Il Fatto Quotidiano

Anche Renzi ci casca: sfrutta la figlia Ester per farsi umano

Pensierini di “Avanti” Dagli sms della Merkel alle preghiere per nonno Tiziano, l’ex premier celebra l’erede femmina

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Lui non comanda neppure in casa sua e poi lui mica aveva voglia di tornare in politica. Figuriamoc­i. È che, come spiega nell’incipit, per convincerl­o a ributtarsi in politica “migliaia e migliaia di persone mi hanno fermato per strada, in bicicletta e in seggiovia”.

In seggiovia. Io non ho ben capito come abbiano fatto a fermarlo in seggiovia. Cioè, in pratica lui era lì sospeso per aria e uno che passava nel senso opposto con gli sci ai piedi e la go pro sul casco, ha agganciato la racchetta al suo seggiolino e ha bloccato l’impianto per gridargli: “Torna o mi butto!!!”? Sono cose che gli italiani vogliono sapere, queste. Che le chiarisca. Comunque, parliamo di “Ieri”, “I Mille giorni”, “Domani”, “Una storia strana”, che sembrano i titoli dell’ultimo album di Raf e invece sono i titoli dei capitoli del libro. Perché leggendo Avanti si capisce quanto il buon Matteo stia facendo marcia indietro. Quanto abbia capito che è tempo di tornare ai quadretti familiari e ai buoni sentimenti. Che le faccende delle coop rosse si mimetizzan­o coi mulini bianchi.

E ALLORA, in questo libretto apparentem­ente innocuo, Matteo tira fuori dalla stalla i suoi cavalli da battaglia come il Berlusconi dei tempi migliori: i figli. I parenti. Gli aneddoti strappalac­rime. La moglie. I piccoli scazzi familiari che fanno simpatia. Prima erano le nonne con lui in copertina su Oggi, poi il papà in copertina su Chi, poi il ritratto di famiglia su Vogue, poi di nuovo la nonna che ricorda a tutti che il nipotino non ha mai detto bugie e così via. Ora si spinge oltre. E allora eccolo lì, il Renzi di Avanti che quando lascia Palazzo Chigi arriva a notte fonda a casa e rimbocca le coperte ai figli (nessuno rimbocca le coperte ai figli dai 6 anni in su. Rompi i coglioni e rischi di svegliarli). Il Renzi che cancella dall’agenda l’appunta- mento “consiglio europeo” e va al riceviment­o dei genitori dove indovinate, non nota una madre gnocca, no. Nota un neon rotto e allora pensa che non ha fatto abbastanza per la scuola. È lì in casa che scrive e il figlio Emanuele tira dei calci al pallone, facendo rumore. Allora il papà lo rimprovera perché sta lavorando, ma quella simpatica lenza del figlio gli risponde che lui un lavoro non lo ha più, ormai è disoccupat­o, si è di- messo. E allora papà Matteo che fa? Gli dà una legnata? Gli leva la PlayStatio­n? Lo manda a letto senza panino al lampredott­o? No, a papà Renzi ride il cuore.

POI C’È L’ALTRO figlio, Francesco, quello che gioca a calcio e che gli dà una grande lezione di vita. Viene sbattuto dall’allenatore in panchina, il papà gli dice “molla, puoi fare il caposquadr­iglia nei boy-scout!” che è tipo dire “dai, che ti frega di diventare Messi se puoi diventare Luca Giurato!” ma lui gli risponde “Non lascio questa maglia!”. C’è Agnese, che poverina, l’ha atteso paziente lontana mentre lui era a Palazzo Chigi: “è più difficile quando non ti incontri tutte le mattine a colazione ma solo su WhatsApp”. Cioè, manco una telefonata le faceva? Un matrimonio a distanza che ha retto grazie alle faccine su WhatsApp? Fatela santa, Agnese. Ma ci sono anche Nonno Adone e naturalmen­te Tiziano Renzi, che minaccia di farla finita e in effetti, nel libro, Matteo racconta il gesto estremo del papà nei giorni più difficili: smette di farsi la barba. Infine, c’è lei: Ester. Dieci anni. La figlia più piccola. La prescelta. Quella su cui, si intuisce, Matteo ha le aspettativ­e più alte. Ester è quella che già posava con la famiglia su Chi in occasione della sua comunione. Quella in total look Scervino con gli Obama. Quella che quando Ségolène Royal dice “La Nutella ha l’olio di palma!” va con mammà ad Expo e posa con Agnese nel padiglione Nutella. Quella che nel libro viene dipinta come l’enfant prodige di casa. Renzi butta lì che Ester è tra le voci bianche del maggio musicale fiorentino. Che la Merkel le ha mandato un sms. Che lei non prega più per quelli che ce l’hanno con nonno. Che lei non voleva far entrare Orfini in casa perché era amico di D’A l em a . Che non ti fa entrare in casa se non hai votato Sì al referendum. Insomma, roba da sottotitol­are il libro “Avanti, servizi sociali, venitevela a prendere!”. Che qualcuno la dia in affido temporaneo a Enrico Letta, che qualcuno salvi Ester dall’operazione “riabilitaz­ione mediatica di papà”, prima che lui, per convincerl­a delle sue buone intenzioni, la guardi dritta negli occhi e le dica: “Ester, bella di papà, stai serena”.

Sempre come B. Tira fuori dalla stalla i suoi cavalli da battaglia: la famiglia e gli aneddoti strappalac­rime

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Ansa Renzi a passeggio con sua moglie Agnese e i loro tre figli: due maschi e una femmina
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