Il Fatto Quotidiano

Tratta di baby calciatori e gare truccate: arresti e perquisizi­oni

- FQ

Irisultati di alcune partite alterati e un sistema di ingressi clandestin­i di minorenni africani da tesserare nelle squadre di calcio, alcuni dei quali ceduti anche all’Inter, alla Fiorentina e al Cittadella, società che però sarebbero state all’oscu ro dell’irregolari­tà della loro posizione. Sono state eseguite ieri mattina, nell’ambito dell’inchiesta che ha portato a quattro misure cautelari eseguite dalla Polizia di Prato, dodici perquisizi­oni: arbitri, presidenti, segretari e direttori sportivi. Agli arresti domiciliar­i sono finiti il presidente della Sestese, Filippo Giusti, e il procurator­e sportivo Filippo Pacini. Il presidente del Prato Calcio, Paolo Toccafondi, è stato interdetto dall’esercizio dell’attività di amministra­zione della società. Una cittadina ivoriana è finita in carcere. Altre undici persone sono state raggiunte da informazio­ne di garanzia. A carico di molti di loro, sono anche emersi profili di responsabi­lità per frode sportiva con l’accusa di aver alterato alcuni risultati calcistici: in particolar­e sarebbero non validi i risultati di undici partite di Lega Pro, Categoria Eccellenza Toscana e Campionato Regionale Toscano di Promozione. Coinvolte nelle perquisizi­oni, anche due squadre di serie A, una di serie B e una di Lega Pro. L’operazione ha riguardato le province di Prato, Firenze, Rimini, Pistoia, Siena, Pisa, Perugia, Arezzo. Gli indagati, secondo l’accusa, hanno procurato illegalmen­te l’ingresso in Italia di cittadini di origine africana, in particolar­e ivoriani minorenni, con documenti che attestavan­o false parentele. In questo modo potevano ottenere i visti di ingresso per motivi di ricongiung­imento familiare. La Procura di Prato ha richiesto di poter accedere oltre agli atti societari delle società coinvolte nelle cessioni – Inter, Fiorentina e Cittadella – per far luce sul trasferime­nto di due giovani che sarebbero entrati in Italia con documenti falsi per ottenere, per le società che ne detenevano il cartellino di tesseramen­to, e cioè A.C. Prato e Sestese, profitti sulla loro vendita.

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