“Non ci credo, è venuto a rompere pure qua”
Il segretario presenta il suo libro in un centro commerciale a Roma
Il
populismo del Paese reale avanza con ciabatte, abbronzatura rosea tipica di chi ha la carnagione chiara, maglietta do Brasil e bermuda a scacchi. Il populista a sua insaputa è sulla quarantina ed è in compagnia della moglie o fidanzata, del genere maggiorata costretta in un body marrone due taglie più piccolo. I due si fermano davanti alla vetrina, mettono a fuoco l’interno e poi l’uomo, attonito, esclama: “Nun ce posso credè è venuto a rompere er ca..o pure sotto casa mia”. La donna alza il tono della critica, passando a un riformismo d’opposizione: “Ma che è venuto a fare in libreria, ma chi è Umberto Eco?”.
No, non è Eco buonanima. È Matteo Renzi. Centro commerciale “I Granai”, alle spalle della Cristoforo Colombo. Si chiama “Roma 70” il quartiere ed è una distesa di ce- mento che mescola casermoni residenziali e popolari. I residenti non si sentono periferia, dicono di essere vicini all’Eur, ma certo il centro non è vicino. L’ex premier presenta il suo Avanti nella nota libreria dei “Granai”, gestita da due simpatiche e intraprendenti signore. Di fronte c’è un negozio di scarpe. Le commesse ridono. “C’è Renzi lo sapete?”. “Preferiamo George Clooney”.
SONO LE SEI e un quarto di sera e la libreria è già strapiena. Su un trespolo troneggia Antonio Di Bella, intervistatore di turno e direttore di Rainews24 . Due enormi camion del servizio pubblico, posteggiato fuori, garantiscono la succulenta diretta su Rainews24. La gente fa shopping, si ferma e chiede curiosa. Nella folla che aspetta c’è molto ceto politico romano: “Me dovevo candidà con Fassina, non sai quello che hanno combinato, ma questa è la sinistra italiana?”. Una mora alta, gonna a scacchi e canottiera bianca, è aggiornatissima e indica: “Quella è la moglie di Franceschini”. Alias Michela Di Biase, consorte del ministro della Cultura e ambiziosa consigliera comunale di Roma.
Una famigliola in rigorosa tenuta balneare si scontra con un vigilante della sicurezza. “Ma che c’è?”. “Viene Renzi”. La donna, mamma e moglie, rivolta al marito: “La fila per vedere il libro di Renzi, hai ca- pito?”. Scuote il capo, desolata e affranta. Forse questo non è odio, giusto per rincuorare Massimo Recalcati, psicoanalista renziano, ma non è neanche amore.
Alle sette meno venti, con dieci minuti di ritardo, arriva Matteo Renzi. A lui e agli ospiti importanti è stato riservato un ingresso privilegiato, delimitato da cordoni blu. Applausi. Davanti alle vetrine si accalcano decine di curiosi. Un trentenne in polo viola e bermuda d’ordinanza s’interroga pen- soso: “Ahò, è alto, non me l’aspettavo”. Con lui c’è un uomo più anziano che parla un dialetto lucano-napoletano: “Io non mi aspettavo tanta gente. Però se c’era Silvio era tutta un’altra cosa”. Il trentenne annuisce convinto e ribadisce: “Però è alto, è più alto di me”.
SI AGGREGA una vecchietta: “Questi rubano li sordi, io so’ pensionata me dispiace per voi giovani”. Il tizio l uc an o - n ap ol etano mette finalmente le carte in tavola: “Noi abbiamo bisogno di tanti negri, mica c’è posto per i nostri ragazzi. Io spero solo che nasca un altro zio Benito”. All’improvviso c’è trambusto. Ma non è Renzi che parla. Nel cor- ridoio dei vip s’infilano Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi, già colonne del fatidico giglio magico. Entrano e vanno dagli altri renziani: Anna Ascani, Carbone, Rughetti. Una sessantenne leopardata, capelli biondi corti, si avvicina timorosa. “Ma che succede?”. Solita risposta: “C’è Renzi”.“Volevo comprare un libro ma con questo casino, passo domani”. Va via, poi torna indietro, sempre timorosa: “Renzi ha scritto un libro?”.“Sì”.“Allora lo compro”. “Signora, sono un giornalista, faccia quello che vuole”. Ed è in questo momento che appare, in ritardo notevole, la ministra Madia.
Brutte sorprese Una sessantenne leopardata, capelli biondi corti, si avvicina timorosa. “Ma che succede?”