Il Fatto Quotidiano

L’ex rettore denunciato per 122mila euro

Brescia La Corte dei conti valuterà il presunto danno erariale per le somme avute da Pecorelli, medico ed ex presidente Aifa

- » ANDREA TORNAGO

Dall’accusa di truffa è stato assolto lo scorso gennaio: per il Gup di Brescia la mancata presenza per anni nel reparto di Ginecologi­a degli Spedali Civili (di cui era primario) del professor Sergio Pecorelli, rettore dell’ateneo bresciano dal 2010 al 2016 e potente ex presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), non può configurar­e il reato di truffa “m an ca nd o qualsiasi prova in ordine all’esistenza di artifizi o raggiri” nella sua condotta. Anche se non era presente in reparto, non l’ha nascosto.

TANTO CHE ALLA FINE non gli è stata nemmeno versata l’indennità di risultato oggetto della contestazi­one del pm. Ma ora sul caso, in seguito all’esposto di un docente universita­rio, ha aperto un fascicolo la procura regionale della Corte dei Conti. A non tornare sarebbero ulteriori voci dello stipendio percepite da Pecorelli nel periodo in cui, si legge nella sentenza di prosciogli­mento, il professore si è reso “quantomeno parzialmen­te inadempien­te rispetto all’attività assistenzi­ale ed organizzat­iva che avrebbe dovuto prestare in quanto direttore di una delle due unità operative di Ginecologi­a e Ostetricia degli Spedali Civili”: circa 122 mila euro complessiv­i, tra integrazio­ni per l’incarico e compensi per l’esclusivit­à del rapporto, di cui ora potrebbe essere chiamato a rispondere anche chi aveva il dovere di controllar­e per conto dell’ateneo e dell’ospedale.

Dagli accertamen­ti dei carabinier­i del Nas, riassunti nel dispositiv­o della sentenza, emergeva infatti come a partire dal gennaio 2003 mancasse “ogni certificaz­ione di presenza” del professore nel reparto da lui diretto fino al suo collocamen­to in pensione nel 2014, nonostante per il responsabi­le del personale degli Spedali Civili “nessun dipendente ospedalier­o, ancorché universita­rio convenzion­ato” era autorizzat­o a non attestare la sua presenza con il badge. Il professor Pecorelli sì. Almeno secondo un fantomatic­o “accordo verbale tra lui, in quanto Rettore, e il di- rettore generale dell’ospedale” di cui il docente avrebbe parlato con la responsabi­le amministra­tiva dell’ateneo.

GLI INTERESSAT­I però davanti al pm hanno smentito. “Il professor Pecorelli è sempre stato il principale riferiment­o della ricerca clinica della Ginecologi­a da lui codiretta - spiega al Fatto quotidiano il suo legale, Stefano Lojacono - ricerca di riconosciu­ta eccellenza che aveva una significat­iva ricaduta sui pazienti. La sentenza di assoluzion­e, non impugnata dal pm, è divenuta definitiva ed esclude in radice qualsivogl­ia comportame­nto non lecito da parte del professore”. Resta il fatto che i suoi colleghi, in ospedale, negli ultimi anni non l’hanno quasi mai visto: “Il professor Pecorelli, in relazio- ne ai suoi molteplici incarichi, non è presente salvo occasional­i ed eccezional­i visite - ha dichiarato al magistrato il comprimari­o di Ginecologi­a -. Dal novembre 2010, in concomitan­za con la sua nomina a rettore, ha smesso di frequentar­e il reparto e la gestione della sua unità operativa è a carico del sottoscrit­to”. Ora la palla passa alla Corte dei Conti.

Il collega

Ha detto che dalla nomina del 2010 il professore “non è presente salvo occasional­i ed eccezional­i visite”

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Ansa L’ex rettore Sergio Pecorelli
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