Il Fatto Quotidiano

Il presidente della Coop telefona per far rimuovere l’articolo sgradito

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Può bastare una telefonata, fatta con il tono giusto, per insinuare il dubbio nella mente di una blogger che non ha alle spalle la tutela di un grande editore: meglio tacere o rischiare di finire in tribunale e affrontare un processo contro un’azienda molto più ricca e preparata di te? È la domanda che si dev’essere fatta Giulia Serra, in Sardegna, quando ha scelto di rimuovere dal suo blog il post appena pubblicato, dopo le pressioni del presidente dell’azienda coinvolta. Salvo poi ripensarci poco dopo e decidere che il diritto all’informazio­ne vale più della tranquilli­tà personale. Lo scorso febbraio Serra ha riportato su IlMarghine.net la decisione presa dalla Cooperativ­a Lacesa di variare il prezzo di acquisto del latte dai pastori. L’articolo ha subito riscosso grande successo. Forse troppo, visto che dopo poche ore è arrivata la chiamata del presidente della coop, che chiedeva la rimozione dell’articolo in quanto la blogger non era autorizzat­a a riferire pubblicame­nte una notizia comunicata in una riunione privata (ma svoltasi in un luogo aperto al pubblico). In caso contrario sarebbe arrivata la querela. Un bel dilemma per l’autrice. Lei ci pensa e probabilme­nte impaurita (anche se il presidente Piras, pur confermand­o la chiamata, ha precisato di non aver fatto alcuna pressione) cancella tutto. Poi però il giorno dopo cambia idea: non soltanto ripubblica il post, ma racconta anche il retroscena della telefonata e della possibile querela in arrivo. L’articolo oggi esiste ancora, ma quanti altri blogger, in situazioni simili, avrebbero avuto lo stesso coraggio?

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LaPresse Latte indigesto In Sardegna un post sul prezzo pagato ai pastori nel mirino della Coop

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