Il Fatto Quotidiano

Nessuno faccia domande all’autore (o son gomitate)

- » MARCO FRANCHI

L’appuntamen­to è per le 18,30 nella libreria del centro commercial­e “I Granai” di Roma Eur: Matteo Renzi presenta il suo libro Avanti . Il d ir e tt or e di Rainews24, Antonio Di Bella, è pronto a intervista­re l’autore. Preceduto da un gruppo di agenti di polizia, Renzi saluta alcuni supporter all’ingresso e si avvia in sala: la condizione posta dall’ex premier è che l’unico a rivolgere domande sia Di Bella.

Siamo fiduciosi che gli chieda qualcosa sull’i ndagine Consip, che vede Tiziano Renzi indagato – con l’amico di famiglia Carlo Russo - per traffico d’influenze, ma il tempo passa, l’happening finisce e tutto si conclude senza alcun cenno alla vicenda. Il Fatto, invece, una domanda vorrebbe farla: perché, nelle ben 240 pagine firmate da Renzi, sebbene l’indagine venga vagamente citata qui e là, non compare mai la parola Consip? E come mai non viene citato l’amico di famiglia Carlo Russo? Eppure era l’uomo che spendeva il nome di suo padre con l’imprendito­re Alfredo Romeo...

E così la cronista Loredana Di Cesare aspetta che il segretario del Pd esca dalla libreria. Dopo un’ora tra autografi e selfie, finalmente, alle 20,40, Renzi si dirige all’uscita. La cronista gli si avvicina. Con garbo. “Una domanda…” . “Non rispondo a domande”, replica Renzi. Gli uomini che gli fanno scudo - nel frattempo sono diventati una decina – le impediscon­o d’avvicinars­i. Strattonam­enti. Piedi pestati. Gomitate. La cronista buca questa mischia in stile rugby e si ricava comunque un varco: “Una domanda…”. La barriera umana riparte: spinte, pedate e gomitate. “Non mi metta le mani addosso!” reagisce Di Cesare. E qui Renzi, una parola, la pronuncia: “Io non la sto toccando”. E ci mancherebb­e: “I suoi uomini sì, però”. Domandare, si dice, è lecito, rispondere è cortesia, ma qui la cortesia scarseggia. “Anche infilarsi la giacca è cortesia”, dice Renzi indossando­la. E fila via.

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