Il Fatto Quotidiano

Siccità in 10 Regioni Ma a Roma niente razionamen­to idrico

Entro venerdì serve un’alternativ­a ma lo scontro continua Il presidente Zingaretti: “Fate una proposta”. L’Acea: “Spetta a voi”

- » ANDREA MANAGÒ

La guerra dell’acqua non accenna a placarsi e rischia di lasciare a secco i rubinetti di un milione e mezzo di romani a partire da sabato prossimo. Ieri per tutta la giornata la contesa tra la Regione Lazio e la municipali­zzata Acea è andata avanti a colpi di comunicati stampa e rimpalli di responsabi­lità. Con il Campidogli­o al lavoro per una mediazione, stretto tra la necessità di non sconfessar­e l’operato di Acea, l’azienda più importante del suo Gruppo, e la volontà di evitare un provvedime­nto altamente impopolare. Una situazione che sta agitando i piani alti dei 5 Stelle, tanto che ieri Beppe Grillo e Davide Casaleggio sono piombati a Roma a fianco alla Raggi per un incontro con gli eletti al teatro Flaiano. “Cambieremo questa città, non ce lo impedirann­o, ci riusciremo”, il messaggio lanciato dal fondatore del Movimento. Poi la staffilata: “Bisogna intervenir­e sui dirigenti”. Come dire, serve un cambio di passo sul piano amministra­tivo.

MA LA SOLUZIONEp­er evitare il razionamen­to dell’acqua a partire dal fine settimana - con chiusure a rotazione di otto ore in ognuna delle zone indicate - sembra ancora lontana. Per ora prevale il gioco delle parti, un’opzione che però nessuno dei contendent­i può realmente portare fino in fondo, perché il prossimo anno si vota per le elezioni regionali, mentre il Comune a 5 Stelle ha bisogno di evitare una nuova grana dal sicuro eco internazio­nale. E l’Acea è comunque una società quotata in Borsa.

Lo scontro parte dallo stop imposto venerdì scorso dalla Regione alla captazione dal lago di Bracciano - riserva idrica di emergenza della Capitale - per evitare un ulteriore abbassamen­to del bacino, ormai quasi 30 centimetri sotto il suo livello standard. Una mossa a cui l’Acea ha risposto con l’annuncio di una possibile turnazione dell’acqua. Dal lago, infatti, arrivano risorse per 400 mila persone, senza le quali il razionamen­to diventa una delle opzioni, spalmando il disagio su metà della popolazion­e cittadina.

L’alternativ­a alla turnazione proposta ufficiosam­ente dalla Regione Lazio prevede un aumento del prelievo dalle altre fonti di approvvigi­ona- mento, a partire dall'acquedotto del Peschiera (che già porta il 70 per cento dell’acqua usata in città). “Chiedo ad Acea di formalizza­re una proposta alternativ­a: se è vero che veniva prelevato un millimetro al giorno (dal lago, ndr) dire poi che bisogna levare l’acqua per otto ore a gran parte dei romani è una esagerazio­ne”, protesta il presidente Nicola Zingaretti. Che poi però si dice disponibil­e a “valutare captazioni da altre fonti”. Ieri il governator­e ha parlato anche con Palazzo Chigi dell’evolversi della situazione, cercando una sponda dal governo.

LA MULTIUTILI­TYinvecech­iede che ad individuar­e una soluzione alternativ­a sia proprio la Regione. “Se questo piano alternativ­o non sarà illustrato all’azienda e l’ordinanza emessa dovesse restare in vigore, Acea non potrà fare altro che procedere con il piano di rigide turnazioni già annunciato”, ribatte l’azienda. Intanto la società lavora alle ipotesi per il razionamen­to: l’indicazion­e è quella di provare a limitare i danni per ospedali, caserme e luoghi sensibili, per arrivare alla definizion­e dei quartieri interessat­i dal provvedime­nto, che an- drebbe avanti fino a quando i consumi non rallentera­nno. In Borsa intanto ieri il titolo dell’azienda ha chiuso a -1,49 per cento.

A recitare il ruolo di ‘pontiere’ Virginia Raggi, che dopo quello sui rifiuti non vuole aprire un nuovo fronte polemico con la Regione. Oggi pomeriggio la sindaca riunirà le parti attorno ad un tavolo in Campidogli­o per cercare un compromess­o. “Bisogna trovare risorse e soluzioni concrete immediatam­ente, nel breve medio e lungo periodo, è inaccettab­ile che oltre e un milione e 500 mila romani rimangano senza acqua”, sentenzia la Raggi. Ad agitare le acque nel Movimento c’è anche la probabile espulsione della sindaca pentastell­ata di Anguillara, Sabrina Anselmo, uno dei tre Comuni che affacciano sul lago di Bracciano, che ha sostenuto di non essere mai stata ricevuta dalla Raggi per parlare del rischio idrico salvo poi venir sconfessat­a - come riporta ilfattoquo­tidiano.it - dai comunicati stampa usciti dopo un vertice avvenuto proprio in Campidogli­o il 23 maggio.

DOMANI invece l’Osservator­io per gli usi idrici dell’Appennino, col ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, cercherà un’intesa con le parti sulla possibile dichiara- zione dello stato di emergenza, che consentire­bbe di mettere in campo delle autobotti.

A dare il buon esempio, intanto, ci pensa la Santa Sede, che chiuderà le fontane di piazza San Pietro, quelle dei Giardini Vaticani e del territorio dello Stato Pontificio.

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LaPresse/Ansa Scontro al vertice Un affluente del Po. A sinistra la Raggi e Zingaretti
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