Dal caso Mediaset a Pirate Bay: alla legalità digitale ci pensano già (bene) i tribunali
Copyright, i pirati e il ruolo dei provider
A fare da apripista in Italia è stata Mediaset. A maggio, il Tribunale di Milano emette quella che è stata considerata una sentenza storica: anche i provider del web (ovvero le aziende che forniscono la rete internet, da Vodafone a Tiscali a Wind, passando per Telecom& C.) sono responsabili della diffusione online di contenuti pirata, quelli che violano il copyright. Il riferimento, in quel caso, era alle partite di Serie A, su cui l’azienda del Biscione aveva l’esclusiva, che erano trasmesse illegalmente in streaming da alcuni siti pirata. Secondo la decisione del giudice, i provider di internet devono, entro massimo 48 ore dalla segnalazione della violazione, adottare misure tecniche per impedire e rimuovere la divulgazione sui contenuti trasmessi. Pena: una multa di 50mila euro per ogni violazione.
Dove non arriva la legge, in- somma, ci sono i giudici. E il tema è di strettissima attualità. A giugno, la Corte di Giustizia europea ha autorizzato il blocco coatto di una delle più famose piattaforme utilizzate per lo streamig e il download pirata (“The pirate bay”).
“I PROVIDER - ha sottolineato - svolgono un ruolo essenziale nel rendere tali opere disponibili”. Secondo il tribunale Ue, tocca quindi anche a loro controllare se tramite i loro servizi vengono diffusi contenuti illeciti. “Nella fattispecie - si leggeva nel comunicato diffuso dopo la sentenza - è chiaro che le opere protette da diritti d’autore sono, attraverso The Pirate Bay, rese disponibili agli utenti della piattaforma in modo tale da poter accedere individualmente alle stesse opere o- vunque e in qualsiasi momento”. Un punto di vista che, secondo i critici, sollevava l’utente da qualsiasi responsabilità per scaricarla completamente addosso alle aziende.
Sempre in Italia, a marzo, aveva fatto invece discutere la sentenza del tribunale di Frosinone che aveva annullato una sanzione di quasi 600mila euro per violazione del diritto d'autore a carico dei portali connessi a Filmak ers. biz, siti che raccoglievano i link per vedere e scaricare film pirata e che quindi fungevano esclusivamente da collettori di quanto già presente sul web. Per il tribunale, in sintesi, non era loro attribuibile la violazione del diritto d’autore. Ora, l’Agcom, potrebbe decidere che invece siano colpevoli.