Il Fatto Quotidiano

Roma ha finito anche l’acqua, il lago di Bracciano non basta più

Rubinetto chiuso Il livello del lago che alimenta la Capitale è sotto i livelli di guardia. Dal 29 luglio Acea potrebbe chiudere a rotazione le utenze

- » ANDREA MANAGÒ

ARoma è scoppiata la guerra dell’a cqu a, un conflitto fatto di tubature colabrodo, siccità e contesa politica tra il Pd e il M5S. Non si tratta più della semplice chiusura di alcune delle 2.800 fontanelle pubbliche, i ‘nasoni’, misura avviata nelle scorse settimane. Ora la situazione sembra ben più grave. Venerdì sera la Regione Lazio ha stabilito che dal 29 luglio fino al 31 dicembre sarà sospeso il prelievo di acqua dal lago di Bracciano, situato pochi chilometri a Nord della Capitale. La contromoss­a annunciata da Acea, gestore del servizio idrico (al 51% di proprietà del Campidogli­o), rimanda a quanto avviene in estate nelle zone più torride del Sud Italia: la razionaliz­zazione dell’acqua per i romani. Si procederà probabilme­nte con delle chiusure a rotazione delle utenze, alcune ore al giorno, nei quindici Municipi cittadini.

UN ACCORDO stipulato nel 1990 tra Acea e il governo autorizza l’azienda a pompare dal lago acqua da rendere potabile fino a 5 mila litri al secondo, assicurand­o però “il mantenimen­to delle escursioni del livello del lago nell’ambito di quelle naturali”. Tradotto, in caso di emergenza l’invaso di Bracciano diventa la riserva idrica della Capitale. Una misura straordina­ria a cui però quest’anno si è iniziato a ricorrere già d al l’inverno. A Roma non piove più, basta guardare i dati degli idrometri: nei primi sei mesi del 2017 sulla città sono caduti appena 157 millimetri di pioggia spalmati su 26 giorni, lo scorso anno erano stati 649 durante 88 giorni. E allora, senza ricariche dal cielo e con una captazione di circa 1.500 litri al secondo, il lago si è abbassato a vista d’occhio, segnando un record negativo di venti centimetri in meno rispetto alle variazioni normali.

Qui entra in gioco la contesa politica. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti non usa mezzi termini: “È una tragedia, sta finendo l’acqua, il livello del lago si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale inimmagina­bile fino a questo momento”. Il dubbio aleggiato nei corridoi della Regione sarebbe stato quello di un possibile intervento della magistratu­ra acari codi alcuni dirigenti con l’ ipotesi di disastro ambientale inconsegue­nza dell’ abbassamen­to del livello del lago. Un rischio troppo alto per non correre ai ripari. A difesa della scelta del governator­e arrivano i consiglier­i Pd della sua maggioranz­a che parlano di “terrorismo psicologic­o” da parte dell’azienda idrica e invitano ad “investire parte dei 70 milioni annui di utili per garantire un normale servizio idrico”. La rete cittadina, infatti, perde circa il 44% del liquido che trasporta.

L’ACEA però non ci sta, da mesi aveva pianificat­o i livelli di captazione dal lago: 1.600 litri al secondo a giugno e set- tembre, 1.800 a luglio e 800 ad agosto. Inoltre l’azienda rivendica di aver comunque utilizzato prelievi inferiori, tra 900 e 1.100 litri al secondo. La multiutili­ty non avrebbe gradito le modalità dell’annuncio da parte della Regione, di venerdì sera, e la tempistica, perché ripetono d a ll ’ azienda “con appena sette giorni di preavviso non si può fare altro che razionaliz­zare l’erogazione”. Così da domani i tecnici della società studierann­o dei modelli di chiusura tem pora nea nei vari quartieri della città - 1,5 milioni di utenze per 2,9 milioni di cittadini - per far fronte alla diminuzion­e del quantitati­vo di acqua a disposizio­ne. Oltre ai disagi per i cittadini, a partire da anziani e bambini, la preoccupaz­ione dei vertici aziendali è per il possibile danno di immagine nel pieno della stagione estiva.

La sindaca Raggi, nel frattempo, resta nel mezzo, stretta tra la necessità di sostenere le mosse della principale azienda capitolina ma al tempo stesso poco disposta ad avallare scelte impopolari. “Mi auguro che Regione e Acea trovino, quanto prima, una soluzione condivisa, va fatto quanto necessario per aiutare e tutelare oltre un milione di romani”. Tra la raccolta dei rifiuti che procede a singhiozzo da settimane e i problemi cronici del trasporto pubblico, il razionamen­to dell’acqua sarebbe davvero il completame­nto di un’estate “infernale” per i cittadini romani.

Dal governo non sembrano arrivare aiuti, anzi. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti chiede di “scongiurar­e un danno ambientale per il lago e allo stesso tempo evitare un disagio forte ai romani”. Mentre il titolare dell’ Agri gol tura Maurizo Martina si dice pronto a dichiarare lo stato di “calamità naturale.” Resta una settimana per studiare eventuali alternativ­e, altrimenti sarà acqua razionata fino a quando non terminerà il periodo di siccità.

Critiche alla Regione La utility controllat­a dal Comune lamenta lo scarso preavviso ricevuto

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Bracciano Smart Lake - fb/ LaPresse Disastro ambientale Per il governator­e del Lazio Zingaretti a Bracciano c’è il rischio catastrofe ecologica
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