“La Boschi è la zingara di Caravaggio che legge la mano e ruba l’anello”
La foto dell‘ex ministra con Pisapia come un quadro: dal furto al tradimento
Una doverosa premessa semantica, laddove il politicamente corretto è scudo contro il razzismo. Quando tra il 1593 e il 1594 Caravaggio dipinse La buona ventura (ce ne sono due versioni, una ai Musei Capitolini di Roma, l’altra al Louvre di Parigi) il termine rom non era ancora in auge. Pertanto tutti i critici dell’epoca, tra cui Giulio Mancini, si riferirono alla donna come “zingara”. Alla regola non si sottrae Tomaso Montanari, cui il Fatto ha chiesto di recensire la nota foto dell’abbraccio tra Boschi e Pisapia alla festa milanese del Pd nella sua doppia veste: accademico di storia dell’arte e animatore con Anna Falcone della “sinistra civica del Brancaccio”. Professore, che quadro è quella foto?
Al primo impatto rimanda al matrimonio della Vergine, con il San Giuseppe anziano che sposa la Madonna che è incinta per non fare scandalo.
Madonna Boschi è un’immagine vintage, ormai.
Ecco adesso sì che mi viene in mente il quadro giusto. Caravaggio.
Quale?
La buona ventura.
Ma l’uomo è giovane.
Però è la scena perfetta che fa per noi.
Spieghi.
C’è un uomo che si fa abbindolare da una zingara. Lei gli suscita, come scrive Mancini, “affetto di libidine” e gli propone di leggere la mano.
Una truffa.
Gli predice la buona ventura, appunto, che è il titolo del quadro, e gli frega l’anello, la fede. La fede che viene rubata, fede in tutti i sensi, è l’immagine di quell’abbraccio tra Boschi e Pisapia.
La fiducia tradita, almeno per chi guarda a Pisapia per un centrosinistra non renziano, se non antirenziano. Lo dico senza alcuna ostilità personale.
Dica.
Boschi è più di un’avversaria, per la vicenda referendaria, per lo scandalo di Banca Etruria.
Per questo quella foto irrita. In fondo Pisapia ha incontrato altri esponenti del Pd, come Orlando e Cuperlo, e non è successo nulla.
Boschi è il simbolo di un sistema di potere basato sulla cerchia del capo, non costruito democraticamente.
Senza il renzismo e il Giglio Magico il Pd non avrebbe subìto scissioni.
Chi vuole una sinistra alternativa l’ultima persona che deve incontrare è la Boschi. Questo è un Paese senza memoria che ha già dimenticato le sue polemiche contro l’An- pi e Smuraglia.
Stiamo arrivando al concetto di tradimento, per Pisapia. Sempre pittoricamente parlando. Il bacio di Giuda? E chi fa il Cristo? Lui? Non ce lo vedo.
Non le piace Pisapia, s’è capito da tempo.
Nulla di personale ma non ci ha mai chiamato, una sola volta ci ha mandato Gad Lerner.
Però la Boschi sì.
Chi vuole rinnovare questa parte del campo va dagli emarginati, dai migranti di Ventimiglia, non da lei.
Il quadro con la Boschi zingara arriva venti giorni dopo la foto di piazza Santi Apostoli: Pisapia seduto ai piedi del palco con altri big tra cui Bersani e D’Alema.
È l’immagine di una società di corte, i dignitari seduti attorno al monarca e il popolo in piedi.
Cosa le suggerisce?
Due scene del ciclo di Giotto su San Francesco ad Assisi, la Predica e la Conferma della Regola, coi cardinali seduti. Penso anche al Luigi XIV di Rossellini.
Dai quadri al cinema il popolo sta sempre in piedi. Quelli seduti sono la pietrificazione del potere, non c’è alcun elemento rivoluzionario. Anche perché, tornando a Giotto, non vedo alcun san Francesco.
Non c’è speranza.
È una roba di Palazzo, di establishment, credono che tolto Renzi le masse possano assediare i seggi elettorali per ritornare al governo Letta. Roba vecchia. Unendo i due Pisapia?
L’ordine immutabile dell’arte bizantina.
E per voi del Brancaccio? La città che sale di Boccioni, la costruzione del nuovo.
I big seduti in piazza SS. Apostoli sono dignitari di corte
TOMASO MONTANARI