Tozzi: “Colpa del clima e degli sprechi”
Tra
i divulgatori scientifici più conosciuti della televisione italiana, di fronte al possibile razionamento idrico nella Capitale, Mario Tozzi invita a fare una ragionamento più ampio sul “livello enorme di dispersione idrica”, soprattutto in agricoltura. Geologo del Cnr, da anni Tozzi concentra parte dei suoi studi proprio sul ciclo dell’acqua e sulle sue falle. A Roma l’ emergenza idrica èdietrol’ angolo, da cosa dipende?
C’è sicuramente un problema climatico e metereologico, legato al riscaldamento globale. Si tratta di un fenomeno che in parte rallenta il ciclo dell’acqua perché ne favorisce in l’evaporazione. L’ultimo inverno, pe- rò, in molte zone d’Italia è stato piuttosto fecondo di pioggia, e allora veniamo al vero problema, che sta nell’uso improprio che facciamo dell’acqua.
La criticità dipende dalle perdite delle reti idriche? Secondo me non è un problema di infrastrutture. Quello c’è ma, anche se quasi la metà dell’ acqua che transita nelle nostre condutture si disperde prima di arrivare nei rubinetti, comunque ritorna sottoterra, non va buttata. Quindi, che cosa c’è che non funziona?
Ce lo raccontano le cifre sui consumi, facciamo un utilizzo improprio delle risorse idriche: solo il 18% servono all’uso potabile, il 60% va nell’agricoltura e il resto per gli usi industriali. In agricoltura continua ad esserci un enorme spreco di acqua. Pensiamo ad alcune coltivazioni improprie che negli ultimi anni sono aumentate nel nostro Paese. Prendiamo i kiwi, in Italia siamo divenuti i primi coltivatori al mondo di un frutto abituato a crescere in un clima tropicale che si mangia una ma- rea di acqua. Non credo sia un modello sostenibile.
È un problema legato solo alla scelta delle coltivazioni? Non solo, nei campi continuiamo ad usare sistemi di irrigazione che richiedono troppa acqua. Così come negli allevamenti, perché per arrivare a servire in tavola una bistecca abbiamo bisogno di utilizzare oltre 4 mila litri di acqua. Inoltre il costo idrico spesso è basso per la fascia agricola, questo non costituisce un disincentivo allo spreco.
Se a Roma ci sarà bisogno di razionare il servizio, quali sono i consigli da seguire? Eliminiamo le cose non necessarie, come lavare la macchina. E poi, quando ci laviamo i denti utilizziamo solo un bicchiere di acqua, senza farne correre altra dal rubinetto. Preferiamo la doccia invece del bagno. E ripariamo le perdite dai rubinetti.
Delle risorse idriche, solo il 18% va all’uso potabile, il 60% va in agricoltura con grandi dispersioni e inefficienze