A Milano è “mission impossible”: parto senza...
Gimkana tra asl, numeri di telefono sbagliati, soluzioni “last minute”. Alla fine niente
Ci provo, con assoluta dedizione, da più di un mese, ma credetemi, dover fare dei vaccini nell’evoluta Milano per recarmi nella meno evoluta India, è un’impresa di quelle che ridimensionano fortemente l’a mm ar a gg i o s u ll ’ Hudson del pilota Sullenberger. Vado a narrarvi l’iter surreale affrontato tra giugno e luglio di quest’anno. La premessa è che trascorrerò alcune settimane in India, ad agosto. Non sono obbligatori vaccini, ma soprattutto d’estate ( periodo monsonico) sono fortemente consigliati anti epatite ae b, anti-tifo, antitetanica, difterite, meningite, encefalite giapponese. Mi è subito chiaro che alcuni vaccini tipo quello per prevenire l’encefalite giapponese non ce l’ha manco Burioni nel mobiletto del bagno, per cui riduco le ambizioni. Epatite A, meningite, tifo e antitetanica sembrerebbero i più importanti.
Chiamo l’asl di Milano. Mi risponde una signora che mi spiega che bisogna prenotarsi. Dico ok, mi prenoto, e mi dà appuntamento a settembre. Replico che è fine giugno, che vado in India ad agosto e a meno che i vaccini non siano retroattivi come le gelosie per le ex mogli, Houston abbiamo un problema. “Ah, allora si presenti direttamente in Via Statuto per le vaccinazioni last minute!”. Apprendo dunque che “un mese prima” è considerato last minute. Vado in via Statuto. Mi accoglie una signora sulla cinquantina che gestisce la presenza di tre persone in tutto con un’agitazione che neanche fosse alla cassa di Zara nel primo giorno di saldi. “Ah, lei è procedura urgente? Mi spiace, è cambiato il regolamento oggi, deve tornare non più di 10 giorni prima dalla partenza con i biglietti aerei alle 13,30 e le facciamo i vaccini.”. Torno dopo 20 giorni. C’è di nuovo lei. Questa volta, l’ufficio è vuoto. La signora è sempre agitata come se stesse gestendo lo sgombero di 190 albanesi da un condominio occupato. Le dico: “Si ricorda? India, last minute…”. “Ah no mi dispiace, proprio oggi è cambiato il regolamento, provi a tornare la mattina alle 8,30, i primi 5 che arrivano li vacciniamo!”. Ma che è? Il concerto di Vasco? Devo dormire col sacco a pelo davanti ai cancelli della asl? La signora sparisce in corridoio e va a chiamare i rinforzi. Arriva un’altra signora stizzita, la quale alla mia domanda “Quindi se mi prendo una malattia per cui chiedo di essere vaccinata che si fa? Faccio causa alla asl?” risponde con un “Faccia come vuole!” per poi chiudersi una porta alle spalle, sbattendola così forte che il vaccino contro la cagarella da rumori improvvisi me l’ha fatto lei. Allora do retta a chi mi dice che a Milano è il caos, meglio chiamare comuni limitrofi. Telefono al centro vaccini di Peschiera Borromeo. Mi risponde l’ufficio scelta/ revoca medico. Mi danno il numero del centro vaccini di Melegnano, mi dicono. Mi risponde un ambulatorio che mi dà il numero giusto del centro vaccini di Melegnano. Risponde l’ufficio scelta/revoca medico di Melegnano. “Senta, se mi volete far sfanculare il mio medico ditemelo, che facciamo prima!”, spiego. Mi danno il numero del centro vaccini, di- cono. Mi risponde l’ufficio protesico. Spiego che in effetti mi stanno cadendo le braccia, ma ho ancora tutti gli arti al loro posto. Mi danno il numero giusto, dicono. Mi risponde lo “sportello fragilità del consultorio familiare”, cosa di cui ormai ho anche bisogno perché con l’e sa ur imento nervoso che mi ritrovo potrei fare una strage in un asilo. Allora mi danno il numero del centralino unico, che è un po’ tipo il gioco dell’oca quando finisci nella casella “torna al via”. Lì mi dicono chiami Rozzano, a Rozzano mi dicono chiami Melzo, a Melzo mi dicono “Sì, c’è posto a settembre!”. Allora vado dal medico di base che mi prescrive antitetanica e anti-epatite perché, mi dicono, “Compra i vaccini in farmacia e fatteli fare dal medico!”. In farmacia mi dicono che sono finite ovunque le scorte per l’epatite A ma forse in giro posso trovare l’antitetanica. Torno dal medico e mi spiega che comunque lui i vaccini non me li fa perché “Io non me la sento eventualmente di dover rianimare la gente! Chiami questa struttura privata!”. La struttura privata ha posto a settembre. Alla fine scopro che fare l’antitetanica last minute non copre dal tetano perché agisce in 20/ 25 giorni quindi la asl poteva avvisarmi dal primo giorno e risparmiarmi questa manfrina.
Morale: parto per l’India senza vaccini contro tutte le malattie a rischio nel periodo monsonico, ma vaccinata contro tutte le incazzature possibili e ipotizzabili da qui alla prossima era glaciale.
p.s. alle dipendenti della asl di Milano ricordo esiste l’obbligo vaccinale, ma pure quello della gentilezza.