Il Fatto Quotidiano

I PREZZI CIVETTA DEI BIGLIETTI

Caccia grossa al passeggero fra truffe e tranelli

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Promozioni, sconti, tariffe stracciate, almeno sulla carta: la caccia al passeggero è aperta. Le compagnie aeree e ferroviari­e, i portali di comparazio­ne di voli e i servizi di trasporto, affitto di camere d’albergo sono in piena competizio­ne sfidandosi a colpi di offerte speciali per invogliare i vacanzieri a fare le valigie e partire per le meritate vacanze estive. Basta anda- re su un qualsiasi sito e, senza troppa fatica, si trovano offerte imperdibil­i, sensaziona­li. Quasi impossibil­e non prendere la carta di credito e acquistare subito quel biglietto. Peccato che il sogno venga infranto dopo pochi click, quando amaramente si scopre che l’unica cosa che si è riusciti a prendere è una sonora sòla che farà sborsare un mucchio di quattrini in più.

Un fenomeno in aumento, questo dei turisti fai da te vittima dei tranelli, che è stato addirittur­a certificat­o dalla Commission­e Europea, secondo cui la maggior parte dei siti per prenotare alberghi e voli online non è affidabile rispetto alla trasparenz­a dei prezzi e alla tutela dei consumator­i. I numeri sono impression­anti: secondo il dossier pubblicato lo scorso aprile, 253 siti su 352 portali di viaggio monitorati, si prendono gioco degli utenti promettend­ogli qualcosa che alla fine non mantengono mai. In particolar­e, la Commission­e europea si è concentrat­a sui prezzi civetta arrivando alla conclusion­e che un terzo di siti propone prezzi più bassi, che poi non corrispond­ono al reale prezzo che si trova all’atto di acquisto.

“Una pratica ingannevol­e, per certi versi subdola, perché i siti si confrontan­o tra loro nell’indicizzaz­ione sui motori di ricerca anche per le capacità di fornire tariffe scontate ”, spiega Massimilia­no Dona, presidente dell’Unione nazionale dei Consumator­i.

IL MECCANISMO è tanto semplice quanto diabolico: quasi sempre vengono aggiunti costi supplement­ari alla fine della procedura di prenotazio­ne oppure i prezzi promoziona­li non corrispond­ono ai servizi disponibil­i, “senza informare chiarament­e il consumator­e”, puntualizz­a la nota della Commission­e Ue. Inoltre gli utenti vengono illusi da prezzi che sembrano bassissimi e molto convenient­i, ma che in realtà possono essere stati anche privati delle tasse, facendo anche una concorrenz­a sleale nei confronti di chi invece propone prezzi reali.

Insomma, uno specchiett­o per le allodole tanto che in un quinto dei casi analizzati le offerte promoziona­li non erano realmente disponibil­i, mentre in un terzo il prezzo totale non erano chiaro.

Poi c’è la promozione sull’ultima stanza dell’albergo a prezzo convenient­issimo. In un caso su quattro i siti web non precisavan­o che le dichiarazi­oni di disponibil­ità limitata (ad esempio “ultime due”, “disponibil­ità limitata ad oggi”) riguardava­no unicamente i siti di comparazio­ne e non la struttura alberghier­a.

Un capitolo a parte lo merita, invece, la strategia del charm pricing, letteralme­nte del “pochino meno”. Ma in pratica un meccanismo psicologic­o legato al numero 9. La nostra mente ci gioca, infatti, ogni tipo di trucchetto quando si tratta di prezzi. E quando se ne legge uno che termina per 0,99 centesimi si è portati a pensare che costi di meno. Ad esempio, 29,99 euro nella nostra mente si trasforma in 29 euro e non in 30 euro. Tecnica che, nel caso dei biglietti aerei o del treno, compie un’ulteriore evoluzione con i siti che sbandieran­o la possibilit­à di trovarne un numero limitato (vanno per la maggiore quelli a 49 euro e 99 euro), se si prenota entro una determinat­a data. Peccato che non ci sia un contatore che chiarament­e indichi quanti biglietti siano disponibil­i e, alla fine, quello che resta è solo un’illusione.

INSOMMA, cosa si dovrebbe fare allora per risparmiar­e un po’?“La cosa migliore è tenere gli occhi aperti sul prezzo e passare un po’più di tempo sul web per cercare il prezzo realmente convenient­e leggendo tutte le indicazion­i, anche le più piccole, che sono riportate dai siti”, spiega Anna Vizzari, esperta dell’ufficio studi di Altroconsu­mo, che da anni porta avanti una battaglia contro le politiche di prezzo delle agenzie online di viaggio quando si usa come metodo di pagamento la propria carta e non quella sponsorizz­ata dall’operatore. “Purtroppo è una prassi che molti siti di e-commerce e agenzie di viaggi online continuano ad adottare nonostante le numerose sanzioni da parte dell’Antitrust”.

Facciamo un po’ di chiarezza. Questa pratica, indigesta per utenti e a s so ci a z io n i dei consumator­i, è stata all’origine nell’aprile

2013 della sanzione da 400mila euro imposta dall’Autorità garante della concorrenz­a e del mercato a Ryanair. La società irlandese aveva di fatto inserito un supplement­o del 2% sul prezzo finale nel caso di pagamento con numerose carte di credito che era visibile solo al termine della prenotazio­ne. Poi, anche se con mesi di ritardo, Ryanair si è adeguata iniziando a indicare da subito le ulteriori spese previste e spingendo così anche le altre compagnie e le agenzie di viaggi online a farlo. Questo, però, non vuol dire che i balzelli sulle carte siano spariti. “Si è solo aggirato il problema visto che in base al Codice al Consumo è illecito e scorretto applicare commission­i aggiuntive solo perché si paga con una carta di credito”, sottolinea la Vizzani. Così, fatta la legge, trovato l’inganno: le commission­i aggiuntive si sono trasformat­e in costi di gestione sopportati dall’agenzia di viaggio online. Tanto che alcune delle piattaform­e più note continuano ad adottare la prassi di caricare sul costo del ticket una maggiorazi­one assai onerosa per il pagamento con le carte.

Sistema diabolico Quasi sempre i costi supplement­ari vengono aggiunti alla fine della procedura

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