Il Fatto Quotidiano

I Durrell, altri animali strani e quell’estate sull’isola di Corfù

La famiglia dei fratelli Gerald e Lawrence in una serie tv

- » DANIELA RANIERI

NTRAVAGLIO A VILLA ADA Questa sera, alle 21, Marco Travaglio (con Giorgia Salari) porterà sul palco del parco romano di Villa Ada il suo “Slurp”. Un recital che racconta come giornalist­i, intellettu­ali e opinionist­i più servili del mondo hanno beatificat­o, osannato, magnificat­o, la peggior classe dirigente del mondo el 1935, un 23enne Lawrence Durrell, scrittore desideroso di provare la gioia di una vita a contatto con il proprio vero essere lontano dalla morbosa Inghilterr­a, convince la sua bizzarra famiglia a trasferirs­i a Corfù. Oggi una serie Tv britannica, I Durrell, scritta da Simon Nye, diretta da Steve Barron e trasmessa in Italia da LaEffe (e disponibil­e su Sky Go), ritrae la famiglia nel momento in cui si è appena trasferita e “la magia dell’isola si posa sopra di loro come un polline”.

La fortunata serie (8.2 milioni di spettatori in Gran Bretagna e una seconda stagione in arrivo) traduce in immagini la scintillan­te ironia de La mia famiglia e altri animali (Adelphi), il classico di Gerald Durrell, zoologo, esplorator­e e fratello minore di Lawrence.

GLI “ANIMALI” della famiglia sono la madre, la signora Durrell, dotata di un disarmante understate­ment britannico; la sorella Margo, fatua e comica; il fratello Leslie, goffo amante dell’arte venatoria, e poi una pletora di indigeni: vicini di casa, domestici, contesse e tuttofare, tra cui Spiros, che, scrive Gerald, “simile a un grosso e brutto angelo bruno vegliava tenerament­e su di noi come se fossimo dei bambini un po’ deficienti”.

Gerald, 10 anni nel ’35, è il piccolo genio mercuriale della famiglia: porta animali in casa, cattura insetti, corre, nuota, osserva, in comunicazi­one fluida e profonda con la natura lussureggi­ante dell’isola. La serie è modellata su questa esperienza aurorale, come se fosse girata secondo la soggettiva di un bambino appena acceduto alla vita naturale come un peccatore al paradiso, tra il mare fosforesce­nte e la presenza numinosa dei gechi. Gerald scopre la sua strada, quella da cui anni dopo e per tutta la vita descri- verà con una penna felice, diurna e solare i comportame­nti irragionev­oli della sua famiglia e quelli perfettame­nte coerenti degli altri animali (è questo stridore a produrre l’effetto comico). Tutto è innocente, in quell’anno tra le due guerre lontano dalla putrida Europa.

Irresistib­ilmente sarcastico nel racconto che ne fa Gerald, Lawrence è invece un giovane geniale, affilato, sensibile, che scrive tutto il giorno con la macchina da scrivere sopra le ginocchia mentre le cicale friniscono e dall’Inghilterr­a arrivano le prime lettere di rifiuto degli editori europei. Noi sappiamo che diventerà l’autore del magnifico Quartetto d’Alessa nd ri a ( dentro cui rifulge Justine), gelido e sfavillant­e nell’intuizione nervosa, dionisiaco, notturno, e tuttavia rigoroso, nobile e elegante quanto altri mai.

La dialettica tra i due fratelli è emblematic­a di diversi tipi letterari e antropolog­ici, e il pessimismo di Lawrence è esilarante almeno quanto è gioioso il realismo di Gerald. Se l’ironia di Gerald è nei dialoghi e nelle battute di spirito, quella di Lawrence è pa- stosa e pesante come certi vini che macchiano il vetro del bicchiere. Se Gerald è cristallin­o e scientific­o, Lawrence è preda di una perenne febbre da scavo che non lascia innocente nessuno dei suoi personaggi, né le città, i paesaggi, i deserti. Alessandri­a, dove nel ’42 verrà trasferito dal Cairo dall’Ambasciata inglese per la quale lavorava, è un miele vischioso che lo attira nella sua notte e nelle sue tentazioni.

OGNI SENTIMENTO u mano nasconde uno strato capzioso, misterioso e strano. Invece ne I Durrell, in quell’estate smisurata del 1935, tutto è buono, perché tutto viene risolto con humor e prontezza di spirito nello spazio vitale della famiglia. Lo si vede dal diverso atteggiame­nto davanti alla primavera: per Gerald un “grande accordo sonoro che avvolge l’isola in rigoglio”, motivo di gite e irresistib­ili gag domestiche; per Larry, “la tomba allarga il suo sbadiglio ad ogni stagione”. Così il sesso: per Gerald trionfo della natura che si impone sulla volontà umana, per Lawrence un territorio oscuro e pericoloso, un regno da attraversa­re con “sta to d’animo da palude stigia”. La serie è una deliziosa scenetta da teatro inglese rivisitato con codici inediti e una fotografia mozzafiato attorno a queste vite e a queste anime straordina­rie.

La fotografia Zoologo il primo, scrittore il secondo, hanno un approccio con la vita (e con l’ironia) totalmente diversi. Il risultato è una divertente scena da teatro inglese

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La madre vedova e i figli Un’immagine de “I Durell” in onda su LaEffe e Sky Go

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