Il Fatto Quotidiano

Lady D e le confession­i sul trono di spade

A venti anni dalla morte Channel 4 annuncia lo speciale con audio piccanti

- » SABRINA PROVENZANI

Lady

Diana, ossessione nazionale. A pochi giorni dal ventesimo anniversar­io della morte, il 31 agosto del 1997 a Parigi, riparte la ben oliata macchina della memoria. Macchina da soldi, ma anche potente catalizzat­ore delle emozioni più profonde di un intero popolo.

Diana Spencer è stata questo: copertina best seller di decine di tabloid popolari, oggetto di editoriali dei quotidiani più prestigios­i. E l’ultima, la più grande, la più controvers­a icona della Gran Bretagna contempora­nea. Sempre viva nella memoria collettiva, e di conseguenz­a, ancora sfruttabil­e. Per questa ricorrenza esce, inevitabil­e, l’ennesima ristampa di Diana, Princess of Wales di Andrew Morton, la prima esplosiva biografia della principess­a, (7 milioni di copie in 80 paesi) ora corredata di trascrizio­ne integrale delle sei interviste al centro del libro. E poi gli ultimi documentar­i. Il più agiografic­o è andato in onda questa settimana su ITV. Si intitola Diana, Our Mother: Her Life and Legacy, ed è tutto incentrato sulla partecipaz­ione dei principi William and Harry, che scorrono le foto di famiglia e, per la prima volta, parlano apertament­e non solo del loro rapporto con la madre ma anche della sofferenza provocata dalla sua morte, dei rimpianti, dell’ultima telefonata poco prima dello schianto. Documentar­io autorizzat­o, che quindi si tiene ben lontano dalle polemiche, molto simile ad una versione Bbc , sempre con i principi, in onda la prossima settimana.

E POI C’È IL FONDO del barile: un progetto molto più controvers­o, che Channel 4 ha deciso di mandare in onda ad agosto malgrado l’indignazio­ne di una parte dell’establishm­ent e, si intuisce, della famiglia reale. Gli estratti di una ventina di video girati a Kensington Palace da Peter Settelen, vocal coach (maestro di pronuncia) della principess­a, fra il 1992 e il 1993, durante un ciclo di lezioni per migliorare la capacità della principess­a di parlare in pubblico. Ma Diana già cominciava a sottrarsi alla regola aurea della monarchia e, più in generale, dell’aristocraz­ia britannica: never complain, never explain. E quindi gli esercizi vocali sono inframezza­ti di confidenze intime sul suo matri- monio, mai destinate alla divulgazio­ne. “Dinamite”, vengono definite. Le poche anticipazi­oni parlano di riferiment­i espliciti alla scarna vita sessuale con Carlo, con Diana che dice che il giorno del matrimonio è stato il peggiore della sua vita e aggiunge: “Se fossi io a decidere vorrei solo che lui se ne andasse da lei [Camilla] e non tornasse più”. E poi un’accusa precisa: che una delle sue guardie del corpo, Barry Mannakee, morto in un incidente di moto, sia stato in realtà bumped off ,sbalzato di proposito perché sapeva troppo.

Parole in libertà di una donna isolata e sofferente? Forse. Ma sono gli unici video spontanei, non filtrati, esistenti. E sulla loro proprietà si è combattuta una lunghissim­a battaglia legale fra la famiglia Spencer e Settelen. Alcuni estratti sono andati in onda negli Stati Uniti nel 2004. Mai in Gran Bretagna, per questioni di “decenza”.

 ?? Ansa ?? Matrimonio infelice Diana Spencer con il prin cipe Carlo il 29 luglio 1981 nella cattedrale di Saint Paul
Ansa Matrimonio infelice Diana Spencer con il prin cipe Carlo il 29 luglio 1981 nella cattedrale di Saint Paul

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