“Aberrante, ingiusto No alla macelleria” L’eletto e il vitalizio
No pasaranOggi in aula il taglio proposto dal Pd Richetti e dal M5S Ci arriva coi giudizi poco lusinghieri dei deputati di quasi tutti i partiti
Il disegno di legge che introduce il metodo contributivo per il calcolo dei vitalizi dei parlamentari - che sbarcherà oggi pomeriggio in aula alla Camera dopo due anni di melina tra rimpalli e rinvii - sarebbe in realtà “il grimaldello” per aprire la strada “a una vera propria macelleria sociale” ai danni di tutti i lavoratori “con il dimezzamento dei trattamenti pensionistici calcolati con il metodo retributivo”. Il testo denota inoltre
“un atteggiamento persecutorio verso la cosiddetta casta”, che comporta al contrario il rischio in futuro che “solo i ricchi possano esercitare il mandato parlamentare”. Il ddl sarebbe inoltre incostituzionale “per l’evidente disparità di trattamento” a cui verrebbero sottoposti parlamentari e consiglieri regionali rispetto al resto dei pensionati.
È QUESTA la dichiarazione messa a verbale con cui il relatore del provvedimento, il Pd Maino Marchi, ha accompagnato il “parere favorevole” della commissione Bilancio di Montecitorio al ddl presentato, tra mille veti e difficoltà, dal collega di partito, nonché portavoce della segreteria democratica, Matteo Richetti. Un via libera formale ma “non condiviso nel merito” ha tenuto a precisare Marchi, con una fine distinzione che sfugge ai più, ma che non fa ben sperare sul destino del progetto di legge. Tanto che - seppure sarà approvato dalla Camera - in molti lo danno già per spacciato appena passato il portone del Senato. Marchi, tra l’altro, contesta la tesi secondo la quale il provvedimento in esame contribuirebbe a realizzare il principio di uguaglianza tra i parlamentari e gli altri cittadini, in quanto, a suo avviso, “determina invece una penalizzazione a danno dei parlamentari in conseguenza del ricalcolo dei vitalizi e dei trattamenti previdenziali”. E non basta. Per il relatore del Pd i principi della proposta di legge si pongono “in direzione chiaramente opposta” alla scelta fatta con l’approvazione della legge di bilancio per il 2017, orientata verso l’anticipazione dell’età pensionabile, “giacché per i parlamentari viene spostata in avanti l’età anagrafica necessaria” e paventa inoltre “l’abolizione del trattamento di fine mandato” per deputati e senatori.
LA “MANCATA condivisione nel merito” di Marchi si basa anche su tre aspetti di incostituzionalità, in quanto il provvedimento comporterebbe “una lesione della autodichia (autodeterminazione, ndr) delle Camere, una lesione del legittimo affidamento e dei diritti acquisiti a seguito del ricalcolo sui trattamenti previdenziali pregressi e la violazione dell’autonomia delle Regioni costituzionalmente garantita”.
Dubbi sulla legittimità costituzionale del provvedimento sono stati espressi anche dal deputato dem Mauro Guerra e da Gianni Melilla di Articolo 1 - Mdp. Quest’ultimo ritiene addirittura “aberrante” che l’importo ricalcolato non possa essere superiore a quello già percepito al momento dell’entrata in vigore del provvedimento. Rocco Palese (Forza Italia) ha invece votato contro la proposta di parere del relatore perché “si determina una evidente disparità di trattamento a danno dei percettori degli assegni vitalizi rispetto alle altre categorie”. In questo clima bipartisan di totale sfiducia e mancata condivisione del disegno di legge Richetti, ci si avvia a un’approvazione “di facciata”, funzionale ad accreditare la segreteria di Matteo Renzi, molto attivo tra gli anti-casta su Twitter, in attesa che finisca la legislatura.
Intanto il fronte dei difensori del vitalizio si fa sempre più minaccioso. Vedove, famigliari, parlamentari - in attività e pensionati - sono sul piede di guerra e subissano le segreterie di partito, i sottoscrittori dei tanti ddl che sono confluiti nel testo di Richetti e i relatori, con pressioni di ogni genere. Già sono pronte centinaia di ricorsi davanti a giudici amministrativi, del lavoro e costituzionali per bloccare qualsiasi testo dovesse sopravvivere al vaglio del Parlamento. E con essi crescono le probabilità che anche il Senato prenda tempo.
In caso di impasse di palazzo Madama, non è esclusa infine la mossa di trasformare le norme del ddl in una delibera da portare nell’ufficio di presidenza nelle due Camere, in una specie di gioco dell’oca di fine legislatura. Intanto il M5S cerca di passare all’incasso. Oggi Beppe Grillo sarà alla Camera per seguire le votazioni. “Sarà una giornata campale - scrive su Facebook il parlamentare M5s Danilo Toninelli – saremo più agguerriti che mai per scongiurare tutte le trappole che il Pd sta preparando per ammazzare la legge e tenersi il vitalizio”.
Parere “favorevole”
Ok dalla commissione Bilancio della Camera, ma dai dem a Forza Italia le critiche si sprecano