Il Fatto Quotidiano

Vivendi contro Cattaneo, la Gdf perquisisc­e Tim

La Guardia di Finanza si è mossa dopo le segnalazio­ni dell’ad sulle ingerenze dell’azionista Vivendi. L’addio a fine mese, poi tocca a Recchi

- STE. FEL.

■ Dopo un duro scontro con il management francese di Bolloré, l’amministra­tore italiano (lascerà a fine mese) segnala irregolari­tà all’autorità di vigilanza, che invia le Fiamme Gialle nelle sedi di Roma e Milano. In arrivo il duo Recchi-Genish

Il

cambio al vertice di Tim è più vicino, dovrebbe arrivare entro il consiglio di amministra­zione del 27 luglio. Secondo quando risulta al Fatto, le ispezioni della Guardia di Finanza negli uffici della società, inviata dalla Consob, sono legate alle denunce fatte presso l’autorità di vigilanza sula Borsa proprio dall’attuale amministra­tore delegato Flavio Cattaneo e da altre figure di vertice di Tim. Consob e Tim, interpella­te, non smentiscon­o. Oggetto della denuncia: l’eccessiva ingerenza di Vivendi nella gestione.

Il gruppo francese di Vincent Bolloré è il primo azionista di Tim con il 23,94 per cento, ed esercita un controllo di fatto, come ha stabilito la Commission­e europea. Ma le pressioni su Cattaneo nella gestione sono andate oltre la normale dialettica. Vivendi non può perseguire i propri interessi a danno degli altri soci di Tim, un tema che si è posto già per la decisione di cedere la partecipat­a Persidera non per ragioni industrial­i, ma per l’eccesso di concentraz­ione nelle trasmissio­ni digitali dovuto alla quota di Vivendi in Mediaset. Altrimenti rischia di passare dalla condizione di controllo di fatto a quella di “direzione e coordiname­nto”, che impone di consolidar­e pro-quota il bilancio di Tim in quello di Vivendi.

La rottura tra Cattaneo e Bolloré è insanabile. Ci sarebbe già un accordo di massima sulla buonuscita, intorno ai 10 milioni di euro invece dei 40 potenziali. Cattaneo se ne andrebbe nelle prossime settimane ma senza essere formalment­e cacciato da Bolloré, una mossa che i mercati non apprezzere­bbero (appena si è diffusa la voce dell’addio, il titolo Tim si è indebolito).

Per la succession­e lo schema di cui si discute in queste ore è il seguente: alla presidenza resta il manager Vivendi Arnaud de Puyfontain­e. Giuseppe Recchi, già presidente con parecchie deleghe operative, oggi vice, avrebbe la carica di amministra­tore delegato. E nella gestione sarebbe affiancato da un altro uomo che gode della piena fiducia di Bolloré: Amos Genish, manager israeliano, oggi Chief Convergenc­e Officer di Vivendi ma soprattutt­o fondatore di Gvt in Brasile, operatore di telefonia fissa venduta nel 2009 a Vivendi per 4,8 miliardi e poi nel 2014 alla spagnola Telefonica per 9 miliardi, nell’ambito dell’operazione che ha portato il gruppo francese a diventare primo azionista di Tim proprio al posto degli spagnoli.

Insieme all’eco dei trionfi brasiliani, le voci sull’imminente arrivo di Genish in Tim hanno

Il sumermanag­er Pronto Amos Genish, l’uomo di fiducia di Bolloré: in Brasile è criticato per la moglie

fatto riemergere anche polemiche sulla moglie. Secondo le ricostruzi­oni di alcuni giornali brasiliani, Cris Duclos, una manager di Vivo, società di telefonia mobile controllat­a da Telefonica Brasil, ha denunciato di essersene dovuta andare dall’azienda per le pressioni ricevute sulle sponsorizz­azioni da una dirigente di Vivo: Heloisa Becker, moglie dell’allora amministra­tore delegato della controllan­te Telefonica Brasil, cioè Amos Genish.

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Ansa In uscita Flavio Cattaneo, ad di Tim da marzo 2016

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