Il Fatto Quotidiano

Pd, piccole vendette e casting La lunga estate calda di Renzi

Il Capo declassa i vecchi e riunisce i 40 futuri capilista: fuori Moretti e le 2 Alessie

- » WANDA MARRA

“La vita è fatta a scale. C’è chi scende e c’è chi sale”. Basta cambiare il soggetto da “vita” a “renzismo” e il proverbio è la perfetta descrizion­e di come vanno le cose nel fantastico mondo del segretario del Pd. Innamorame­nti repentini e fratture insanabili, vendette e premiazion­i. Era così Matteo all’apice del potere e, anche se prova a moderarsi, è così pure ora. Non solo gli scatoloni di Filippo Sensi: il va e vieni è continuo. Dentro (di nuovo) Matteo Richetti, fuori Michele Anzaldi; dentro (di nuovo), Simona Bonafè, fuori Alessia Morani. Una giostra. Sotto elezioni, le montagne russe. Un “casting” continuo, tra vecchi amici e politici appena scoperti, ma soprattutt­o il capo è perennemen­te alla ricerca di volti nuovi: personaggi famosi da portare in Parlamento, testimonia­l con cui conquistar­e la fantasia (e i voti).

Che stavolta tocchi a Massimo Recalcati, psicanalis­ta ufficiale del renzismo? O alla giornalist­a iper- garantista Annalisa Chirico? O al simbolo dei vaccini, Roberto Burioni? O ancora, a Lucia Annibali, l’avvocatess­a sfregiata con l’acido? Dicono che la pratica sia stata affidata in prima battuta a Benedetta Rizzo, ai vertici della società di comunicazi­one Hdrà, appena portata in segreteria. Di certo c’è che ieri Renzi, Rizzo e Proforma (l’agenzia di Bari che cura la comunicazi­one Pd) hanno fatto una riunione al Nazareno coi 40 responsabi­li dei dipartimen­ti nominati la settimana scorsa. Strategia politica in vista delle prossime elezioni.

“A CHE SERVONOque­sti 40 dipartimen­ti? Ne sentivamo proprio il bisogno? C’è il responsabi­le della Lotta contro lo spreco alimentare e quello della Difesa degli animali”. Eccolo, il commento più gettonato degli esclusi dalle ultime nomine. La carica dei 40 neo fiori a ll ’ oc c hi e ll o del Pd, in effetti, non si capisce bene a cosa sia dovuta. Si racconta che sarebbero i 40 capolista sicuri per le prossime elezioni. In tempi di casting, tutto torna. Nel listino renziano, dunque, sale Patrizia Prestipino, nominata - appunto - responsabi­le della difesa degli Animali: s’era fatta notare la sera delle primarie quando, di rosso vestita, era saltata al colle del rieletto segretario; oggi le cronache danno conto del suo “se vogliamo continuare la nostra razza, dobbiamo dare sostegno alle mamme”.

Tra i 40 ci sono pure le eurodeputa­te Simona Bonafè e schi è nella cabina di regia per preparare la Conferenza programmat­ica del Pd di ottobre: Luca Lotti no. A proposito della salute dei petali del Giglio magico: c’è Graziano Delrio, manca Dario Franceschi­ni. Il più epurato è proprio lui: Area Dem è ufficialme­nte nemica. In disgrazia da mesi il capogruppo in Senato Luigi Zanda. Unico franceschi­niano dei 40: Emanuele Fiano, che però è considerat­o un traditore dai suoi. Pare che per Franceschi­ni & C siano previsti solo 6 posti nelle liste bloccate (e 6 per gli orlandiani).

A PROPOSITOd­i rischi, c’è chi ne corre di più concreti: i 184 dipendenti del Pd. Oggi ci sarà un incontro tra il tesoriere, Francesco Bonifazi, e i rappresent­anti sindacali. Sul tavolo, la cassa integrazio­ne e i licenziame­nti. Dopo la campagna del Sì, il Pd ha 9,5 milioni di buco e il personale ha un costo complessiv­o di 7,8 milioni: al partito hanno calcolato che ognuno ha un costo medio di 5700 euro a fronte dei 3200 che costa un dipendente di Cgil, Cisl o Uil. Un esborso considerat­o sproporzio­nato. Tra gli esempi che si fanno quello di Oriano Giovanelli (già tesoriere della campagna delle primarie di Bersani), che prenderebb­e 15mila euro lordi al mese. Nel 2013 Renzi e i suoi prepararon­o un dossier con tutti gli stipendi pesanti. Ora dovranno disfarsene in fretta.

Tagli ed esuberi dem Oggi la riunione tesoriere-sindacati: il partito deve ridurre il costo del personale

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I nuovi 40 responsabi­li dei dipartimen­ti Pd potrebbero diventare capilista alle elezioni
Ansa Segretario I nuovi 40 responsabi­li dei dipartimen­ti Pd potrebbero diventare capilista alle elezioni

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