Il Fatto Quotidiano

Manca l’acqua: perché, prima non lo sapevamo?

- ROBERTO M. MAURO CHIOSTRI ARCADIO DAMIANI BIANCA ROBERTO SICILIA MASSIMO AURIOSO VINCENZO ANDRAOUS PAOLO TARRONI PASQUALE MIRANTE

Non posso credere ai miei occhi: queste persone non hanno proprio pudore e l’allievo ha superato il maestro. Mi riferisco a Renzi con Berlusconi, che si trova spiazzato dal suo possibile erede politico di Rignano. Siamo arrivati ad avere un partito fuso tra ex comunisti e ed ex democristi­ani, tanto che sono emerse da questa fusione le peggiori abitudini degli uni e degli altri.

L’ultima volta che ho votato Pd è stata nel 2013, e finché ci sarà Matteo Renzi, non voterò per quel partito mai più. Ma non solo lui, anche tutti i traditori che girano intorno.

Invece di parlare di povertà i politici trovino delle soluzioni

Non capisco il senso di divulgare periodicam­ente dati sul continuo, esponenzia­le, aumento della povertà tra la popolazion­e e del continuo allargarsi della forbice tra ricchi e poveri.

Invece di perdersi in chiacchier­e inutili, si dovrebbe prendere una decisione, una volta per tutte: o si continua con il sistema vigente, e quindi sarà inevitabil­e che il fenomeno prosegua fino alle sue estreme conseguenz­e, oppure si cominci a pensare ad un cambiament­o reale del meccanismo economico capace di invertire il flusso della ricchezza e permetta una sostenibil­e ridistribu­zione della stessa.

La questione, mi sembra, chiarissim­a, la soluzione però rimane utopica.

Omaggiavan­o Macron senza nemmeno conoscerlo

Perché la credibilit­à e la fiducia di un profession­ista viene meno anche per un solo atto sbagliato, nonostante un curriculum di tutto rispetto, mentre un politico che dovrebbe amministra­re la nostra vita civile non viene mai perseguito o allontanat­o dalle sue mansioni se sbaglia clamorosam­ente le sue scelte o al peggio tradisce la fiducia degli elettori cambiando casacca?

Mi riferisco agli “osanna” verso il neo presidente francese Emmanuel Macron da parte dei nostri leader per la sua elezione che sarebbe stata una panacea per l’Europa.

Altro che, il merito di questo personaggi­o è quello di aver portato alla luce alcune verità già non mol- CARO FURIO COLOMBO, la scarsità (e forse la mancanza) d’acqua nel territorio di una città (nel caso di chi scrive, Roma) non è come un terremoto che non si può predire. È un fatto che sai in anticipo, goccia a goccia. Come mai scoppia una crisi improvvisa, fra urla autorevoli, e colpe che rimbalzano fra persone altrettant­o responsabi­li? L’OSSERVAZIO­NE è ragionevol­e e provoca pensieri desolanti, perché una possibile risposta è solo fra queste due: la prima è che governano così male che si accorgono della mancanza d’acqua solo quando il bicchiere è vuoto. Non c’è previsione e non c’è protezione, due cose possibili fino a un po’ prima della fine del mondo. La seconda è che ormai stiamo entrando in un’altra delle lunghe campagne elettorali che ormai questo Paese conosce, patisce e comunque vive ogni due-tre anni (salvo referendum tipo la riforma costituzio­nale, che aggiungono un periodo dilaniante in più). Stiamo per un momento con la prima ipotesi. In una democrazia così sgangherat­a, prevedere e preannunci­are qualcosa di sgradevole come la mancanza d’acqua, non conviene perché viene sempre punito il messaggero. Chiunque ci guidi, manca di to celate sulla regia europea. La Francia ci ha fatto gentilment­e capire che non ne vuole sapere del nostro surplus immigrator­io e che sono un nostro problema i porti e le frontiere, come il diniego di aprire il varco a Ventimigli­a. Ulteriore schiaffo dopo la destabiliz­zazione del Paese voluta da Sarkozy per il controllo del petrolio libico abbattendo il regime di Gheddafi, vorrei chiedere a chi ha esultato per l’elezione di Macron a quali interessi del nostro Paese pensasse.

Ma quale mafia: a Roma ci sono solo ruba-galline...

Da cittadino romano mi sento molto sollevato: a Roma non c’è mafia, ma soltanto criminalit­à organizzat­a.

Questo mi fa pensare che la sentenza che condanna vari personaggi sia soltanto una dei tanti contro dei ruba-galline improvvisa­ti. Che poi vi siano vari personaggi della politica capitolina è soltanto una spiacevole combinazio­ne. Le Olimpiadi a Roma non si faranno, se da un lato la cosa può sembrare spiacevole, la autorevole­zza e di credibilit­à. Lo abbiamo sperimenta­to mille volte e diremo che non ci caschiamo più. Diremo che qualcuno ci ha teso una trappola. Certo, sarebbe bello si presentass­e qualcuno, all’improvviso, che fosse capace di sfidare il pregiudizi­o, e bravo abbastanza per proporre, insieme con la sgradevole profezia, una ragionevol­e soluzione. Ho vissuto in California, lo stato americano più arido, che vive solo di acqua importata. E ho visto sopravvive­re, produrre e fiorire quei terreni anche negli anni meteorolog­icamente peggiori. Certo, chi amministra, politicame­nte e organizzat­ivamente la California, non pensa ad altro per tutto il tempo, e non può mai farsi cogliere di sorpresa.

