È la Spianata delle preghiere ma per averla si massacrano
Dietro gli scontri - sei morti fra Gerusalemme e Cisgiordania - in gioco il controllo del luogo sacro: i palestinesi temono che Tel Aviv cambi le regole, il generale Mordechai tende la mano
Il giorno dopo gli scontri mortali tra manifestanti palestinesi e le forze di sicurezza israeliane, Gerusalemme Est appare deserta e insolitamente silenziosa. Ma è una calma solo apparente, dovuta alla serrata dei commercianti arabi in segno di protesta per la morte di tre giovani palestinesi e l'arresto di decine di persone.
Nuove manifestazioni si sono tenute in Cisgiordania, l'area sotto l'Autorità Nazionale Palestinese che il diritto internazionale considera Territori Occupati, inclusa la parte orientale di Gerusalemme dove sorge la Spianata delle Moschee. I Territori Occupati sono divisi in aree e quella più grande, l'area C, è sotto il totale controllo dell'esercito israeliano che ha anche il compito di difendere i circa 500 mila coloni ebrei stabilitisi sulla terra che dovrebbe diventare - in teoria - parte del futuro stato palestinese.
MA I SOLDATIdi Tsahal (esercito in ebraico) non sono riusciti a vedere il giovane palestinese che ieri notte è riuscito a entrare in una colonia accoltellando a morte tre dei suoi abitanti. In un selfie postato sui social network poco prima, il giovane assassino aveva scritto di farlo per Al Aqsa, la moschea che si trova sulla Spianata. Negli scontri ad Abu Dis, un villaggio a ridosso del muro fatto costruire da Ariel Sharon, un altro giovane palestinese è rimasto sull'asfalto privo di vita.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha dichiarato di “deplorare profondamente” l'assassinio dei tre palestinesi, uno dei quali era stato ucciso da un colono. Guterres ha chiesto un'indagine indipendente. I palestinesi giudicano le misure israeliane imposte ai fedeli musulmani che vogliono visi- tare al-Aqsa (metal detector e perquisizioni corporali) come una punizione collettiva in seguito all'attacco del 14 luglio scorso in cui tre ragazzi palestinesi di nazionalità israeliana uccisero due poliziotti ebrei, nonché e una violazione dello status quo, ovvero il controllo religioso della Spianata delle Moschee (terzo luogo di culto più importante dell'Islam dopo la Mecca e Medina) da parte del Re di Giordania come stabilito da Moshe Dayan 50 anni fa. Uno spiraglio si è aperto con l’intervista ad al Jazeeradel coordinatore delle attività israeliane nei Territori, Yoav Mordechai. Il generale ha dichiarato che Israele è pronto ad esaminare altri accorgimenti di sicurezza per la Spianata al posto dei metal detector, che lo Stato ebraico non intende alterare lo status quo nella Spianata e che anzi è pronto a prendere in considerazione il parere di Stati arabi amici.
Il suo intervento è in sintonia con la linea espressa giovedì sera durante il Consiglio di difesa del governo dai responsabili dell’esercito e dello Shin Bet (la sicurezza interna), secondo i quali era possibile rinunciare ai metal detector. Parere bocciato dai ministri.
IL MINISTERO degli Esteri dell'Egitto, uno dei paesi musulmani alleato di Israele, ha chiesto al premier Netanyahu di “essere razionale e lasciare che la situazione si trasformi in una pericolosa palude che metterà definitivamente in pericolo i tentativi di rilanciare i colloqui di pace”, aggiungendo che Israele sta “a limentando la tensione tra il popolo palestinese e l'intera Umma (comunità mondiale) musulmana”, limitando la libertà religiosa. Lo sceicco del Qatar ha affermato: “Esprimo la mia solidarietà ai fratelli palestinesi, in particolare con il nostro popolo di Al Quds (Gerusalemme in lingua araba) e denuncio la chiusura della moschea di Al-Aqsa”.
Il presidente palestinese Abu Mazen ha ribadito la sospensione di tutti i contatti
Politica miope
Lo Shin Bet aveva detto che i metal detector erano inutili: il governo ha insistito
con Israele finché non annullerà le misure di sicurezza installate all'ingresso della Spianata dove sorge la moschea di Al- Aqsa. Significa che la cooperazione tra la polizia palestinese e quella israeliana, in vigore da alcuni anni, potrebbe non riprendere generando problemi di ordine pubblico anche all'interno dei Territori dove Abu Mazen appare sempre più indebolito e impopolare soprattutto tra i giovani.