Due navi italiane a Tripoli, ma mezza Libia non lo sa
Previsti anche non precisati “mezzi terrestri”. Il governo libico riconosciuto dall’Onu: “Noi vi abbiamo chiesto solo supporto logistico”
Ci sarà solo una nave, con un’altra di supporto nelle acque libiche. Per ora. La missione italiana sarà un’estensione dell’operazione Mare Sicuro, e non prevede altro budget rispetto a quello già stanziato. “Quello che abbiamo approvato non è né più, né meno di quanto richiesto dal governo libico”. Paolo Gentiloni, dopo il Consiglio dei Ministri di ieri, scende per la conferenza stampa. Poche dichiarazioni, nessuna domanda concessa ai giornalisti. Il premier ci tiene a chiarire che “non è un’iniziativa contro la sovranità libica”. E, dunque, “sarebbe non rispecchiare la sostanza della decisione del governo presentarla come un enorme invio di grandi flotte e squadriglie aerei”.
NON È STATAuna mattinata facile quella di ieri a Palazzo Chigi. Perché i media libici avevano rilanciato le parole di Sarraj: “Il presidente del consiglio presidenziale smentisce categoricamente quanto pubblicato da alcuni mezzi di informazione circa la nostra autorizzazione alle forze italiane all’ingresso nelle nostre acque territoriali scortati da aerei caccia e quant’altro”. Alcune notizie uscite erano probabilmente esagerate, ma le milizie di Tripoli (di Haftar) avevano visto gli annunci del nostro Paese come un’invasione. Anche rispetto alla possibilità che le navi costiere italiane possano entrare in acque territoriali libiche. La parte più delicata della missione, ma anche la sua motivazione: alla base c’è il contrasto ai trafficanti di esseri umani, ma soprattutto – da parte dell’Italia – la necessità di fermare l’immigrazione incontrollata. È per questo che Gentiloni ribadisce più e più volte “abbiamo approvato quello che ci hanno chiesto”. La delibera viene trasmessa alle Camere nel pomeriggio. La missione durerà dal primo agosto al 31 dicembre. Non è prevista una spesa ulteriore rispetto ai 34.950.000 euro stanziati per Mare Sicuro. Ecco gli obiettivi, come scritti nel testo inviato alle Camere: “Fornire supporto alle forze di sicurezza libiche per le attività di controllo e contrasto dell’immigrazione illegale e del traffico di esseri umani mediante un dispositivo aeronavale”. La missione dovrà agire “in supporto a unità navali libiche”. Si parla anche della “costituzione di un centro operativo marittimo” per “la sorveglianza, la cooperazione marittima e il coordinamento delle attività congiunte”. Tra le basi giuridiche della missione si menziona la lettera di Sarraj a Gentiloni del 23 luglio 2017.
ALMENOin una prima fase saranno dunque mobilitate non più di due navi, con relativi elicotteri imbarcati, e non le cinque che costituiscono l’attuale dispositivo dell’operazione Mare sicuro (da cui le unità verranno tratte). Ma si parla anche di non meglio specificati “mezzi terrestri”. Su alcune questioni i tecnici stan- no ancora lavorando, insieme ai libici. Le regole d’ingaggio andranno definite nei prossimi giorni. Tanto è vero che ieri Roberta Pinotti, ministro della Difesa, ha detto esplicitamente: “Risponderemo al fuoco se attaccati? Questo sempre, in ogni occasione”.
Martedì alle 13 il testo arriverà alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. Ci saranno i ministri competenti (Angelino Alfano e la stessa Pinotti), non Gentiloni. Ancora non si sa se basterà il loro voto o si andrà in Parlamento. Saranno lunedì i capigruppo a deciderlo. Anche per velocizzare il tutto, il governo insiste sul basso impatto della missione. Spiega Lia Quartapelle, capogruppo Pd in Commissione Esteri: “Lavoreremo per il più ampio co ns en so”. Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato, oggi presenterà una mozione di sostegno della maggioranza, sperando di allargare il campo anche all’opposizione. Forza Italia ha già fatto sapere che do- vrebbe votare. I problemi restano a livello internazionale: l’accordo solo con Tripoli e non conMisurata, la Francia, più un competitor che un alleato. Non a caso Tripoli (e non per bocca di Sarraj) solo nel pomeriggio corregge il tiro, con una nota del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale: “Il Consiglio presidenziale libico ha chiesto al governo italiano solo supporto logistico e tecnico per la Guardia costiera libica”. E “non sarà autorizzato alcun intervento senza permesso” a ll ’ interno “del territorio e delle acque regionali libiche”.
Pinotti all’attacco
Il ministro della Difesa: “Rispondere al fuoco se attaccati? Sempre, in ogni occasione”