RAZZE, MAMME GAY (MA UOMINI) E PAT
PATRIZIA, Pat per gli amici, si è scusata. Ed è stata certo la distrazione per l’accavallarsi di due notevoli eventi, la rondine da sfamare (“oddio, devo trovare qualcuno che le dia il vermetto”) e l’intervista alla radio per illustrare le prime mosse del suo nuovo incarico di responsabile animalista del Pd. Le sue parole si sono poi come incapricciate e Patrizia Prestipino ha salutato come una giusta difesa della “razza” l’impegno renziano a dare dignità politica alle mamme: “Tra un po’ non esisteranno più ragazzi italiani, non so se mi spiego”. Lei, deputata romana, senza troppo sottilizzare con la storia, aveva immaginato come un impegno necessario e improcrastinabile l’obbligo di difendere “la razza”. La parola ha prodotto una nube tossica sulla sua testa e destato scandalo. Hanno iniziato con lo sconforto e la polemica i compagni della sinistra oramai estranei al partito, ma lo stupore ha colto anche i colleghi del Pd: Michele Anzaldi è stato tra i primi a chiedere pronta rettifica, Fabrizio Barca s’è domandato se non fosse il caso che Prestipino abbandonasse l’incarico ad altre, possibilmente più avvedute, mani. Sono seguite le scuse e purtroppo si è persa nella nuvola un’altra enorme frase di Pat che - garantendo ampie vedute - auspicava un aiuto anche per le “mamme omosessuali, donne o uomini che siano”.