“Ma quale privilegio, il mio è un assegno di sussistenza. Rinuncerò ai miei libri”
Breve
l’avventura in Parlamento, cinque anni alla Camera prima con il Popolo della Libertà e poi coi famigerati “Responsabili”. E piccolo il vitalizio: 1.700 euro al mese. Tanto che secondo Giancarlo Lehner, 73 anni, tra i più virulenti critici di Tangentopoli e della magistratura ai tempi di B. regnante, è “quasi una pensione di sussistenza”, dice. “E mi vogliono togliere pure questa”.
Ce l’ha con i suoi ex colleghi? Non è nel mio stile. Mi dispiace che non venga riconosciuto il mio lavoro: in Parlamento ho dato tanto, ogni giorno in aula, mica come certi assenteisti che oggi per farsi belli davanti agli elettori hanno votato la legge.
Quanto ci rimetterà?
Sono calcoli difficili. Una parte del mio vitalizio è già contributivo, perché nell’ultimo anno da deputato era scattato il nuovo sistema. A naso direi circa un terzo, da 1.700 a 1.200 euro.
Un brutto colpo.
Col vitalizio avevo una vecchiaia di- gnitosa. Se me lo tolgono, rischiano di crearmi problemi esistenziali.
Addirittura?
Sono un vecchio scrittore e giornalista. In politica ho sempre fatto scelte controcorrente e questo professionalmente si paga. Sa da quanto non ho un vero contratto? Dal 1993, L’Avanti! . Dopo solo piccole collaborazioni, con cui non metti da parte nulla. Mi restano quel minimo di vitalizio e una piccola pensione da ex insegnante. Però ha ragione: da classicista devo ammettere che i problemi esistenziali sono altri.
I soldi non fanno la felicità ma sono importanti, insomma. Come farà ora?
I vizi, l’alcol e il fumo, me li aveva già tolti la vecchiaia. A cena fuori vado un paio di volte l’anno, non mi piace la gente. I miei soldi li spendevo quasi tutti in libri e cure mediche. Almeno 3.000 euro all’anno per volumi pregiati, saggi, testi antichi. La mia unica passione. Visto che alle terapie per la mia povera schiena non posso rinunciare, dovrò tagliare quelli.
E se non bastasse?
Vorrà dire che da anziano professore mi rimetterò a dare ripetizioni di greco. Almeno il mio sapere non lo possono cancellare con una legge.