Casa Surace, dalla frisa “sponzata” al “pacco da giù”: in attesa di un film
Si è concluso il “Pigliati ‘na cosa tour” dei ragazzi diventati idolo dei fuorisede (e non solo)
In 20 giorni abbiamo girato l’Italia da nord a sud, percorrendo più di 4000 km e abbiamo mangiato parecchio, soprattutto al centro, fra supplì e pasta asciutta e difatti, complessivamente, abbiamo messo 25 kg in più”. Parola di Alessio Strazzullo, fresco trentenne e co-fondatore di Casa Surace, che tesse un bilancio più che positivo per il “Pigliati ‘na cosa t o ur ”, nato chiedendo direttamente ai fan se avessero voglia di incontrare dal vivo i loro idoli sul web. Il risultato è stato sorprendente con oltre 4 mila commenti su Facebook e 400 mail ricevute, dando il là alla realizzazione di un fitto calendario di incontri – a Bologna a Piazza Maggiore, a Camerino dove hanno fatto una spaghettata con le comunità terremotate, spingendosi a Catania dove si è concluso il appena pochi giorni fa, “incontrando e raccogliendo anche le storie dei loro fan più sfortunati, colpiti da gravi malattie, cui abbiamo cercato di portare un sorriso ”. E in ogni posto è stata prevista una consegna di un pacco da giù, “grazie alla Coop Lombardia che ci ha sostenuto e a Libera Terra che ci ha dato un cuofano di prodotti nati in terre confiscate alle mafie”.
MA DI COSAsi tratta? “Il pacco da giù – prosegue Strazzullo – è il simbolo degli studenti universitari fuorisede, un gesto concreto di sopravvivenza spedito dalle mamme ma anche e soprattutto qualcosa di più. Perché da casa non arrivano solo caciotte, sugo e melanzane sott’olio ma soprattutto l’aria della famiglia. Un trionfo di nostalgia felice”. Facciamo un passo indietro per raccontare il fenomeno videomaker di Casa Surace nato sul web ap- pena due anni fa, dall’intuizione felice di un gruppo di amici campani – originari di Napoli e Sala Consilina (Salerno) – che hanno realizzato e postato video sugli stereotipi fra nord e sud, spaziando dall’arte per fare la scarpetta, al modo perfetto per fare la valigia, dalla moda dall’ape(ritivo) alla Pasqua con un terrone (o senza) e il modo perfetto per preparare la fresella, “che deve sponzare (ammollare, ndr) come insegna nonna” sino all’ultima idea, quella di rifare i capolavori di Hollywood in chiave terrona e così La La Landdiventa La La Sa-Rc,“per insegnare agli studios come si fanno i film al Sud”, afferma Alessio Strazzullo. I risultati sono sotto
gli occhi di tutti: 244.100 iscritti sul canale YouTube e oltre 55.182.822 visualizzazioni totali per i video caricati.
E il fenomeno Casa Surace non è passato certo inosservato ai grandi brand e loro hanno pensato di ottimizzare il concetto di product
placement: “Cerchiamo la storia adatta per inserire un brand – un infradito o una nota marca di chips – anziché stravolgere la scrittura, solo così riusciamo a non perdere il nostro appeal sul pubblico”.
A PROPOSITOdi pubblico, rispetto agli youtuber, i video di Casa Surace sono trasversali, “siamo molto condivisi sui social ma ciò che ci fa piacere è il fatto di essere apprezzati dai figli, dai genitori e ovviamente dalle nonne. Il vero cuore pulsante della famiglia, l’anima di ogni pacco da giù che si rispetti”. Subito dopo il tour sono stati protagonisti anche di una affollata masterclass al Giffoni in cui hanno raccontato la loro esperienza ad una platea di ragazzi selezionati eppure la domanda inevitabile è sempre la stessa: i ragazzi di Casa Surace faranno presto un film? “Sì, ce lo chiedono spesso e la risposta, per adesso, è ni. Aspettiamo il momento giusto, non basta essere dei fenomeni sul web per fare un buon film, serve la scrittura e una buona idea da cui partire”. Ma c’è una lezione finale imparata in questo tour? “Tutta l’Italia è sud, si mangia ovunque bene e tanto!”. Con buona pace della bilancia.
Da mamma non arrivano solo sugo e caciotte, ma pure l’aria di famiglia Un trionfo di nostalgia felice