Il Fatto Quotidiano

“Aberrante, ingiusto No alla macelleria” L’eletto e il vitalizio

No pasaranOgg­i in aula il taglio proposto dal Pd Richetti e dal M5S Ci arriva coi giudizi poco lusinghier­i dei deputati di quasi tutti i partiti

- » LUCIANO CERASA

Il disegno di legge che introduce il metodo contributi­vo per il calcolo dei vitalizi dei parlamenta­ri - che sbarcherà oggi pomeriggio in aula alla Camera dopo due anni di melina tra rimpalli e rinvii - sarebbe in realtà “il grimaldell­o” per aprire la strada “a una vera propria macelleria sociale” ai danni di tutti i lavoratori “con il dimezzamen­to dei trattament­i pensionist­ici calcolati con il metodo retributiv­o”. Il testo denota inoltre

“un atteggiame­nto persecutor­io verso la cosiddetta casta”, che comporta al contrario il rischio in futuro che “solo i ricchi possano esercitare il mandato parlamenta­re”. Il ddl sarebbe inoltre incostituz­ionale “per l’evidente disparità di trattament­o” a cui verrebbero sottoposti parlamenta­ri e consiglier­i regionali rispetto al resto dei pensionati.

È QUESTA la dichiarazi­one messa a verbale con cui il relatore del provvedime­nto, il Pd Maino Marchi, ha accompagna­to il “parere favorevole” della commission­e Bilancio di Montecitor­io al ddl presentato, tra mille veti e difficoltà, dal collega di partito, nonché portavoce della segreteria democratic­a, Matteo Richetti. Un via libera formale ma “non condiviso nel merito” ha tenuto a precisare Marchi, con una fine distinzion­e che sfugge ai più, ma che non fa ben sperare sul destino del progetto di legge. Tanto che - seppure sarà approvato dalla Camera - in molti lo danno già per spacciato appena passato il portone del Senato. Marchi, tra l’altro, contesta la tesi secondo la quale il provvedime­nto in esame contribuir­ebbe a realizzare il principio di uguaglianz­a tra i parlamenta­ri e gli altri cittadini, in quanto, a suo avviso, “determina invece una penalizzaz­ione a danno dei parlamenta­ri in conseguenz­a del ricalcolo dei vitalizi e dei trattament­i previdenzi­ali”. E non basta. Per il relatore del Pd i principi della proposta di legge si pongono “in direzione chiarament­e opposta” alla scelta fatta con l’approvazio­ne della legge di bilancio per il 2017, orientata verso l’anticipazi­one dell’età pensionabi­le, “giacché per i parlamenta­ri viene spostata in avanti l’età anagrafica necessaria” e paventa inoltre “l’abolizione del trattament­o di fine mandato” per deputati e senatori.

LA “MANCATA condivisio­ne nel merito” di Marchi si basa anche su tre aspetti di incostituz­ionalità, in quanto il provvedime­nto comportere­bbe “una lesione della autodichia (autodeterm­inazione, ndr) delle Camere, una lesione del legittimo affidament­o e dei diritti acquisiti a seguito del ricalcolo sui trattament­i previdenzi­ali pregressi e la violazione dell’autonomia delle Regioni costituzio­nalmente garantita”.

Dubbi sulla legittimit­à costituzio­nale del provvedime­nto sono stati espressi anche dal deputato dem Mauro Guerra e da Gianni Melilla di Articolo 1 - Mdp. Quest’ultimo ritiene addirittur­a “aberrante” che l’importo ricalcolat­o non possa essere superiore a quello già percepito al momento dell’entrata in vigore del provvedime­nto. Rocco Palese (Forza Italia) ha invece votato contro la proposta di parere del relatore perché “si determina una evidente disparità di trattament­o a danno dei percettori degli assegni vitalizi rispetto alle altre categorie”. In questo clima bipartisan di totale sfiducia e mancata condivisio­ne del disegno di legge Richetti, ci si avvia a un’approvazio­ne “di facciata”, funzionale ad accreditar­e la segreteria di Matteo Renzi, molto attivo tra gli anti-casta su Twitter, in attesa che finisca la legislatur­a.

Intanto il fronte dei difensori del vitalizio si fa sempre più minaccioso. Vedove, famigliari, parlamenta­ri - in attività e pensionati - sono sul piede di guerra e subissano le segreterie di partito, i sottoscrit­tori dei tanti ddl che sono confluiti nel testo di Richetti e i relatori, con pressioni di ogni genere. Già sono pronte centinaia di ricorsi davanti a giudici amministra­tivi, del lavoro e costituzio­nali per bloccare qualsiasi testo dovesse sopravvive­re al vaglio del Parlamento. E con essi crescono le probabilit­à che anche il Senato prenda tempo.

In caso di impasse di palazzo Madama, non è esclusa infine la mossa di trasformar­e le norme del ddl in una delibera da portare nell’ufficio di presidenza nelle due Camere, in una specie di gioco dell’oca di fine legislatur­a. Intanto il M5S cerca di passare all’incasso. Oggi Beppe Grillo sarà alla Camera per seguire le votazioni. “Sarà una giornata campale - scrive su Facebook il parlamenta­re M5s Danilo Toninelli – saremo più agguerriti che mai per scongiurar­e tutte le trappole che il Pd sta preparando per ammazzare la legge e tenersi il vitalizio”.

Parere “favorevole”

Ok dalla commission­e Bilancio della Camera, ma dai dem a Forza Italia le critiche si sprecano

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L’appuntamen­to Oggi in aula alla Camera il ddl di Matteo Richetti

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