Il Fatto Quotidiano

Cattaneo lascia Telecom, via dopo venerdì

Confermata l’uscita dell’ad, che ora lavorerà in proprio. Buonuscita da almeno 10 milioni

- » STEFANO FELTRI

Adesso

Flavio Catteno farà l’imprendito­re in proprio, o almeno così ha raccontato in questi giorni di attesa mentre discuteva la buonuscita da Tim, Telecom Italia. L’a nnuncio è arrivato ieri sera: lunedì il comitato nomine e remunerazi­oni discuterà la “proposta di definizion­e cons en s u al e ” del rapporto tra Tim e Cattaneo.

L’ARGOMENTO è delicato: quando Cattaneo è stato promosso da consiglier­e di amministra­zione ad amministra­tore delegato, il 30 marzo 2016, ha ottenuto un compenso elevato e difficile da calcolare. Oltre a 1,4 milioni come base, ha strappato uno “special award”, cioè un piano di bonus e stock option spalmato tra 2016 e 2019 dal valore potenziale di oltre 55 milioni di euro, almeno 40 destinati a Catta- neo e gli altri a manager da lui indicati. Il contratto dava diritto a Cattaneo di ottenere quasi 40 milioni in caso di licenziame­nto.

I negoziati con la proprietà, cioè il gruppo Vivendi di Vincent Bolloré, erano in corso da giorni. L’accordo dovrebbe essere tra i 10 e i 20 milioni di euro. Parecchio, ma Cattaneo ha standard elevati: secondo i calcoli di Business Insider, tra bonus di ingresso, stock option e compensi nel solo 2016 il manager ha incassato da Tim 15,8 milioni.

Cattaneo è un manager costoso e dal carattere spigoloso, ma dalla Rai a Terna a Ntv (i treni Italo, dove è ancora in cda) a Telecom è anche uno di risultati. A maggio Tim ha celebrato conti trimestral­i molto positivi: ricavi a 4,8 miliardi di euro (+8,5 per cento), margine operativo (Ebitda) di 2 miliardi in crescita del 16 per cento e debiti in calo. E allora perché la rottura?

Negli ultimi anni in Telecom non ci sono mai stati rapporti sereni tra azionisti e manager. O perché l’azionariat­o era confuso e fluido - prima i soci italiani in fuga (Mediobanca, Intesa, Generali), poi gli spagnoli di Telefonica mai del tutto convinti e infine i francesi di Vivendi - o perché i capi azienda erano espression­e di soci ormai decaduti. Dal 2014 il primo azionista è la Vivendi di Vincent Bolloré, oggi al 24 per cento: il finanziere bretone aveva dei piani sull’Italia che riguardava­no l’i ntreccio tra Telecom e Mediaset, finora però ha concluso poco, perché la scalata al gruppo tv è fallita. Dopo due anni con Marco Patuano al vertice, manager di un’altra epoca Telecom, Bolloré ha avallato la succession­e: Cattaneo ad, Giuseppe Recchi alla presidenza come garante della transizion­e (e con deleghe pesanti, tipo la comunicazi­one), sostituito da poco da Arnaud De Puyfontain­e di Vivendi.

CATTANEO ha portato risultati finanziari, Bolloré non ha molto di cui lamentarsi da quel punto di vista. Ma Telecom è anche passata all’oppo- sizione del governo: quando Matteo Renzi ha deciso che non poteva più affidarsi al gruppo telefonico per i suoi progetti di banda larga da avere subito e alle sue condizioni, ha puntato sull’Enel di Francesco Starace.

Tim e Cattaneo non si sono arresi, lo scontro sulla banda larga è arrivato al punto che l’Antitrust ha messo sotto accusa Telecom che denunciava di essere vittima di pratiche scorrette (bandi Infratel su misura di Enel). Nel frattempo sia la Consob che l’Antitrust, dopo l’Ag c om , hanno iniziato a pretendere chiariment­i sul ruolo di Vivendi: un conto è essere il primo azionista, altro orientare la gestione in modo da avvantaggi­are il controllan­te a danno del controllat­o (esempio: cedere quote di Persidera, società dell’infrastrut­tura del digitale tv, solo per colpa della partecipaz­ione di Vivendi in Mediaset).

L’ultima goccia è stato il tentativo di Bolloré di imporre un manager Vivendi, Amos Genish come direttore generale, esautorand­o Cattaneo. Ora Genish arriverà, De Puyfontain­e rimarrà alla presidenza mentre Giuseppe Recchi, oggi vicepresid­ente, prenderà la carica di ad dividendo le deleghe con gli altri due. Cattaneo resterà fino a venerdì per presentare la trimestral­e.

Lo scontro Rottura totale con Vivendi Recchi nuovo ad: si dividerà le deleghe con Amos Genish

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LaPresse Ai saluti Flavio Cattaneo
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