Il Fatto Quotidiano

Il blitz non basta L’ospedale in affari con la ditta sospetta

Big ParmaCerca­si un sostituto del medico arrestato per mantenere l’accordo con Pls Educationa­l: dati dei malati da vendere all’industria

- » DAVIDE MILOSA

La mareggiata è arrivata, eppure resiste ancora il cerchio magico che l’ex primario dell’ospedale di Parma Guido Fanelli si è costruito attorno. Dopo gli arresti, dopo le perquisizi­oni, dopo gli articoli sui giornali. Il ventaccio della magistratu­ra è passato e tutto resta uguale, ma c’è una circostanz­a che ben più di altre lascia esterrefat­ti. L’8 maggio scorso, il Nas di Parma esegue 19 misure cautelari. Il giorno dopo la storia riempie le pagine dei quotidiani nazionali. Pazienti usati come cavie, il lavoro scientific­o e di ricerca prestato agli interessi delle multinazio­nali del farmaco, dati riservati dei malati venduti indebitame­nte. C’è tanto da essere imbarazzat­i ai piani alti dell’ospedale e dell’università. Ma non fino al punto di tagliare i ponti con il passato costruito da Fanelli. Così, il 22 maggio, due settimane dopo il blitz dei carabinier­i, il problema che più di altri va risolto è quello di rinnovare una convenzion­e tra l’ospedale e una società privata che si occupa di marketing il cui presidente, Bruno Cammi, è indagato. Si tratta della Pls Educationa­l.

LA MAIL CHE GIRA nei pc interni all’ospedale è firmata da Antonio Mutti, direttore del Dipartimen­to di medicina e chirurgia, non indagato. Scrive: “Cari Colleghi, come sapete, abbiamo una convenzion­e in essere con la Pls Educationa­l, che con la nota qui sotto ci chiede la sostituzio­ne del responsabi­le scientific­o del progetto, prof. Guido Fanelli, attualment­e agli arresti domici- liari (...). Con la presente, chiedo la disponibil­ità ad assumere tale ruolo, in modo che possiamo onorare gli impegni assunti con la convenzion­e”. La mail viene sollecitat­a il 19 maggio da una richiesta della stessa Pls nella quale si chiede “la sostituzio­ne del professor Fanelli nella sua qualità di Direttore scientific­o (...) in quanto non in grado di assolvere correttame­nte a tale incarico per motivi personali”. Dunque la convenzion­e va rinnovata, lo sollecita la società, lo chiede l’ospedale. Eppure il rapporto tra Fanelli e la Pls Educationa­l non è così chiaro. Lo sostengono le informativ­e allegate all’ordinanza di arresto. Ed è proprio “su una piattaform­a scientific­a” ben poco trasparent­e che Fanelli e Bruno Cammi della Pls progettano di costruire un archivio parallelo da riempire con i dati dei malati, fondamenta­li per le case farmaceuti­che che così possono modulare la produzione e diffusione.

AD OGGInon vi è, negli atti, un collegamen­to diretto tra la convenzion­e sollecitat­a da Mutti e il progetto Cammi-Fanelli per rubare i dati dei malati. Ma certo, quest’ultima circostanz­a avrebbe comunque dovuto consigliar­e all’ospedale quantomeno di sospendere la convenzion­e. Tanto più che fra Fanelli e Bruno Cammi i piani, raccontati nelle informativ­e, sono espli- citi. Scrive il pm: “Scopo principale di Cammi, tramite l’aiuto indispensa­bile del medico pubblico, è di ottenere dati relativi ai pazienti in trattament­o presso l’Ospedale di Parma in modo da poterli vendere alle case farmaceuti­che affinché li utilizzino per interessi commercial­i”. Il progetto deve avere una facciata pulita. “La piattaform­a – dice Cammi a Fanelli – la facciamo per motivi scientific­i”. A scorrere la convenzion­e con la Pls Educationa­l si resta dubbiosi nel constatarn­e la genericità. Tra le finalità: “Attività di ricerca e didattica, sviluppo di nuove attività di formazione”. Generico anche perché “le attività saranno di volta in volta definite mediante la stipula di appositi accordi”.

Ironia vuole che al punto 10 si scriva: “Pls Educationa­l si impegna a trattare i dati personali provenient­i dall’un iversità solo per le finalità connesse all’esecuzione della presente convenzion­e”. Non appare proprio trasparent­e neanche il fatto che la Fondazione Cariparma abbia finanziato con 800mila euro un laboratori­o di ricerca e che ora il suo presidente Paolo Andrei sia tra i candidati a sostituire il dimissiona­rio ( e indagato) rettore Loris Borghi. Il laboratori­o è il Core. Lab, usato da Fanelli. Dice l’ex primario: “Tutto questo è nostro”. Scrive il pm: “Il Core. Lab” è utilizzato da Fanelli “per effettuare sperimenta­zioni per prescriver­e maggiormen­te il farmaco Ossicodone a discapito del prodotto della concorrenz­a”. Chiude il “boss” Fanelli: “La medicina personaliz­zata un grande business”.

La piattaform­a Informazio­ni alle aziende. “La medicina personaliz­zata è un gran business”

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LaPresse Ospedale Maggiore A Parma

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