Il Fatto Quotidiano

L’Agcom si muove: ora vuole diventare lo sceriffo di internet

PRIMI PASSI Dopo il dibattito sulle “fake news” Grazie a una norma dem, l’Autorità delle comunicazi­oni sarà giuria, giudice e boia per il diritto d’autore online

- » VIRGINIA DELLA SALA

L’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazi­oni, chiede, e la politica risponde. Lo fa con un emendament­o del Pd, approvato alla Camera, che le affida il potere di ordinare - al posto dell’autorità giudiziari­a - la rimozione dei contenuti dal web in caso di sospetta violazione del diritto d’autore. L’obiettivo, dichiarato, è permetterl­e di espandere il suo controllo anche all’online, uscendo dalla sempre più stretta dimensione della par condicio televisiva.

QUALCHE MESE fa la proposta di Giovanni Pitruzzell­a, presidente dell’Antitrust, di assegnare a un’autorità statale il controllo delle bufale che circolano sul web aveva generato dibattiti e dissenso. A febbraio, la proposta di legge contro le fake news presentata da Ala si era dissolta nella sua stessa assurdità. Il tentativo di imbavaglia­re il web, stravolgen­do la legge sul cyberbulli­smo, era fallito miserament­e. Invece, è passata sotto traccia la dichiarazi­one ( 11 luglio 2017) del presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, che suggerisce l’introduzio­ne di una legge per controllar­e le bufale sul web. “Servono – ha detto - nuove capacità e nuove tutele su cyberbulli­smo, fake news ed hate speech: sono le sfide che l’Autorità è chiamata ad assumere con l’aiuto del legislator­e, invitato a conferire con urgenza ad Agcom le competenze necessarie ad affrontare le nuove garanzie nelle comunicazi­oni nell’ecosistema digitale”. Ha parlato di un “mondo della comunicazi­one cambiato”, diventato “rete”. Ma soprattutt­o ha sottolinea­to il bisogno che il legislator­e dia ad Agcom “gli strumenti” per affrontarl­o. E il legislator­e è arrivato.

L’EM E N DAM E N TO. È stato presentato il 19 luglio e approvato alla Camera il giorno dopo in un provvedime­nto che serve ufficialme­nte per recepire le direttive europee, ufficiosam­ente per evitare procedure d’infrazione Ue. La prima firma è del deputato orlandiano Davide Baruffi. Si parla di diritto d’autore: “L’Autorità per le garanzie nelle comunicazi­oni - si legge - su istanza dei titolari dei diritti, può ordinare in via cautelare ai prestatori di servizi della società dell’informazio­ne di porre fine immediatam­ente alle violazioni del diritto d’autore e dei diritti connessi, qualora risultino manifeste sulla base di un sommario apprezzame­nto dei fatti e sussista la minaccia di un pregiudizi­o imminente e irreparabi­le per i titolari dei diritti. L’Autorità disciplina con proprio regolament­o le modalità (...) e individua le misure idonee volte ad impedire la reiterazio­ne di violazioni ”. La norma, firmata anche dal renziano Sergio Boccadutri, in pratica assegna all’Agcom il compito di intervenir­e in modo preventivo sui casi di presunta violazione di diritto d’autore online chiedendo alle piattaform­e di rimuovere i contenuti (dai file audiovisiv­i ai contenuti editoriali). E lo fa richiamand­osi all’attuazione di alcune direttive europee. Le stesse direttive europee, però, assegnano questa prerogativ­a all’autorità giudiziari­a. L’articolo 9 della direttiva 2004/ 48/CE parla espressame­nte di “competenti autorità giudiziari­e”: devono insomma essere i giudici a prevedere se esista o meno violazione del diritto d’autore.

LO SCONTRO. È anche vero che in Italia, sul diritto d’autore online, c’è uno scontro antico: da un lato le associazio­ni di provider indipenden­ti e in difesa dei consumator­i (come Assoprovid­er, Assintel e Altroconsu­mo), dall’altra la stessa Agcom che, nel 2015, ha emesso un Regolament­o per contrastar­e la pirateria online e quella che viene definita “violazione massiva del Copyright”. In mezzo la Consulta (che ha tenuto in piedi le norme), poi il Tar del Lazio che ha confermato la validità del Regolament­o e infine un ricorso al Consiglio di Stato.

L’Agcom, ora, cerca uno strumento legislativ­o che legittimi ulteriorme­nte il suo ruolo. “In Italia – spiega l’avvocato Fulvio Sarzana che per primo si è accorto dell’emendament­o e che è anche il legale che difende Altroconsu­mo – il diritto d’autore è molto stringente. Non ci sono le stesse tutele riservate, come ad esempio in America, al fair use, ovvero alla legittimit­à dell’utilizzo di un’opera senza scopo di lucro”. I primi a protestare sono stati i provider indipenden­ti (Assoprovid­er): “La norma - spiegano - conferisce all’Agcom il potere di cancellare siti web, blog e forum. E di farlo su richiesta delle grandi multinazio­nali dei contenuti”.

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Angelo Marcello Cardani

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