Il Decreto Vaccini passa azzoppato sull’asse Pd-FI
Le modifiche Sanzioni ridotte a un massimo di 500 euro e prenotazioni in farmacia. Non si può impedire la scuola a chi non è immunizzato
Le ore dopo l’approvazione al Senato del decreto sui vaccini obbligatori per l’iscrizione a scuola rispecchiano esattamente i piani di governo e parlamento: Forza Italia si è congratulata con se stessa per aver migliorato il testo e aver evidentemente rispettato il patto stretto con il Pd nelle scorse settimane, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha sottolineato che i cambiamenti al testo sono il frutto di una lunga e costruttiva discussione in aula (provando così a mitigare il carattere impositivo della decisione su cui il governo, la settimana scorsa, aveva deciso di non mettere più la fiducia) e ha aggiunto che il provvedimento sarà da “esempio per tutta l’Europa”, il ministro dell’istruzione Valeria Fedeli si è detta soddisfatta del raggiungimento dell’equilibrio tra diritto alla salute e diritto all’istruzione, dopo l’iniziale levata di scudi contro un provvedimento che avrebbe messo a rischio il diritto Costituzionale all’istruzione. Sono tutti contenti, insomma.
EPPURE si tratta di un decreto che di fatto non risolve la questione. Anche perché, per Costituzione, non si può comunque impedire ai bambini, vaccinati o meno, l’iscrizione alla scuola dell’obbligo. Tanto che, nel testo, non c’è traccia di in- dicazioni in tal proposito.
Il testo, intanto, ha superato lo scoglio del Senato e della sua maggioranza risicata, soprattutto perché il Partito Democratico non ha cercato l’appoggio di Mdp. Ora il provvedimento, che deve convertire in legge il decreto del governo, può passare alla Camera.
La discussione inizierà il 26 luglio e si cercherà di chiuderla entro il 28. Il voto di ieri è stato di quelli definiti “a larga maggioranza”: 171 favorevoli e 63 contrari su un testo che, nell’ultima settimana, ha subito molti cambiamenti. Tali da costringere la Lorenzin a precisare: “Esce dal Senato cambiato, ma non depotenziato”. Eppure, i passi verso le piazze delle proteste “free vax” ci sono stati.
Già in commissione Salute, i vaccini obbligatori erano passati da 12 a 10: contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Per gli ultimi quattro, è previsto l’obbligo per tre anni. Dopo, il ministero si impegna a verificare il raggiungimento delle coperture e a decidere se prolungarlo o meno. La maggior modifica riguarda le sanzioni per i genitori che non vaccinano i figli: dal tetto massimo di partenza di 7.500 euro, si era passati a 3.500. Alla fine, si è arrivati a una forbice che va dai 100 ai 500 euro, da modulare in base alla gravità dell’i nfra zion e. Caduto ogni riferimento al rischio di perdere la patria potestà, così come non è passato l’emendamento fortemente voluto da Forza Italia (in particolare dal senatore Andrea Mandelli, presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani) che prevedeva la possibilità di vaccinare anche in farmacia. Il testo era stato bocciato dalla commissione Bilancio a causa di “tutta una serie di passaggi burocratici e di impegni, che inevitabilmente avrebbero comportato spese, a partire dai rimborsi per i medici che avessero accettato di spostarsi nelle farmacie e dai compensi per gli infermieri che li aiutassero” aveva spiegato la relatrice in Commissio- ne, Magda Zanoni (Pd). Restano le spoglie della modifica: in farmacia, infatti, sarà possibile prenotare le vaccinazioni. Una pratica definita “in via sperimentale”.
POI, L’ISTITUZIONE di un’anagrafe vaccinale nazionale, il rafforzamento della farmacovigilanza, l’obbligo di vaccinazione esteso anche ai minori stranieri non accompagnati e la possibilità di procedere alla vaccinazione monocomponente (in pratica, se si è già contratta una malattia, dovrà essere garantita la possibilità di prendere un vaccino solo contro le altre, evitando così trivalenti, tetravalenti ed esavalenti). Ma sempre “nei limiti delle possibilità del Servizio sanitario nazionale”. Sarà l’Aifa a dover far sapere quali siano le scorte. Il cuore del decreto resta immutato: l’obbligo vaccinale varrà per l’iscrizione ad asili nido e scuole materne, ovvero nella fascia d’età 06 anni, ma riguarderà, con modalità diverse, anche elementari, scuole medie e primi due anni delle superiori (quindi fino ai 16 anni).
Entro il 31 ottobre 2017, per la scuola dell’obbligo ed entro il 10 settembre per i nidi, può essere presentata la documentazione di avvenuta vaccinazione oppure un’autocertificazione (che dovrà essere confermata entro il 18 marzo 2018) o, ancora, la copia della prenotazione dell’ap pu nt amento con la Asl. Solo dall’anno scolastico 2019/2020 è previsto che gli istituti scolastici dialoghino direttamente con le Asl. Saranno comunque le scuole a segnalare i casi di studenti e genitori inadempienti. E sempre le scuole dovranno assicurarsi di equilibrare le classi in modo che i bambini non vaccinabili siano circondati solo da vaccinati e immunizzati. E se i genitori dovessero decidere, nonostante tutto, di continuare a non vaccinare i figli e di pagare le sanzioni? Nulla. Il diritto allo studio sarebbe comunque garantito per la scuola dell’obbligo. Altrimenti, il rischio, è che piovano ricorsi alla Consulta.