Il Fatto Quotidiano

Cattaneo via da Telecom: buonuscita da 25 milioni

Il manager lascia l’azienda in rotta con l’azionista di controllo Vivendi, che gli aveva garantito un contratto stellare. Resa col governo sulla fibra: niente duello per le “aree bianche”

- » CARLO DI FOGGIA

Dopo neanche un anno e mezzo Flavio Cattaneo lascia Telecom, con una buonuscita di 25 milioni, la più alta del 2017 e tra le più onerose della storia di Piazza Affari. Si chiude così un capitolo singolare della già tormentata storia dell’ex monopolist­a delle telecomuni­cazioni.

IL MANAGERres­terà in carica fino al 28 luglio, il tempo di presentare la semestrale, ma già il 27 il cda tornerà a riunirsi per la sua succession­e. Cattaneo, in carica da aprile 2016, aveva un contratto fino a 2020: sulla decisione di cambiare programma avrebbe pesato lo scontro con il principale azionista, i francesi di Vivendi, che hanno il 24% della società. Quando fu assunto, in uscita da Ntv (i treni Italo), a Cattaneo fu proposto un contratto particolar­e: oltre a un bonus di ingresso da 2,5 milioni, un fisso da 1,7 milioni più una parte variabile legata ai risultati (che nel 2016 gli ha garantito altri 9,3 milioni, per un totale che nel primo anno supera così i 16) e uno special award, un nuovo tipo di incentivo fino a “40 milioni” nell’arco del quadrienni­o al 2020, per “supportare l’obiettivo di turnaround aziendale”. Nel contratto la società ha però garantito a Cattaneo che in caso di interruzio­ne anticipata del rapporto di lavoro o di indebita ingerenza da parte dell’azionista di controllo glielo avrebbe versato per intero subito. I 25 milioni sono quindi il frutto di uno sconto che il manager mila- nese, classe 1963, ha accettato di trattare con l’azienda. L’accordo transattiv­o ha ottenuto l’ok del comitato nomine e remunerazi­oni e del cda, ma non del collegio sindacale, che non è espression­e di Vivendi e il cui parere negativo non è però vincolante. Asati, l’associazio­ne che raccoglie i piccoli soci ha parlato di “totale disinteres­se per azionisti e dipendenti”.

Telecom, oggi Tim, ha motiva l’uscita del manager con l’avvio di una “nuova fase”, dopo il turna-

round, cioè il risanament­o dell’azienda che evidenteme­nte è avvenuto già nel primo anno di lavoro. Cattaneo ha portato i risultati finanziari richiesti (la prima trimestral­e si è chiusa con +8,5% e ebidta a +16%), ma ha guidato una fase di scontro pesante col governo. Renzi - preso atto che non poteva contare su Telecom per il suo piano per avere la banca larga subito - ha puntato tutto sull’Enel di Francesco Storace. Cattaneo e

Tim hanno avviato subito una guerra investendo nelle aree bianche “a fallimento di mercato” cercando di mettere fuorigioco la società elettrica. L’Antitrust ha messo sotto accusa Tim che denunciava di venire discrimina­ta dal governo (accusato di fare bandi su misura per Enel). Anche Agcom e Consob hanno iniziato a chiedere chiariment­i sul ruolo invadente del gruppo di Vincent Boloré nelle strategie della società: l’accusa è di favorire un unico socio a danno degli altri. Ieri la guerra è finita e Tim si arrende: non andrà allo scontro sulle aree bianche, ricalibran­do il piano degli investimen­ti che verranno dirottati al- trove. Tregua sancita dal saluto dettato alle agenzie dal ministro per la Coesione Claudio De Vincenti, l’uomo che solo un mese fa minacciava di far causa a Tim: “Le scelte di una grande azienda vanno seguite con rispetto e attenzione. L'auspicio è che Telecom ritrovi la strada per impostare e realizzare investimen­ti strategici per lo sviluppo tecnologic­o e produttivo del nostro Paese”. Tutto è perdonato.

L’ultimo attrito con Bollorè è arrivato quando il bretone ha deciso di imporre a Cattaneo l’israeliano Amos Ghenish come direttore generale, un manager dal profilo tecnico riconosciu­to. Giovedì il cda rivedrà le nomine: Ghenis arriva, Arnaud de Puyfontain­e (manager Vivendi) resterà presidente e Giuseppe Recchi, oggi vicepresid­ente, diventerà ad, dividendo le deleghe con gli altri due.

Vivendi cercherà ora di riavviare il dialogo con Mediaset, che ha provato a scalare a fine 2016 (l’offensiva era partita in estate). Ieri Pier Silvio Berlusconi ha smentito l’ipotesi che Cattaneo approdi al Biscione.

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Ansa Il divorzio L’addio milionario di Flavio Cattaneo

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