano, un uomo è salito sul suo capannone mentre a fianco ne bruciava un altro, ed è morto precipitando per il crollo di un lucernario.
ROMA BRUCIA, il Sud brucia, e i mezzi non bastano. A Roma l’incendio nella pineta di Castel fusano, vicino al litorale romano, ha impegnato cinque squadre dei vigili del fuoco supportate da due elicotteri e un canadair. Le fiamme, divampate in più punti nel primo pomeriggio, si sono rapidamente diffuse a causa del forte vento. Chiusa via Cristoforo Colombo da Casalpalocco ad Ostia, chiusa dalla litoranea anche via di Castel Porziano e via dei Pescatori. All’Infernetto la gente è scappata via dalle case per l’odore acre di fumo. “La situazione è gravissima. Buona parte della pineta è andata in fumo, l’incendio non è ancora domato, al momento non si esclude nessuna ipotesi sulla causa” dice la sindaca di Roma Virginia Raggi che si è recata sui luoghi. Un altro vasto incendio si è sviluppato in un campo di fronte all’ospedale Sant’Andrea, nella zona nord della capitale.
A Napoli gli incendi delle ultime ore appaiono episodi isolati e scollegati dalla regia unica che si intravede dietro gli incendi che nei giorni scorsi hanno devastato il Vesuvio. È l’ipotesi della Procura di Napoli guidata dal reggente Nunzio Fragliasso. Ieri i carabinieri della Forestale l’hanno inserita tra le righe di una informativa che sta per essere depositata e dove si fa il punto de- gli indizi raccolti in questi giorni di indagini serrate. Il rapporto degli uomini guidati dal generale Sergio Costa mette nero su bianco l’inequivocabile matrice dolosa dei roghi e la scientificità dell’operazione. Le indagini si concentrano su tre fronti diversi con tre diverse squadre investigative. Regia unica, sì. Ma quale? Oltre alla pista della camorra, ce ne sarebbe un’altra che conduce a movimenti di disoccupati interessati ad entrare nell’affare incendi tramite i progetti per il rimboschimento e la prevenzione dei roghi. Un fiume di 75 milioni di euro stanziati dalla Regione Campania ma congelati, di cui si fa cenno nell’inchiesta sul “patto della frittura di pesce” per la quale la Procura ha chiesto l’archiviazione del Governatore Vincenzo De Luca.