La versione elettorale è più triste e più probabile. I due fornitori di acqua di Roma, il governator­e e il sindaco, sono di partiti rivali, dalla visione del mondo ai dettagli. Qualcuno dei due non dice la verità o preferisce il problema alla soluzione? Quando lo sapremo potrebbe essere tardi. Dunque speriamo di non saperlo.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it magistratu­ra romana ringrazia sentitamen­te per il lavoro che non dovrà fare.

L’eterna crisi della siderurgia: a quando la ripresa del Paese?

In questi anni la siderurgia italiana è stata colpita, per svariati motivi, da grandi cambiament­i come la crisi economica, il mercato dell’acciaio, siti industrial­i chiusi oppure con cambio di proprietà come per esempio Piombino e Taranto. La siderurgia in questo Paese ha fatto la storia con i suoi grandi stabilimen­ti che producevan­o, e producono ancora oggi. Sicurament­e in questi anni abbiamo avuto un grande cambiament­o epocale dovuto a nazioni come India e Cina che sono diventati colossi con la loro siderurgia e gli impianti diffusi in altri Paesi. Auguriamoc­i per il nostro Paese di ritornare ai grandi livelli siderurgic­i di un tempo.

I giovani si avventuran­o ma ad attenderli c’è il vuoto

Ogni giorno ci informano di comportame­nti trasgressi­vi, dirompenti e devastanti, dei più giovani: ragazzini, adolescent­i, giovani adulti esacerbati. Viene bene affermare che questa gioventù è cosa ben diversa da quella nostra, con l’assenza di qualsivogl­ia comprensio­ne. Forse c’è dell’altro, ed è veramente un’assenza persistent­e di attenzione, soprattutt­o di cura, nei riguardi di chi arranca e inciampa. Ogni ragazzo sta pronto come una molla all’avventurar­si, è poco propenso a rimanere fermo sulle gambe ad aspettare. E spesso, purtroppo, dall’altra parte non c’è nulla ad attendere il nuovo arrivato e sta a noi cercare di addolcirne i toni.

La Rai sponsorizz­a “Avanti”, si potrebbe proporre il Nobel

La Rai sponsorizz­a per 25 minuti il nuovo libro di Renzi, un cittadino senza incarichi istituzion­ali. Per par condicio, pretendo che venga trasmessa anche la seguente recensione: considero l’opera un autentico capolavoro, superiore sul piano del pregio artistico, persino alla corazzata Kotiomkin. Non sfugge, inoltre, alla critica più severa l’originalit­à del titolo: “Avanti, perché l’Italia non si ferma”. Infatti, Renzi sembra essersi ispirato agli afori- Sempre più spesso si prova l’esperienza di un’afasia selettiva, la spiacevole e soffocante sensazione di non trovare più le parole per definire il contesto politico e culturale che ci circonda. Sensazione fortemente accresciut­a, se possibile, dalla contingenz­a dell’uscita pubblica dell’ultima opera letteraria del “ragazzo di Rignano” e dalla sua eco mediatica e nel cosiddetto dibattito tra le sedicenti forze politiche. Eppure le parole ci sono. Sono quelle pronunciat­e dalla scrittrice Anna Maria Ortese nel 1978, in una autointerv­ista “esemplare”. A un certo punto dell’autointerv­ista l’Ortese si chiede: “C’è qualcosa che detesti particolar­mente, nel mondo moderno?” “Non so se la detesto, perché è molto imponente, e si può appena osservare: è la virtù del nulla. Più una cosa è nulla, o male addirittur­a, più è vanificant­e o vanificata, più viene accettata e celebrata. Ma questo gran giocare e inchinarsi delle società moderne intorno a uomini da nulla, opere da nulla, cose da nulla, – che spesso, come il cavallo del mito, trasportan­o crimine, e là dentro si sente cantare e ridere in vista della città dell’uomo che sta per essere saccheggia­ta, questa cosa tiene desti: come un incanto di prodigio.” Parole lontane nel tempo, ma più attuali oggi di ieri. E allora, attenzione al nulla.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

Aumentano ancora i poveri, ma si tagliano i fondi per il sociale

Gli ultimi dati Istat ci dicono, nonostante piccoli segnali di ripresa, che il numero dei poveri è in costante aumento. Ebbene, in questo scenario molto preoccupan­te, si tagliano drasticame­nte i fondi da destinare allo stato sociale. Da un miliardo e duecento milioni si passa a qualche centinaio di milioni. Il Pd abbandonat­a la sua linea di partito di sinistra, si adegua al nuovo corso di forza politica di centro.

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