COSÌ LA FRANCIA RIMANDA IN ITALIA I PROFUGHI
Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Cédric Herrou, attivista francese per i diritti umani, su quanto accaduto lunedì scorso a Cannes.
Da due settimane siamo testimoni di riaccompagnamenti illegali da Nizza e Cannes verso l’Italia di richiedenti asilo, dunque da due città lontane dalla frontiera. È per questo che lunedì 25 luglio sono andato alla stazione di Cannes per poter essere testimone di questi fermi ai danni dei richiedenti asilo, e tutto potevo pensare tranne che di finire in garde à vue (letteralmente guardato a vista, provvedimento francese che più o meno è l’equivalente del fermo di polizia, ndt) per 48 ore.
IL MIO ARRESTO a Cannes è stato un pretesto che ha permesso di aprire un’inchiesta su di me. L’operazione di polizia condotta a Cannes lunedì ha preso delle proporzioni fuori misura: decine di poliziotti, unità cinofile, violenza, il tutto davanti a turisti sconvolti e abitanti locali disorientati. È chiaro che il loro obiettivo era fare paura, intimidire, impressionare, proprio come durante la perquisizione che si è svolta l’indomani presso il mio domicilio – che ha visto l’impiego di 40 uomini delle forze dell’ordine – e in cui 90 richiedenti asilo sono stati arrestati e rispediti seduta stante in Italia – minori compresi – senza nessuna spiegazione.
Ora come ora sono sotto inchiesta, mi è vietato uscire fuori dal territorio francese, andare in una stazione o anche sul piazzale di una stazione nelle Alpi Marittime, e devo recarmi ogni due settimane al corpo di polizia di Breil.
Da un anno pongo domande ai rappresentanti del potere, ma nessuno risponde. Il prefetto rifiuta di ricevermi, lo stesso dicasi per la polizia alle frontiere. Eppure le mie sono domande semplici. Aspetto delle risposte. Spero che questa inchiesta mi permetterà di ottenerle.
Mi si dica: quando hai 200 richiedenti asilo nel tuo giardino, qual è la soluzione? Chi è il responsabile? Cosa si può fare, cosa non si può fare? Dove finisce la solidarietà? Dove comincia il reato?
Oggi, ci troviamo in una situazione in cui nessuno comprende niente. Né la giustizia, né gli avvocati, né le forze dell’ordine, né noi stessi. Il diritto è poroso, proprio come questa frontiera. Agiamo nell’urgenza e nella necessità. Speriamo che questa inchiesta permetterà finalmente alla giustizia di guardare dritto in faccia una realtà negata, un diritto d’asilo sbeffeggiato, e di migliorare la situazione nella frontiera franco-italiana.
Grazie a tutti per il sostegno.
NB. Se mi trovavo lunedì a Cannes era, in realtà, per filmare il comportamento indegno delle forze dell’ordine verso i richiedenti asilo. Sfortunatamente la mia camera è stata presa durante il mio arresto. Ma per fortuna non ero solo. Un film è in corso di montaggio, e preso sarà on line.
UN ATTIVISTA
Sono stato a Cannes lunedì: decine di agenti cercavano di intimidire Vi hanno rispedito 90 persone, minori compresi